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Strane sensazioni

Sono state strane le sensazioni provate oggi. La corsa di domenica alla Unesco Cities Marathon è stata di soli sedici chilometri eppure le gambe ancora mi hanno fatto male come se ne avessi corsi trenta. Non so se sia stato il caldo ad influire. Forse il consumo eccessivo di sali non reintegrati. O solo l'inabitudine a spingere per tanti chilometri come non ho più fatto da alcuni mesi. Di certo c'è che da quando ho ricominciato ad allenarmi nel post-infortunio la parte che sta soffrendo di più in termini di carico sono le cosce e non più i polpacci. Forse è proprio solo una questione di sviluppo muscolare che, cambiando il tipo di carico, si riversa maggiormente sui quadricipiti e non più solo sui polpacci. Potrebbe essere buona cosa visto i precedenti.

La cosa non ha però influito minimamente sui 12 Km di lento previsti per oggi (e per domani). In realtà, appena partito ho fatto un po' di fatica a muovere le gambe in corsa. Ancora rigide, fredde, intorpidite. Ci ho messo quasi tre chilometri per trovare il ritmo. Ma una volta preso non è più diminuito. Le temperature dopo il week-end di extra-caldo sono ritornate quelle più consone alla stagione. Peccato non sia stato così anche domenica. Tra l'altro nei prossimi giorni è prevista pioggia e cielo nuvoloso. I lavori lungo il Naviglio si stanno spostando poco alla volta. Mi sento quasi un supervisore ogni volta che passo lungo l'alzaia. Chissà se anche gli operai si ricordano di me. Oggi non ho fatto molto caso alla corsa. Mi son perso più in pensieri e ricordi. E progetti. Corse e ricorsi che si sono alternati per tutti i 53' 15" di allenamento.

Stasera è anche stata la serata di ritrovo per decidere i dettagli per la staffetta CORRO per AiCRA che correremo domenica a Milano. Tempistiche e logistica per trovarci e correre insieme con la bandiera di AiCRA per Markiyan. Mancano pochi giorni, ma c'è ancora tanto tempo per donare. Basta un click. Oggi è anche arrivato il nuovo materiale per domenica, magliette e nuova bandiera. E tutto lo potrete vedere lungo i quarantadue chilometri del percorso seguendo il nostro vessillo. Non siamo cavalieri, siamo runners, ma non abbiamo nulla da invidiargli.