Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social-media e analizzare il traffico generato. Continuando a navigare in questo sito web acconsenti all'uso dei cookies.

London Calling

È un richiamo delicato quello della maratona. Come il canto delle sirene. Che arriva da lontano ma ti strega. E una volta che l’hai provato non puoi più fare a meno di inseguirlo. Ogni occasione (London Marathon) è buona. Ogni scusa (Nike Vaporfly Next%) è buona. Ogni storia (Farah vs Kipchoge) è buona. Per sognare. 

Se la New York City Marathon può essere considerata il sogno americano del running, Londra e Berlino sono sicuramente entrate nel pensiero comune come le due maratone della sfida. La prima come lo scontro tra titani, che ogni anno ripropone la lotta fratricida tra gli atleti di vertice del running mondiale (Mo Farah e Eliud Kipchoge nella fattispecie). La seconda come la storia infinita, quella rincorsa (quasi) impossibile per abbattere il muro delle due ore sul tracciato più veloce del mondo. E a pochi giorni dal nuovo confronto londinese è impossibile non provare ad immaginare cosa succederà. 

Nike, cavalcando l’onda dell’attesa, ha presentato proprio in queste ultime ore la nuova scarpa che diventerà protagonista delle maratone (e non solo) dei prossimi mesi: la Vaporfly Next% (qui l’articolo esclusivo di Runner’s World). Nuova intersuola, nuovo tomaia, nuovo design, nuovo drop... tante nuove piccole modifiche che hanno trasformato piano piano una scarpa da corsa nella scarpa dei sogni. E a sognare ho cominciato anch’io. Pensando a quando le potrò stringere ai piedi. Ma soprattutto a quando potrò riprovare ad abbattere quel fatidico 2h 51’ che ormai da troppo tempo ha fermato ogni mio sogno in maratona. 

Ma per realizzare i sogni è necessario crederci. Poi provarci. Ed è quello che nell’ultimo anno e mezzo sto facendo, lottando contro tutti quei piccoli (grandi) problemi che nel frattempo sono nati. Immaginando quello che sarà dopo. Provando a pianificare un recupero più difficile di quel che avrei mai potuto immaginare. Non vedo l’ora di ritornare a sudare (sognare), soffrire (godere), urlare (gioire). 

Se non posso correre (come vorrei) posso però guardare chi lo fa. Esserci. Viverci. Assaporare il profumo dell’asfalto anche seguendo il ritmo indiavolato di chi è in grado di trasformare i sogni in realtà. E domenica (diretta TV su Raisport e Raiplay sul web) sarò davanti allo schermo per tifare Mo. E Kipchoge. Non perché uno dei due vinca, ma perché possano regalare uno spettacolo che sappia riempire la mia (nostra) voglia di corsa. Guardare le loro nuove Vaporfly Next% prendere il volo, disegnando vortici verde-fluo nel cuore di una grigia mattina londinese. Provando a scrutare più dietro e sognandomi alla loro rincorsa tra un anno. Magari non da solo. Magari per un nuovo inizio. E un lieto fine.