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Fisherman's Friend Strongman Run Italy

Come ogni volta restano i ricordi. E, anche se non ho corso, sono davvero tanti in questa prima edizione italiana della Fisherman's Friend Strongman Run di Rovereto. Un po' la sento anche mia questa corsa, scoperta quasi per caso due anni fa grazie a Manlio, voluta fortemente lo scorso anno, conquistata questa primavera in terra germanica. Ne abbiamo parlato tanto, abbiamo riso insieme, abbiamo guardato fotografie e filmati di tutte le gare d'Europa. In quanti ci siamo conosciuti per strada, in aereoporto, nei paddock, sui pullman, in albergo, ai pub, alle feste, lungo il percorso... e questa volta eravamo tutti insieme: Gazzetta Runners Club, Fisherman's Team, Podisti da Marte, A Piede Libero, Runner's World Team, Footworks Team. E poi tutti quelli che si sono uniti a noi dopo i nostri racconti, che ci hanno seguito giorno dopo giorno, gara dopo gara, conquistati da questa corsa e che si sono buttati a loro volta in mezzo al fango. Ieri è stata la nostra festa. Una festa di solo sport. Una festa strong.

Si ringraziano Antonio Capasso ed i legittimi proprietari per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.

L'ho già detto nei giorni scorsi. Avrei fatto di tutto per essere sabato alla Strongman Run. In realtà ci sono stato, in divisa, sotto la pioggia al freddo, sulla linea di partenza con i miei compagni del Team Fisherman's. Ma è stato solo un voler mettere un gettone di presenza, sentire il brivido dello sparo e del via. Poi mi sono fermato, messo in disparte ed ho guardato passare tutti i duemilacinquecentonovantanove nuovi italian-strongmen. Non so nemmeno io da dove partire a raccontare quello che ho visto tante sono le cose accadute in così poche ore. Un addensato di emozioni e di cose successe che continuano a girarmi nella mente. Parto parlando della corsa, delle aspettative e di quello che è realmente successo. Tutti i dubbi sull'appeal della Strongman erano già stati fugati nel momento in cui le iscrizioni si sono volatilizzate. Nemmeno gli organizzatori di RCS secondo me si aspettavano un successo simile. Il dubbio nato di conseguenza è stato quello riguardante la capacità di ripetere anche in Italia un evento tanto diverso da quelli a cui siamo abituati a vedere ed a vivere. Non una gara da vincere contro sè stessi o gli altri, ma una corsa per divertirsi, stare insieme, soffrire, aiutarsi, ridere. Correre. E anche in questo caso la risposta è stata più che positiva. Ed alla partenza si era già capito che sarebbe andato tutto per il meglio. Rovereto è stata invasa da migliaia di runners mascherati, da Batman alla Banda Bassotti, dagli Zombie agli uomini in Tutu, dall'Uomo muscolo a Jigen. E nonostante il tempo inclemente per il pubblico (ma perfetto per una Strongman, pioggia a volontà e temperature basse), la risposta anche della città è stata molto buona, con massiccia presenza di gente nei principali ostacoli del centro e del finale del percorso. Tutti si sono divertiti. Tutti si sono aiutati. Tutti hanno corso. Io mi sono messo in disparte, ad osservare. Prima alla partenza, poi poco prima dell'arrivo, dopo le piscine. In un tratto dove avrei potuto vedere, salutare ed incitare tutti. Ed è stata una fatica anche per me ogni due minuti riconoscere già da lontano tutti quelli che c'erano, chiamarli, dare a loro un cinque, un abrraccio, una spinta in più. Sono rimasto per quasi un'ora e mezza fermo nello stesso punto senza quasi avere un momento per rifiatare. Sotto la pioggia battente, con l'umidità che risaliva nelle ossa. Ma nello sguardo di tutti, sul sorriso di ognuno era stampato il piacere di essere lì, che fosse la prima, la seconda o la terza esperienza. La Strongman ho capito che ha colpito tutti nell'animo. Purtroppo io non ho potuto vedere e vivere tutto il percorso, ma l'ho solo fatto nei racconti post-gara di chi me l'ha raccontato. La prima parte in città, una lunga e ripidissima salita nella prima parte, qualche ostacolo nel bosco, la ridiscesa verso il paese. Il passaggio in centro con il bagno di folla, il guado del fiume e l'immancabile vasca da attraversare a nuoto. Molta più corsa che ostacoli duri. E nel folklore c'è stata anche la gara, per quelli più forti. I primi sono andati davvero veloci. Un distacco enorme su tutti quelli dietro. Ho visto e studiato un po' anche la loro tattica, che ha previsto meno divertimento a fovore della vittoria. Però forse, in una corsa del genere, non ne vale la pena. Poi ho seguito Chiara, in quella femminile. Scortata, finchè sono riusciti a starle dietro, da Andrea e Daniele. Già alla partenza le avevo detto che avrebbe potuto fare bene. Ed infatti così è stato. Al termine del primo giro era prima in solitaria con un enorme vantaggio sulla seconda. Gli allenamenti per New York stanno già dando i loro frutti. Fresca e sorridende. Sporca di fango e paglia e col trucco-fisherman che le colava addosso. E' stata battuta solo nel finale da chi non ha capito nulla dello spirito di questa gara ed ha approfittato della confusione degli ostacoli per portare a casa una vittoria, tanto inutile quanto immeritata, in modo scorretto. Di furbetti è pieno il mondo, ma non sono bastati per rovinarci la festa. Festa che per noi c'è stata prima, durante e dopo la gara. Quello che ora mi piacerebbe fare è riempire queste pagine con i racconti di chi c'è stato davvero, in prima persona, come ho sempre fatto io. Leggerne le testimonianze, sentirne le emozioni, condividere quello che è stato. Se avete voglia e cinque-minuti lasciate correre le dita sulla tastiera... Ieri, poco prima del via, mi son sentito chiamare alle spalle ed ho salutato l'ennesima persona conosciuta tramite Corroergosum.it. Un altro runner che si è emozionato leggendo queste pagine, la Strongman in primis. Sarebbe bello che ogni e-mail pubblicata invogliasse qualcun altro a provarci il prossimo anno. Se poi volete ri-vivere quello che è stata la prima Fisherman's Friend Strongman Run italiana l'appuntamento è su SKY, nei prossimi giorni, con Icarus a cui io e Chiara abbiamo raccontato la nostra esperienza-strong. Un pre-gara che ci ha riportato a cinque mesi fa e un post-corsa per raccontare questa nuova avventura, aiutati anche dalle immagini girate durante la corsa da Daniele (Spritz) con la camera mobile. Un'esperienza nell'esperienza. "Go strong or go home", diceva il motto di questa edizione. Beh, per noi è stata strong...