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Intervista su SwimRun Cheers

Intervista SwimRun Cheers

Fa sempre piacere fare due chiacchiere con amici nuovi. E farle con Diego Novella, fondatore e ideatore di SwimRun Cheers, è stato divertente e stimolante. Abbiamo parlato di me, ma anche di SwimRun, di sport, di vita. Quello che fa il running è unire, creare confronto, sinergie, amicizie. E offrire sempre nuove e impensabili esperienze. 

Diego Novella, ex atleta di pentathlon moderno, è stato uno dei primi italiani a sperimentare lo SwimRun (vincendo anche la prima edizione italiana di Lignano). Ho avuto la fortuna di conoscerlo grazie ad un viaggio stampa per Runner’s World sul Lago di Mergozzo dove, in prima persona e guidato dalla sua esperienza, ho fatto la mia prima uscita (tranquilla) proprio di SwimRun. 

Abbiamo chiacchierato di corsa lungo i sentieri immersi nei boschi (un po’ meno, mea culpa, durante la traversata a nuoto), abbiamo proseguito davanti a una birra godendoci la brezza del lago e abbiamo concluso davanti a un pc con questa lunga intervista, dove esperienze diverse si sono fuse in un unico racconto.

Non so quello che nascerà dopo questo incontro quasi casuale, ma non ci sono mai limiti a quello che si può pensare e poi realizzare. Intanto lascio di seguito solo un piccolo stralcio di quella che è l’intervista completa, che potete trovare e leggere con calma sulle pagine di Swimruncheers.it

L'intervista 

Da Designer a Giornalista per Runner’s World, allenatore FIDAL, con passione da 12 anni con il suo blog con interviste e tabelle di allenamento. Ma non solo: c’è anche la squadra di runners, ma si sa che quando si fanno le cose con passione…

+ Per me, lo Sport è passione e rispetto, è una stretta di mano, un sorriso, un abbraccio a fine gara con i tuoi competitor, una birra per rilassarsi e ripercorrere la gara. Mi sbaglio?

“Lo sport, per un amatore, deve essere sempre prima di tutto divertimento e benessere. So che è difficile riuscire a entrare in questa mentalità soprattutto quando si è agli inizi e non si vede l'ora di tagliare un nuovo traguardo per rimettersi alla prova. Si al sano agonismo (anche perché è giusto avere un obiettivo da raggiungere), ma sempre nel rispetto di sè stessi, degli altri e delle regole. Non c'è nulla di più bello che sfidarsi durante la gara e poi abbracciarsi e complimentarsi dopo il traguardo con i propri avversari. A volte si vince e a volte si perde, ma che importanza ha? Non lottiamo per il record del mondo o per una medaglia olimpica. È quello che sto cercando di insegnare subito anche a mio figlio, che ha solo quattro anni. Alla fine della sua prima “vera” gara, lo scorso anno, dopo essere arrivato mi ha detto felice e col sorriso mostrandomi la medaglia 'Papà sono arrivato primo degli ultimi!'.”

+ Oggi, per te fare sport, quanto è importante?

“Fare sport è fondamentale. Purtroppo, in Italia, su questo concetto siamo ancora troppo indietro. Se c'è una cosa che invidio alle scuole statunitensi (e non solo) è proprio la quantità di sport che i ragazzi fanno direttamente a scuola. Deve diventare una questione culturale. Sociale. Educativa. Lo sport è vita e va insegnato, nel modo corretto, fin da bambini. Io la mia parte la farò con i miei due figli (che tra l'altro ho “buttato” in piscina a 4 mesi).
Per me poi fare sport è fondamentale per il mio benessere fisico e mentale. Che sia correre, andare in bici, nuotare, giocare a calcetto, a basket, a tennis, fare una passeggiata in montagna... qualsiasi cosa purché lo si faccia. Me ne sono accorto soprattutto nel lockdown, che purtroppo ci ha portato tutti a dover sacrificare proprio la nostra parte sportiva. Non poter correre, mi ha portato a “soffrire” fisicamente. Mi sono sentito bloccato, spento, ingrossato, gonfio. E ad un certo punto ho iniziato a correre attorno a casa, in un giro di circa un chilometro, la notte. Un'esperienza bellissima. Che mi ha rimesso in pace soprattutto con me stesso e mi ha fatto davvero capire quanto basti poco per migliorare la propria salute. Basta volerlo.”

→ Leggi l’intervista completa su Swimruncheers.it.