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Parliamo di pettorale

A chi non è mai capitato di cercare un pettorale per una gara a cui iscriversi all'ultimo minuto? O chi non ha avuto la necessità di vendere il proprio per impegni imprevisti nel week-end o per un'improvvisa influenza? Tutto lecito, a patto che vengano rispettate le regole. Infrangerle è molto più pericoloso di quel che si possa pensare.

Prendo spunto per questo articolo da disucussioni nate nel mondo social, dove troppi, purtroppo, hanno facoltà di parola senza sapere la gravità di quello che scrivono. E quando si tratta di pettorale di gara le cose sono molto più complicate di quel che si possa pensare.

Il pettorale, quello che ogni domenica ci appuntiamo al petto prima del via, è un documento molto più importante di un semplice pezzo di carta (o tessuto-non-tessuto) sul quale è stampato il numero di gara. Il pettorale è il documento identificativo ufficiale di gara. Un sorta di passaporto che identifica univocamente durante una qualsiasi manifestazione podistica (ma anche ciclistica o di triathlon) un atleta. Dal pettorale si può risalire all'identità di un runner, alle sue certificazioni, alla società di appartenenza, ai suoi tempi e a tutta una serie di dati collegati a quella sequenza numerica stampata.

Avere un pettorale, vuol dire essere in possesso del lasciapassare per poter partecipare a un evento. Senza non si può fare. O almeno non si potrebbe. In realtà, ogni domenica, indistintamente che sia una gara di paese o una maratona internazionale, le nostre manifestazioni podistiche sono piene di infiltrati che pensano di poter correre liberamente senza rispettare le regole.

Correre senza pettorale

Entrare in gara dopo un chilometro e uscirne prima dalla fine “solo per fare un allenamento” non è consentito. Non è consentito perchè prima di tutto non si è pagato per usufruire di un servizio, che fosse anche solo semplicemente correre su un tratto di strada chiuso al traffico e riservato agli atleti (paganti). Non importa non usufruire di spugnaggi o ristori. Il costo di un pettorale non è semplicemente un introito per l'organizzatore di una gara, ma serve, anche e soprattutto, a pagare una serie di servizi che servono ai partecianti. Strade chiuse, allestimenti, personale, ristori, spugnaggi, premiazioni, assicurazione, federazione, rilevazione cronometrica. Correre senza pettorale vuol dire appropriarsi di qualcosa di cui non si ha diritto, anche se poi non lo si utilizza. E, cosa forse più grave di tutte, non essere coperti da una assicurazione. Infortunarsi, far infortunare un altro podista, danneggiare qualsiasi cosa si trovi sul percorso (senza considerare più gravi eventualità) comporterebbero gravissime conseguenze sullo sfortunato (ma colpevole) infiltrato.

Falsificare un pettorale

Fatto ancora più grave è falsificare il pettorale. Proprio all'ultima edizione della Maratona di New York, un runner, sfogliando le foto ufficiali di gara, ha scoperto e denunciato il proprio alter-ego con un pettorale falsificato. È l'equivalente della falsificazione di una patente, di una carta d'identità, di un passaporto. Oltre a tutto quanto descritto più sopra, correre fingendo di essere un altro, può portare a gravissime conseguenze sia per chi commette il reato (chiaramente punibile penalmente), sia per chi lo subisce. Basti pensare a tutte le spese giuridiche che una vittima di falsificazione dovrebbe addossarsi solo per dimostrare di non essere stato lui a commettere un eventuale sinistro.

Correre con il pettorale di un altro

In questa casistica possono ricadere due tipologie diverse di runner, l'ingenuo e il furbetto. Meno grave dal punto di vista etico, ma comunque sbagliato, è il runner che utilizza il pettorale dell'amico che all'ultimo non può correre o lo compra pochi giorni prima della gara e ingenuamente non pensa di dover necessariamente contattare l'organizzazione per il cambio nome. Se per quel che riguarda la compravendita le regole sono rispettate (i servizi alla fine sono tutti pagati integralemente), non lo sono comunque invece dal punto di vista sportivo e assicurativo. Correre con il numero (nome) di un altro comporta falsificare la prestazione sportiva. Poco importa se non si arriva a podio o non si migliora la sua prestazione. È comunque vietato dal regolamento ed è un reato sportivo. Assicurtivamente parlando, la situazione è identica a quanto già spiegato precedentemente.

Il fatto più grave lo commette invece chi coscientemente non cambia l'identità legata al pettorale proprio per avere una prestazione migliore grazie a un conoscente. Oltre a tutto il resto, si tratta di una vera frode sportiva, che (se dimostrata) può portare anche alla squalifica di entrambe gli attori (la stessa cosa vale per chi cede ad un altro runner anche solo il proprio chip di gara).

Alla base di tutto questo (a parte chi agisce coscientemente) c'è purtroppo una non conoscenza del regolamento e una leggerezza di fondo. Purtroppo la maggior parte dei runner amatoriali pensa che non essendo professionisiti, si possa chiudere un occhio e, quando possibile, trovare scorciatoie o vie alternative per risparmiare tempo e denaro. Niente di più sbagliato. L'ignoranza o l'ingenuità, come in tutte le cose, non sono ammesse. Come non è ammessa la truffa. La prossima volta che vedete qualcuno correre senza pettorale o fare il furbetto segnalatelo (agli organizzaotori o agli ufficiali di gara). Un bene per lui, per voi e per chi ama correre.