Stroller Running: intervista su Babyrun.it
In questo periodo di (nuovo) forzato riposo, ne approfitto per condividere l’intervista esclusiva "Due podisti e un passeggino: dove c’è famiglia c’è… stroller running" rilasciata a Babryrun e pubblicata ieri su vari social.
Mi ha fatto piacere poter raccontare la mia esperienza sportiva-lavorativa-di-vita a Babryrun. Primo perché ho potuto portare la mia diretta testimonianza in tema di passeggini da corsa e da pioniere della disciplina. Ma anche perché mi è stata data l’occasione per la prima volta di raccontare la mia esperienza personale, di condividere la strada che ho percorso, di far conoscere le scelte e le motivazioni che mi ha portato ad essere quello che sono oggi.
E’ servito anche a me per fare il punto della situazione, per guardarmi alle spalle senza rimorsi, per guardare avanti e capire cosa voler fare da grande. E non sono mancati nuove idee che spero di poter realizzare quanto prima.
Lascio di seguito solo un piccolo stralcio di quella che è l’intervista completa, che potete trovare e leggere con calma sulle pagine di Babryrun.it.
Due podisti e un passeggino: dove c’è famiglia c’è… stroller running
"Conciliare lavoro, famiglia, passione per la corsa è un’impresa ardua ma non impossibile, come testimonia il nostro personaggio del mese, Corro Ergo Sum, al secolo Dario Marchini, designer e giornalista di Gessate (MI). Dario e sua moglie Chiara non solo amano la corsa ma sono convinti sostenitori dello stroller running. In particolare, Dario ha all’attivo diverse partecipazioni a corse, accompagnato dal piccolo Tommaso di 20 mesiche non si limita a fare il tifo per papà, ma lo accompagna lungo tutto il percorso… comodamente allacciato alle cinture del suo passeggino!
+ Dario, giornalista e runner: quale delle due anime prevale?
Pratico sport da sempre, forse ancor prima di andare alle elementari. Quel che mi ricordo bene è che da piccolo odiavo correre, troppa fatica. Poi durante il liceo qualcosa è cambiato e correre è diventato facile. Non ho mai praticato atletica (nessuno me lo ha mai suggerito peraltro) ma correvo ai Giochi della Gioventù per la mia scuola. Mezzofondo e cross (con la velocità non ho mai avuto un buon feeling). Durante l’università ho proseguito l’attività agonistica su altri campi, corricchiando solo per tenermi in forma.Dopo i trent’anni ho scoperto invece il vero piacere di correre, e ben presto mi sono dedicato solo a quello. Prima qualche uscita vicino a casa, poi le tapasciate domenicali con gli amici, fino ad arrivare alla maratona, nel 2007. Tagliando quel traguardo è scoppiato il vero amore.
Avevo già iniziato a scrivere una sorta di diario dei miei allenamenti, per avere memoria di sensazioni, tipologie di allenamenti etc.. Poi, per il mio lavoro (sono anche designer), ho avuto la necessità di dover imparare ad utilizzare i primi CMS e ne ho approfittato per fare pratica creando il mio sito personale, Corro Ergo Sum. Poco alla volta, da semplici post di qualche riga ho iniziato a raccontare la mia storia quotidiana di runner attraverso articoli sempre più completi. Ho iniziato ad avere un seguito e lo stimolo, sia nello scrivere che nel correre, è cresciuto.
Mi è sempre piaciuto leggere e scrivere, ma non avevo mai pensato di farne una professione. Invece, nel 2013, ho avuto la possibilità di iniziare a collaborare con Runner’s World e in poco tempo sono diventato giornalista. Oggi, passione e lavoro (collaboro anche nell’organizzazione di eventi podistici) sono diventate la stessa cosa.Torniamo al progetto Corro Ergo Sum.
+ Innanzitutto: perché l’hai chiamato così?
Nonostante non sia mai stato il primo della classe a scuola, il latino mi ha sempre affascinato. Inconsciamente quando ho dovuto cercare qualche nome particolare (ad esempio per i nickname in rete) sono sempre ricaduto sul latino. Così quando ho dovuto pensare ad un nome per il sito è stato abbastanza semplice decidere. Corro Ergo Sum.“Corro quindi esisto”, che incarna e sintetizza la vera passione per la corsa. Semi-citazione del “cogito ergo sum” (penso quindi esisto) di Cartesio. Con le scarpe ai piedi ci sentiamo improvvisamente liberi, vivi. Grazie ad un gesto così semplice e allo stesso tempo così naturale (correre come pensare) realizziamo tutto d’un tratto di esserci. I problemi e le preoccupazioni, anche solo per un’ora, ci scivolano via veloci sulla pelle, ce li lasciamo alle spalle e non ci possono più raggiungere. E siamo solo noi stessi.
Ho dovuto anche fare un po’ di ricerche per essere sicuro che fosse grammaticalmente corretto (il latino più arcaico direbbe “curro” e non “corro”) ed ho avuto il benestare dalla mia vecchia professoressa di latino del liceo!Quando ho iniziato a scrivere non era ancora scoppiato il boom di blog e influencer di oggi. Anche Facebook era agli albori e Instagram nemmeno esisteva.
Io sono forse rimasto uno dei pochi a scrivere davvero un blog, anche se preferisco definirlo “sito” per non cadere in un calderone che ha preso un’ottica negativa. Io racconto la mia esperienza. Racconto quello che faccio, i miei allenamenti, le gare a cui partecipo, le emozioni che provo, quello che vivo grazie alla corsa.In tanti pensano che i blog siano ormai uno strumento delle aziende che commissionano articoli semi-pubblicitari. Beh, per me non è così. Se parlo di scarpe, di sportwatch, di passeggini, di gare lo faccio perché è inerente alla mia esperienza, per condividere le mie conoscenze con altre persone che mi seguono o cercano informazioni in rete. Non perché me l’hanno commissionato. E poi tutto quello che scrivo è strettamente personale, una mia opinione, che non necessariamente deve essere quella giusta...”.
→ Leggi l’intervista completa "Due podisti e un passeggino: dove c’è famiglia c’è… stroller running” su Babryrun.it.