Corsa: le regole valgono per tutti
Regolamento. Federazione. Associazione. Affiliazione. Dilettante. Parole che a molti runner, soprattutto per chi si ritiene amatore, risultano a volte sconosciute o strane. Se non addirittura superflue. Eppure quando si decide di iscriversi ad una società, si dovrebbero conoscere tutti i doveri (almeno) e gli obblighi a cui si va incontro. Come sempre, l’ignoranza non è ammessa.
Di regolamento avevo già scritto qualche mese fa, riferito esclusivamente a quanto previsto dal CONI parlando di doping (qui l’articolo di riferimento). Oggi vorrei invece fare una riflessione di più ampio raggio, riferita a tutto ciò che comporta essere iscritto ad una società podistica, indipendentemente che sia affiliata alla FIDAL o a una delle tante EPS (Ente di Promozione Sportiva) che esistono sul territorio italiano.
Premessa
Possono esistere quattro diverse tipologie di società sportive: la ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica, la maggiormente diffusa in ambito amatoriale-dilettantistico), la SSD (Società Sportiva Dilettantistica), la SPA (Società Per Azioni) e la SRL (Società a Responsabilità Limitata). Per quanto ci interessa, le prime due si differiscono dalle ultime due per il fatto che non possono esercitare un’attività sportiva professionistica ma solo di tipo amatoriale (più altro). La SSD si distingue poi dalla ASD principalmente per la forma giuridica (appartiene ad una speciale categoria di società di capitali). L’assenza del fine di lucro è comunque il comune denominatore di ASD e SSD (oltre alla promozione dell’attività sportiva).
L'Associazione Sportiva Dilettantistica
Cos’è quindi una Associazione Sportiva Dilettantistica? È un'associazione con finalità sportive e senza scopo di lucro. Un'organizzazione di più persone che (principalmente per passione) decidono di associarsi stabilmente e si accordano per realizzare un interesse comune (la gestione di una o più attività sportive), senza un reale guadagno economico e per finalità di natura ideale, ossia in forma dilettantistica.
Per poter promuovere l’attività sportiva (amatoriale o agonistica che sia) una Associazione Sportiva Dilettantistica deve (necessariamente) essere affiliata al CONI, "accettando e conformandosi alla sue disposizioni e ai regolamenti della federazione (FIDAL nel nostro caso) e/o agli enti (EPS) a cui è affiliata, impegnandosi ad accettare eventuali provvedimenti disciplinari, che gli organi competenti della federazione e dell’ente di promozione dovessero adottare a suo carico, nonché le decisioni che le autorità federali e dell’ente di promozione dovessero prendere in tutte le vertenze di carattere tecnico e disciplinare attinenti all'attività sportiva” (l’adesione al CONI in realtà non è obbligatoria, ma diventa automatica nel momento in cui ci si affilia ad una qualsiasi federazione sportiva).
L’atleta amatore
Perché tutta questa premessa? Perché è necessario fare un quadro preciso di cosa comporti essere parte di una ASD. Iscrivendosi ad una Associazione Sportiva Dilettantistica non si ha semplicemente il lasciapassare per poter partecipare a gare di corsa, ma si accettano regolamenti e obblighi che tutte le federazioni di cui si fa parte prescrivono. CONI. FIDAL. IAAF. EPS. La scusa "tanto sono un amatore" o "tanto arrivo trecentesimo” non sono valide. Gli obblighi, dal primo all’ultimo arrivato, sono gli stessi (o quasi - in alcuni casi, come nella Modifica alla Regola 100 del Regolamento Tecnico Internazionale, sono previste alcune piccole differenze tra atleti élite e gli altri atleti ).
Mi fa rabbrividire leggere spesso sul web, e in particolare sui social, di runner (ma anche di giornalisti, dirigenti e addirittura presidenti) che pensano di poter essere al di sopra della legge per il semplice motivo di non gareggiare per un titolo (assoluto o di categoria) ma per il solo piacere di correre. Facendo parte di una Associazione Sportiva Dilettantistica si devono assolvere tutti i doveri prescritti dalle varie federazioni a cui si fa riferimento. Non si possono assumere farmaci non permessi, non si può decidere di partecipare ad una gara senza pettorale, non si può ricevere assistenza extra, non si può tagliare il percorso, non si può indossare il chip di un altro runner. Non si può. E il presidente di ogni società è il responsabile (penale) di tutto quanto i suoi atleti compiono.
Spesso molti pensano che essere parte di una Associazione Sportiva Dilettantistica non affiliata alla FIDAL esoneri da tutta una serie di doveri legati al mondo dell’agonismo. Niente di più sbagliato. Anche le EPS (CSI, ENDAS, UISP, PGS...) sono associazioni legate al CONI, del quale sottoscrivono e accettano disposizioni e regolamenti (una squalifica per doping vale tanto per le gare FIDAL quanto per quelle EPS). Semplice.
Essere un runner e correre per il solo benessere fisico (a meno che non lo si faccia semplicemente in modo libero nel parco sotto casa) non esonera nessuno dal dover rispettare tutte le normative che regolano l’attività sportiva, amatoriale e agonistica. Come in ogni altra disciplina (che sia il ciclismo o il calcio o il tiro con l’arco o il nuoto) deve essere conosciuto, e rispettato, ogni regolamento. Scuse non ce ne sono. Ignoranti (o furbetti), invece, fin troppi.