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Corro Ergo Sum Runners: sempre più in alto

Trail, pista o strada per noi non fa differenza. L'importante è correre. E divertirsi. E' la nostra filosofia e ogni dannata domenica lo ricordiamo nelle nostre gare. Non è un caso che ancora una volta sia arrivato un podio, questa volta dal lontano nord-est, terra di Silvia Moras. Il gradino più alto, quello di prima donna assoluta al Kokos Trail (distanza breve) di Basovizza.

Non è un caso che dopo la fatica degli allenamenti settimanali arrivino anche i riconoscimenti cronometrici. Costanza, fatica e determinazione premiano sempre. Basta sapersi dosare. E conoscersi. Imparare a vedere la vita con gli occhi del runner.  

«Credere che puoi scalare la tua montagna - racconta Silvia - partendo dal divano di casa. Ieri (domenica, nda) ho partecipato ad un bellissimo e durissimo trail e mi sono divertita un mondo. Uno perchè ero con i miei amici. E due perchè ho provato la magica sensazione di appagamento e conquista che si vive dopo aver lottato contro il pensiero di non potercela fare, dopo aver solo sognato di farlo e dopo averlo semplicemente fatto. Non tanto tempo fa, mai avrei pensato di poter (o voler) correre, nè tantomeno di arrampicarmi su per una salita come quella di ieri. Invece, dopo aver percorso due chilometri di piano, mi sono ritrovata insieme ad oltre 600 atleti, alla base del monte Cocusso, di fronte ad un sentiero praticamente verticale che saliva dritto su fino in vetta. Più o meno sapevo che sarebbe stata dura, così mi sono imposta di non guardare verso l'alto per non avvilirmi. Dopo un'arrampicata che mi sembrava interminabile alla fine ho ceduto alla tentazione ma, ahimé, ho continuato a vedere solo sentiero, bosco e un serpentone di persone che si affannavano a salire. In quei momenti ti spinge su il pensiero che, più è dura, più dolce sarà la conquista della vetta. Oltre a sentire una forte comunanza nello sforzo e nella determinazione con le persone intorno a te, amici e complici nell'avventura di una mattinata. E alla fine la cima arriva, il terreno si addolcisce, diventa piatto, ti inondi di luce, le gambe si riprendono in un momento, ti riassetti e... si inizia beatamente a correre giù per la discesa che ti sei conquistato, per i sentieri e i boschi del Carso, tutti vittoriosi, pieni di adrenalina e grinta. Per me la gara si è chiusa sul percorso breve, ho abbandonato i temerari della quindici chilometri, per correre da sola nel bosco e sui prati dorati spazzati dal vento sulla gara degli otto chiolmetri. Sensazioni uniche sia fisicamente (ti sembra di volare piano o veloce non importa) che mentalmente (sensazioni di libertà e forza). Te le porti dentro tutta la settimana e quando le cose non vanno, ti puoi dire che "Io la mia montagna la posso scalare!"»

Domenica di allenamento per chi invece ha come obiettivo la Maratona di Milano. Lunghi e lunghissimi che si avvicinano agli ultimi chilometri, a quell'apice oltre cui c'è la morbida discesa dello scarico prima della gara. Settimana decisive per arrivare a pieno ritmo alla partenza. Dario (io), Franco, Cristopher e Liviana. Senza dimenticare la supervisione di Chiara, ormai prossima alla sua personale sfida. Quella più bella.