L'arte di correre
Ritorno a pubblicare qualche recensione sui libri di running che sto leggendo. L'arte di correre di Haruki Murakami è un romanzo-diario in cui corsa e scrittura si intrecciano, negli anni in cui ancora i blog non esistevano quasi. Un regalo di un amico che ho gradito molto. E in questi giorni in cui non posso correre, lascio che sia la fantasia a farlo. Di seguito la mia personale recensione...
A metà tra corsa e scrittura. O forse meglio dire a cavallo. Perché scrivere e correre sembrano avere molte cose in comune. Murakami racconta la sua evoluzione interna ed esteriore, da scrittore affermato a maratoneta. La corsa lo aiuta in un lavoro di introspezione, di scoperta di sé quasi improvvisa. Sente il bisogno di correre crescere ogni giorno come le parole che nascono davanti alle pagine bianche di un libro. La sregolatezza e l’estroversione native di una mente creativa vengono bilanciate dalla metodicità e dalla programmazione del runner, che scopre il proprio limite sempre un po’ più in là, passando attraverso esperienze che lo formano sia come uomo che come maratoneta.
Non è difficile riconoscersi in tante sue riflessioni o esperienze. Sembra a volte di correre insieme a lui e di assaporare quelle piccole sfumature del mondo e della vita stessa che la corsa ti regala, osservando l’estate diventare inverno lungo quella strada che ogni giorno si ripercorre avanti e indietro. Ci sono le crisi, i momenti di euforia, le riflessioni, che riempiono la vita sia di chi corre che di chi scrive e che in queste pagine sembrano solo un susseguirsi logico degli eventi. Forse in ognuno di noi oltre ad un piccolo maratoneta c’è anche qualcosa di più.