361° Sensation 2: nate per sorprendere
La mia prima idea era stata quella di correrci 361 Km prima di parlarne. Giusto per dare più enfasi alla scarpa stessa, ma soprattutto avere un bel po' di chilometri sotto le suole. Mi sono accontentato dei 250 Km fatti fino ad ora in due mesi, alternando le 361° Sensation 2 con altre paia di scarpe concorrenti. Il miglior modo per capire cosa preferiscono i nostri piedi.
361° (361 degrees, letteralmente, o tre-sei-uno, per noi) è un marchio globale per chi ancora non lo conoscesse. Nel senso che nonostante sia nato in Cina non è geolocalizzato solo sul territorio asiatico, ma sviluppa strategie, prodotto, marketing in diverse parti del mondo. Pur essendo una casa nuova, deriva parte della sue esperienza da aziende leader del settore, regalandoci (in questo caso) una scarpa universale.
Chi si aspetta qualcosa di estremamente innovativo potrebbe rimanere spiazzato prendendo in mano il modello Sensation 2. Eppure ai piedi regalano sensazioni inaspettate. Come dice il nome 361° vuole dare supporto e adattarsi ad ogni tipologia di corsa, di superficie, di velocità. A trecentosessanta gradi, appunto. Anzi, uno in più. Quello che fa la differenza. Una scarpa stabile, per correre a lungo, ma che regala la “sensazione” di essere diversa una volta calzata. Più leggera. Più comoda. Più reattiva. Più.
La tomaia è in AirMesh traspirante, con una linguetta anatomica che accarezza il piede e lo abbraccia (come piace a me), senza la possibilità di scivolare fastidiosamente verso l'esterno del piede. L'intersuola, basata sul brevetto Quickfoam, è composto da una miscela di EVA e gomma incapsulata in un una pellicola di poliuretano, per attenuare gli impatti in modo duraturo ed efficace. Mentre la suola in gomma al carbonio di diverse densità garantisce una maggiore trazione nell’avampiede e resistenza a lunga durata, soprattutto nella parte posteriore. Particolari che la rendono decisamente resistente all'usura nonostante l'alto numero di chilometri percorsi (se non sapessi di averci corso duecentocinquanta chilometri, ad occhio ne potrei valutare circa la metà guardando i consumi superficiali).
La base di appoggio è ampia e comoda (sempre come piace a me), ma la calzata rimane comunque stretta e anatomica. Il piede difficilmente slitta all'interno della tomaia, anche nella parte tallonare, garantendo un passo sicuro a qualsiasi velocità e su qualsiasi tipologia di terreno. L'ho provata in piano, in discesa, in salita, su asfalto, su sterrato accidentato e ciottoli, e non ho mai avuto nessun tipo di problema.
Le nuove 361° Sensation 2.
Il drop è di 9 mm ed il peso importante (326 gr per il modello da uomo e 280 gr per quello da donna). Non è certamente una scarpa veloce, ma non è nemmeno quello che vuole essere. Nell'intersuola è stata inserita anche una piccola variazione di densità tra la parte interna (65) ed esterna (55) del piede (una sorta di supporto) che garantisce maggiore stabilità in appoggio. Particolare che inizialmente mi aveva creato qualche dubbio, ma che una volta provata vorrei invece avere su tutte le tipologie di scarpe da utilizzare frequentemente.
Sensation 2 può sembrare la classica scarpa stabile, ma una volta provata regala quasi sensazioni da (super)leggera. Adatta ad ogni tipologia di runner, per chi inizia, per chi corre a lungo o per chi ha qualche chilo in più. Personalmente l'ho sempre utilizzata per gli allenamenti più lunghi o per i più lenti, ma ci correrei tranquillamente anche la maratona. Nata per sorprendere.