Correre leggendo
E’ un po’ che non parlo di libri. Non perché non ne legga. Ci sono momenti in cui lo faccio più che in altri. E negli ultimi mesi, forse anche per la voglia di tornare a correre, me ne sono passati tra le mani un po’. Qualcuno scelto, qualcuno consigliato, qualcuno regalato. Ve li racconto.
Oggi ho voglia di parlare di libri, ma non voglio fare una recensione di quello che ho letto. Preferisco che ognuno si faccia le proprie idee. Tutto sommato, almeno in questo caso, c’è ancora la possibilità di avere gusti differenti senza dover trovare scuse. Romanzi, racconti, attualità, guide, biografie. Di tutto un po’.
Solo dieci anni fa era più difficile trovare libri sulla corsa. Entravi in libreria e i titoli erano sempre gli stessi. O almeno tutti uguali. Oggi la situazione è diversa. Come in tanti hanno deciso di iniziare a scrivere sul web, altri hanno cavalcato l’onda della carta stampata. La scelta è diventata ampia e varia. Non più solo consigli per allenarsi, tabelle da in-seguire, consigli di alimentazione, biografie di atleti del passato. Oggi chi prima arriva vince. Come nella corsa. Ma proprio come correndo, è importante avere un prima. Meglio non improvvisare, per non rischiare di scottarsi e non ritrovare più la strada.
Tipi che corrono
E’ l’ultima fatica di Fulvio Massini. Non tanto un libro da leggere, quanto un manuale per imparare a correre. Consigli basati sull’esperienza di uno dei più grandi preparatori atletici italiani. Quello che a me piace di Fulvio è la sua continua voglia di evolversi. La sua capacità di innovarsi, di migliorarsi. Come quando si inizia a correre e ci si impone obiettivi sempre più alti. In questi anni in cui ha affiancato me e tanti amici e compagni di squadra, ho potuto apprezzare la sua continua ricerca di metodi di allenamento alternativi, qualitativi e soprattutto personalizzati. Non solo verso l’obiettivo da raggiungere, ma anche e soprattutto adattandolo alla persona che si è trovato davanti. Ho assaporato in anteprima molte volte nuovi esercizi e nuovi metodi, facendo anche da cavia. Ma riscoprendo ogni volta sempre nuova voglia di correre e riprovarci. Chiaramente tutto questo non può esserci in un libro aperto a tutti. Ma è quello che ha provato a fare anche scrivendo, riferendosi a qualsiasi tipo di amatore, dal principiante, all’atleta più evoluto. Per me è stato un po’ come riguardare il nostro percorso degli ultimi anni e immaginare dove potrebbe portare l’ennesima nuova strada.
Vicino alle stelle
Marco Chinazzo non era un runner quando ha iniziato la sua storia. Era semplicemente un uomo. Con le sue passioni, il suo lavoro, la sua famiglia. E tutti quei problemi che la vita ci regala. E quando la strada è diventata troppo in salita ha cercato il modo di non fermarsi. E si è trasformato in un ultramaratoneta. Così da un giorno all’altro. Con l’incoscienza di chi si vuole aggrappare a qualcosa pur di non arrendersi. Un ultramaratoneta che non sapeva nemmeno correre, che non aveva idea di cosa volesse dire correre. Eppure ci ha provato. Corre dal Piemonte fino a L’Aquila, in un viaggio introspettivo più che per un’impresa. L’anno successivo attraversare tutte le regioni italiane come inevitabile proseguimento della sua metamorfosi. Che forse poco a poco diventa un’ossessione. Come quella che dodici mesi più tardi lo spinge ad attraversare in solitaria il tracciato rosso della Via Alpina in sella ad una bici. La lettura non è semplice, come non dev’essere stato semplice trovarsi lungo quelle strade. Ma allo stesso tempo non è facile staccarsi dalle pagine del libro per la voglia di sapere quello che succederà. Cosa sarà. Forse perché in Marco e nella sua cieca voglia di riscatto c’è racchiuso anche una piccola parte di tutti noi.
Le cover di Tipi che corrono, Vicino alle stelle, Io corro da solo, Il Passatore da zero.
Io corro da solo
Ho conosciuto Francesco Panetta un anno fa. Lo conoscevo già per le sue imprese atletiche degli anni ottanta e novanta. Ma per me era un nome come tanti altri. Come Mennea, Cova, Baldini, Bordin, Antibo e tutti quei campioni azzurri che hanno fatto grande l’atletica italiana. L’ho intervistato, l’ho incontrato a vari eventi, abbiamo anche mangiato insieme. E sono bastati pochi momenti per capire la sua personalità, le sue idee, la sua storia. Leggere Io corro da solo è stato un po’ come sentirselo raccontare da lui. Aneddoti, storie, racconti della sua carriera, della sua vita, del suo modo di correre. Del suo modo di interpretare la corsa. L’atletica. Non una noiosa biografia, ma una chiacchierata tra amici davanti ad una birra. Con la passione che trasuda dalle parole, con la rabbia di chi è abituato a stare sempre in attacco, con il fiato corto per riuscire a stargli dietro, con la voglia di dimostrare di essere ancora la corsa. Francesco da quando ha smesso la sua carriera sportiva non ha più corso. Coerentemente con il suo pensiero. Adesso lo lascia fare alle sue parole.
Il Passatore da zero
Come preparare una cento chilometri. E’ stata questa l’intenzione di Luciano Ruggieri. Farla e raccontarla. Non semplicemente un diario del suo viaggio, ma una spiegazione di cosa voglia dire salire sulla Colla arrivando da Firenze e ridiscendere nella notte fino a Faenza. Tabelle, suggerimenti, riflessioni sulla più importante cento chilometri su strada italiana. Correre un’ultramaratona, prepararla soprattutto, è (e deve essere) un viaggio introspettivo, ambizioso, coerente, continuo. Senza improvvisare. Senza osare troppo. Un manuale per provare ad immaginare il proprio percorso. Un’esperienza che non è per tutti. Ma un’esperienza da sognare.
Da quando corro e scrivo anche io avrei sempre voluto provare ad affrontare le pagine bianche di un libro. Me lo hanno anche proposto. Più volte. Forse non sono ancora pronto, o forse non sono ancora in grado di affrontarlo. Anche quello deve essere un percorso. Coerente. Con un traguardo preciso. Forse non conosco ancora il mio obiettivo. O forse sto solo aspettando di capire cosa manchi in questo mondo per poter compiere il primo passo.