Arriva il brutto tempo. Speriamo che almeno serva ad abbassare un po' le temperature in vista della maratona del 15 aprile. Ma per fortuna non ha piovuto per tutto il giorno. In realtà i gradi poi in serata sono rimasti attorno ai 16°C, temperatura di tutto rispetto per correre. Infatti l'allenamento di questa sera è quasi stato una pacchia. 14 Km di lento. Non ho nemmeno mai guardato il cronometro, ma ho solo lasciato andare le gambe al ritmo che preferivano, 58' 22" il tempo totale. Ogni tanto godersi solo l'uscita non può far altro che bene, soprattutto dopo una tirata come quella di ieri. In effetti qualche indolenzimento qua e là l'ho avuto, soprattutto sui quadricipiti. Comincio a sentire l'avvicinarsi della maratona. Sento che il corpo risponde bene e sono sempre più convinto di potercela fare. Ho voglia, ma al tempo stesso un po' di timore si fa avanti. E' sempre un'incognita, ma al tempo stesso una certezza per tutto l'allenamento che ho fatto. E fatto bene.

Sempre tutto di corsa. Anche gli allenamenti. Fortunatamente per stasera avevo in previsione solo 10 Km. Sarebbe dovuto solo essere un lento con finale a ritmo maratona ma si è invece trasformato in un bel dieci-kappa a ritmo sostenuto. A vedere il tempo finale, 37' 24", molto sostenuto. E non ho spinto al massimo. Per questo vorrei provare quanto prima una gara sui diecimila, giusto per testarmi sul serio. Vero che nel tratto di andata avevo il vento a favore e che quindi l'andatura sostenuta veniva quasi naturale. Però nel ritorno, appena mi sono voltato verso casa, l'aria l'ho avuta in faccia e si è fatta sentire. Anche questa sera l'alzaia pullulava di persone, soprattutto di ragazze. Chissà quanto dureranno questi buoni propositi per tornare in forma prima dell'estate. Io ho mantenuto il mio passo passando da una coppia al trio più avanti. Era parecchio che non facevo così pochi chilometri, ma finalmente le uscite si alleggeriscono. Mi sento bene anche per quello. Domani probabilmente nel pomeriggio proverò la mia prima staffetta 3x3 a Treviglio. Una distanza molto breve (sul chilometro circa) a squadre. Non è il mio campo, ma sempre meglio provare tutto. Intanto speriamo che la testa si alleggerisca, ne avrei prorprio bisogno.

Valeva la pena esserci solo per la splendida giornata che è stata. E soprattutto per la prima volta di una Milano chiusa al traffico. Si è sentito e come, in tutti i sensi. Nessun rumore di motori accesi e di insulti gratuiti. Nessun odore di gas di scarico. Nessuna attenzione agli incroci per schivare chi si butta in mezzo. Quasi una corsa normale. Se poi ci mettiamo il sole che puntualmente è uscito caldo e alto a pochi minuti dal via il quadro è completo. Ma resta da educare questo popolo milanese, troppo freddo e distaccato anche quando è già primavera. Poche urla, pochi applausi, poco incitamento, se non al via e all'arrivo. In giro pochissima gente seppur si corra alle undici di mattina. E i pochi lungo strade ed incroci, troppo spettatori e poco coinvolti. C'è da fare qualcosa per creare l'atmosfera che rende grande una corsa, per trovare quel turbinio di emozioni che unisca pubblico e atleti. C'è da lavorare. Ma finalmente le premesse sono buone. Come buona è stata la mia corsa.

Ultimo lungo impegnativo quello di oggi. Non avevo mai corso 30 Km a Monticello dato che la settimana successiva c'è sempre la Stramilano. Ma questa volta la priorità è la Maratona di Milano per cui ho solo invertito le distanze tra questa domenica e la prossima. Sinceramente pensavo che sarebbe stata più dura. Non voglio dire che sia stata una passeggiata, ma settimana scorsa sul Naviglio ho sofferto molto di più. Quando Iacopo è passato a prendermi il tempo non era certo dei migliori, anche se la pioggia prevista non stava scendendo. Siamo arrivati a Monticello praticamente in orario perfetto. Molti del gruppo erano a Roma per la maratona (un meritato "brava" ad Ivana, n.d.a.) e qui siamo rimasti in pochi. Ho rivisto però Pietro dopo parecchio tempo ed ho anche corso con Alberto che non vedevo da Reggio.

Era la giornata fatta per correre. Sole, cielo azzurro, fresco e il fiume. Trezzo e l'Adda regalano sempre grandi emozioni. D'inverno con la neve e il ghiaccio, in primavera con il caldo e le belle giornate. Come lo scorso anno l'allergia comincia a farsi sentire, ma appena le gambe iniziano a macinare i chilometri tutto passa. Tantissima la gente presente alla corsa. Nessuno si lascia sfuggire un'occasione simile. Appena prima di iniziare incontro Manlio e facciamo quattro chiacchere sulle corse che ci attendono nelle prossime settimane. Partiamo uniti, quasi tutti con la maglia gialla della Martesana Corse, un gran bel colpo d'occhio. Mi piace fare gruppo. Due parole veloci mentre passiamo i primi metri uscendo dalle ultime case di Trezzo.

Ho corso ed ho corso bene. Ho anche capito subito che avrei potuto migliorare il tempo sulla distanza e così è stato. 12 Km in 45' 04". Sono quei cinque secondi in più che mi danno fastidio. Sarebbe bastato poco, ma sarà per la prossima volta. Ho anche rischiato di farmi male per una stupida voglia di migliorarmi, ma credo sia solo affaticamento. Appena partito ho capito che avrei fatto bene. Le gambe non sono riposatissime dopo la mezza di domenica, ma girano comunque bene, come già verificato lunedì. Le ripetute sul Naviglio sono state ben al di sotto del ritmo di tabella, sempre tra i 3' 35" e i 3' 45", sia sui tre che sui quattro chilometri. Ormai arrivato a questo punto della preparazione ritmi e distanze sono ben rodati e gli allenamento si fanno più leggeri, nonostante quando sia tornato sembrassi tutt'altro che fresco.

Una serata di corsa. Anche la corsa. Mille impegni che si accavallano in questi giorni. E tra uno e l'altro c'è anche qualche pensiero di troppo. Avevo giusto il tempo di un lungo lento per questa sera, un'oretta di corsa per sciogliere le gambe prima della Stramilano di domenica. Ho volutamente corso oggi e non domani per avere un giorno in più di riposo. Ci vuole. Non so nemmeno come staranno le povere gambe domenica. Le sento pesanti, stanche. Non è proprio l'ideale una gara in questo periodo della preparazione. Fosse stata tra una settimana forse sarebbe stata perfetta. Ma come sempre si deve ragionare sulle priorità, che in questo caso è la Maratona. Ma è normale voler provare a fare sempre bene, soprattutto quando i risultati si vedono e si ha voglia. Però mi preoccupa un po' il fatto di fare fatica a mantenere la velocità.

E' stata una serata diversa. Una serata di sport, ma senza gare, senza sudore, senza adrenalina. Tutto quello lo abbiamo lasciato sui campi della brianza negli ultimi due mesi per sei settimane di fila. Ieri è stato solo un ritrovarsi e rivedere le stesse facce per raccogliere i frutti di quella fatica. Il palatenda di Giussano era stracolmo di gente, tra ragazzini, genitori e amici. Ed è stato un susseguirsi di sali-scendi, questa volta però dal palco delle premiazioni, dove poco alla volta i tavoli con riconoscimenti, targhe e premi si sono andati via via svuotando consegnati nelle mani di chi se li è meritati. Una premiazione anche strana per chi è abituato a vederla a fine gara, quando ancora l'adrenalina della corsa non ha smesso di circolare. E lunga, forse anche troppo. Ma eravamo veramente in tanti e questa volta c'ero anche io. La prima volta. Quello che conta sono stati i chilometri che ancora sono nelle gambe, ma è stato bello per una volta sapere di averci provato ed avercela fatta. La prima. Speriamo non l'ultima.

E' stata la prima volta in cui ho corso una distanza così corta, 2550 m in gara dai tempi delle superiori ai giochi della gioventù. E come allora le conseguenze le pago poi dopo con mal di gola e continua tosse. Per correre bene non è sufficiente mettere un piede davanti all'altro. Non sapevo nemmeno cosa aspettarmi dalla gara di oggi, un'incognita pura. Poco prima della partenza non sapevo nemmeno chi fossero i miei compagni di squadra. E' stata una gara tirata, quando sono arrivato non ne avevo praticamente più. Certo la preparazione per la maratona non giova ad una distanza così breve e soprattutto la velocità non la si può inventare senza allenamento specifico. Però sono soddisfatto. Il mio cronometro dice 9' 02".

Stavo correndo tranquillamente e passando sull'unico tratto ghiaioso dell'alzaia incrocio un bambino che non avrà avuto più di sette o otto anni. Mi guarda arrivare già in lontananza con in mano un piccolo mazzo di fiori appena raccolti. Poco prima che lo avvicini si mette a corricchiare nella mia stessa direzione. Quando l'ho quasi raggiunto mi dice "Facciamo a chi arriva prima?" e gli sorrido. Corriamo per qualche decina di metri io poco più dietro di lui fino a quando si stanca e lo supero e continuo ad incitarlo dicendogli "Dai! Dai!". "Nooo, mi hai superato..." mi urla dispiaciuto e mi saluta con la mano mentre mi allontano sulla piccola salita che porta al ponticello.

Oggi è stata una giornata dura come non ne avevo da mesi. Avevo bisogno di tornare a casa per correre. Una voglia che c'era dalla mattina, appena il cielo era diventato azzurro e limpido e il sole ha iniziato a scaldare. Una voglia che poi col passare del tempo si è trasformata solo in necessità, bisogno di buttare fuori la rabbia, la delusione. Quando son partito era ormai buio. Le gambe hanno iniziato subito a macinare metri su metri come volessero andare da sole. Non sapevo se il fatto di avere proprio oggi in tabella uno degli allenamenti più duri fosse un bene o un male. Sono partito senza guardare nulla, solo con in mente la voglia di sudare e ritornare sfinito.

Le gambe cominciano ad essere stanche. Ma la cosa da tenere controllata è lo stato fisico. Solitamente in questo periodo, tra la quinta e la sesta settimana di preparazione, ho dei grossi acciacchi che mi fermano per qualche giorno. Non so se si tratti di fortuna o se le corse degli ultimi mesi mi hanno potenziato, ma sembra che questa volta la possa passare liscia. Anche se la corsa di domenica di 30 Km in collinare a Monticello potrebbe lasciare qualche strascico. Questa sera invece l'ho presa un po' più con calma. 16 Km per due giorni di fila e dopo lo sforzo di ieri non sono uno scherzo. Me ne sto accorgendo ancora adesso. Andrei a letto subito. Ho tenuto i ritmi leggermente più alti rispetto al dovuto, ma non di troppo, forse una decina di secondi.