Stramilano
Le preoccupazioni dei giorni scorsi sono scomparse alla partenza. Mi sentivo tutto sommato bene. Tanti incontri prima di scendere in strada, tante foto, tanti saluti. Appena lasciati Andrea e Michela alla loro 10 Km in partenza dal Duomo mi sono diretto verso il Castello. Primo appuntamento con Zio e mamma. Quattro chiacchiere e poi mi dirigo al ritrovo Guzzetta Runners Club per la foto di rito, dove trovo Manlio e Roberto, compagni Strongman. Si parla delle prossime corse, dei prossimi programmi delle prossime settimane. Ma non di oggi. Poi è la volta della Martesana Corse. Dal viale d'arrivo al Villaggio dentro al Parco Sempione vedo in lontananza un accecante gruppo di maglie gialle e mi dirigo da loro. Pochi i vecchi compagni di altri anni, molti invece quelli nuovi. Con sorpresa mi sento chiamare alle spalle e incontro Flavio, compagni di Maratona a Firenze e di salite alla Bormio-Stelvio di questa estate. Non me lo aspettavo e sono davvero rimasto contento d'averlo rivisto. Adesso non rimane che la nostra sfida a distanza in maratona tra tre settimane. Altre foto e altra corsa. Questa volta per arrivare in tempo alla partenza dove Cris e Cune mi stanno aspettando, già allineati, insieme a Lele e Marco.
Non riesco a passare il primo cancello, ma nel secondo si e proprio lì li trovo. Siamo a qualche metro dalla linea di partenza, mai partito così avanti alla Stramilano. I minuti di attesa non sono molti e allo sparo del cannone mi accodo subito a Cris. Vorremmo provare ad abbattere il muro dell'ora e venti, ma... ci proviamo. Decidiamo di partire con passo medio sui 3' 50". Anche se il gap alla partenza è stato di soli 6" abbiamo davanti molta gente. Il passo però non ne risente. Spacchiamo il cronometro. Il percorso della Stramilano, che ormai non cambia da anni per tutti i 21 Km, lo conosco ormai a memoria, curve, pavimentazione, falsipiani, ristori. Tutto stampato nella mente. Il bello è vedere che ogni anno che passa i chilometri si avvicinano più rapidamente. Una bella sensazione. Ci impieghiamo un po' prima che le fila si diradino, almeno cinque chilometri, praticamente tutto il tratto che dalla partenza porta in Corso Sempione e ritorna indietro. Cris rimane davanti a fare il passo. Controllo il cronometro ad ogni intermedio per non rischiare di andare troppo fore, ma andiamo abbastanza regolari. La sensazione che non mi piace molto invece è quella di fatica che sento da subito. Gli allenamenti in settimana pesano. Ed anche i lunghi. Ma cerco di tenere duro per arrivare ai dieci e valutare la situazione. La strada vira varie volte portandoci prima verso Garibaldi e poi Corso Buenos Aires. La cosa triste è vedere la poca gente che c'è in strada. Mi piacerebbe correre a New York solo per capire cosa vuol dire passare per quarantadue chilometri in mezzo a due ali di folla festanti. Qui non c'è aria di festa, ma solo fatica. Ma andiamo avanti.
Anche Cris non è freschissimo, ma il passo è ottimo. Controllo sempre meno gli intermedi fino quando non smetto del tutto dal decimo chilometro in poi. Preferisco smettere di fare calcoli ed andare a sensazione. Oltretutto di solito porta bene. La parte di circonvallazione interna che porta verso i Navigli è in leggera salitella e la subiamo un po'. Ci affianchiamo spesso ma riusciamo a correre ben larghi, che vuol anche dire essere in buona posizione di classifica. Non ci supera quasi mai nessuno, anzi recuperiamo parecchie posizioni. E anche quesi sono buoni segni. Il tratto che temo di più è tra il 12 Km e il 16 Km: tre rettilinei lunghi e la stanchezza che si fa sentire. Penso al percorso che mi aspetta e la sensazione comunque è buona ad ogni passaggio. Sembra che i chilometri scorrano veloci. Fa caldo, ad ogni ristoro o spugnaggio mi bagno con le bottigliette d'acqua lavandomi da capo a piedi, ma la sensazione è benefica per i chilometri successivi. Vicini al Carcere vedo e saluto Plinio, il presidente, che prima ci immortala e poi mi da un cinque. Basta poco per un po' di carica. Intorno al 15 Km Cris cede, allora mi piazzo davanti e lo incito a stare al passo per far passare la piccola crisi. Si accoda e andiamo, costanti. Non che io sia messo meglio ma provo a tenere duro. Poco prima del 17 Km, in zona Buonarroti, sento qualcuno che mi saluta mentre sto togliendo dalla tasca l'unico geldi giornata, ma non riesco a riconoscere chi sia (sarei curioso di sapere chi fosse, n.d.a.). Ma appena arrivati in zona Velodromo Cris cede e mi lascia solo. Provo ad accodarmi ad un piccolo gruppo che mi supera, ma ben presto anche questo di sgretola. Però i chilometri sono sempre meno e l'arrivo si avvicina. Slalomiamo in alcune vie prima di sbucare in Corso Sempione per l'ultima volta e rifare ancora il rettilineo che porta all'Arco della Pace. Passo il cartello dei diciannove e poi conto i metri che mancano a quelli dell'ultimo chilometro. Mi sembra di andare bene, gel e fine che si avvicina fanno il resto. Proprio sotto il cartello dei 20 Km riconosco Arturo, di podisti.net, con la sua immancabile macchina fotografica. Mi vede, mi saluta e mi immortala più volte. Mi accorgo oltretutto di non avere vicino quasi nessuno. Lungo le transenne cominciano a formarsi due ali di gente. Più mi avvicino all'Arena, più il tifo si scalda. Primo qualche "Bravo" "Forza", poi grida urla e applausi. Magari fosse tutta così. Anche i fotografi diventano un buon numero. Supero gli ultimi avversari di giornata e poi c'è la passerella finale, prima attorno all'Arena e poi dentro, sulla pista. Il tratto ghiaioso che la sfiora è stretto e la gente è davvero vicina. Tanta, veramente tanta. L'adrenalina sale inversamente proporzionale ai metri che mancano all'arrivo. Ultima curva secca all'entrata e poi i cento metri finali.
Le gambe vanno, trascinate dall'entusiasmo. Non guardo il tempo ma penso solo a correre alzando le gambe e aumentando il ritmo. Sono solo. Io e qualche altro migliaio di runners. Sento Andrea dalla tribuna che urla il mio nome e poi taglio il traguardo: 1h 21' 11", 206° in classifica generale (su quasi 6000 partecipanti) e 26° di categoria. Secondo miglior tempo di sempre. Sono contento. Non è sempre possibile migliorarsi ed oggi questo è un gran risultato. Faccio qualche metro e poi prima mi piego e poi mi inginocchio sul tartan caldo per recuperare un po' di fiato. Sfinito, fradicio di acqua e sudore. Però sorridente, perchè è stata una gran corsa. Sofferta, ma una bella corsa. Mi giro e aspetto Cris che arriva subito dopo. Ci abbracciamo, e va bene così. Io sono contento. Questa era solo una tappa e se le premesse sono queste potrebbero esserci grandi soddisfazioni già tra tre settimane. Io sono contento, come ogni volta che mi allaccio le scarpe e parto.
PS: tutti quelli che avevano un GPS oggi, come già anche lo scorso anno, hanno visto segnare almeno 400m in più di percorso. Io sinceramente credo che l'errore sia dello strumento che tra palazzi e andate-e-ritorni ha qualche problema. Se poi aggiungiamo anche le traiettrie non perfette il gioco è fatto. Sarebbe bello comunque che qualcuno spiegasse.