Correre ai confini, correre nei sogni
Ci sono occasioni che vanno prese al volo. Che non tornano più. In cui è necessario crederci, fino in fondo, senza paura. Come Luca. Che da un giorno all’altro ha deciso di partire e realizzare uno dei più grandi sogni di ogni runner: compiere il giro d’Italia correndo. Da solo. E con tutti quelli che lo vorranno affiancare.
Mentirei se non dicessi che dopo qualche anno in cui ho cominciato a correre, dopo le prime maratone, dopo i primi risultati inaspettati la mia mente non abbia fantasticato sul fatto di compiere un’impresa fuori dal comune. Magari anche ispirata dai tanti libri di running che mi sono letto. Anche senza aver mai fatto nulla di eclatante. Anche senza aver corso più di una maratona o essere mai sceso sotto i tre minuti al chilometro. Non credo dipenda dal mio essere competitivo. Credo sia insito nell’animo umano. Lasciare un segno. Provare a superare i (propri) limiti.
Non credo in assoluto in tutti quelli che sostengono che corrono solo per il piacere di farlo. Certo, anche io "corro perché mi piace”, ma allo stesso tempo un occhio sul cronometro cade sempre. Che non vuol dire dover necessariamente cercare la prestazione, ma semplicemente avere voglia di fare meglio del giorno prima. Così Luca ha deciso di fare qualcosa in più. Sfidarsi e provare a realizzare il suo sogno sportivo. Girare l’Italia di corsa.
Quello che probabilmente rende la sua impresa speciale è il fatto che non sia un campione. Ma nemmeno un amatore di quelli che ogni tanto trovano un risultato da podio. È semplicemente un runner, con (solo) quattro maratone all’attivo (Pechino, oltre il tempo limite - Berlino, 4h 19' - Palermo, 4h 50' - Berlino 2019, 3h 37') e la voglia di fare qualcosa di grande. Per sé. Ma anche per tutti quelli che non hanno mai avuto il coraggio di provarci.
Correrà solo, come un novello Forrest Gump. Ma non del tutto. La vera sfida di Luca è quella di trovare in tutte le regioni, le città, i paesi che attraverserà qualcuno pronto a dargli una mano. Per correre insieme, essere ospitato per riposare e dormire, avere un pranzo o una cena, per trasportare il suo bagaglio, avere assistenza. E tutto quello che può essere necessario per un’impresa che durerà 365 giorni (trecentosessantasei per la precisione). Di mio, racconterò la sua avventura sulle pagine di Runner’s World, aspettando momento di scendere in strada e affiancarlo per realizzare anche solo in minima parte il mio sogno. Quello che non è mai iniziato.
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