Orobie Ultra Trail con Reda Rewoolution
Hanno le facce tese dei grandi eroi pronti al sacrificio i 255 partenti della seconda edizione della Reda Rewoolution Orobie Ultra Trail (OUT). La tensione che si legge negli occhi, le racchette strette tra le mani come armi per la battaglia, gli zaini ancora carichi che abbracciano le spalle, il nome che sventola sul pettorale come un vessillo. La sinfonia epica che risuona a tutto volume nel centro di Clusone a pochi minuti dal via, aumenta l’adrenalina, fa salire i brividi e regala loro la forza per il primo passo.
Perché alla fine la vera speranza di ogni ultra-trailer è quello di arrivare al traguardo. 140 Km di sentieri attraversando le Orobie. 9500 m di dislivello positivo, risalendo la Val Brembana e la Val Seriana fino allo splendido scenario di Piazza Vecchia dentro le mura di Città Alta a Bergamo. Una corsa solitaria, per sé stessi. Con un unico avversario da battere, la montagna.
Sentieri scoscesi, passi con panorami mozzafiato, laghi alpini che riflettono il cielo, distese di prati verdi e sgargianti, boschi bui freschi e fitti. Lo spettacolo che possono regalare le Alpi Orobie a molti è sconosciuto, ma è uno scenario emozionante che non ha nulla da invidiare a gare ben più blasonate. Orobie che chiedono anche molto, con un continuo e ripido sali-scendi su pietraie fredde e scivolose, sentieri che si inerpicano sulle creste delle strette valli, discese ripide e tecniche che distruggono le gambe. “È dura. Durissima. Non credevo che queste montagne fossero così ripide e alte. E’ quasi impossibile correre in salita, ma soprattutto scendere veloci lungo i sentieri. Ho le gambe distrutte. – racconta velocemente Stefano, 50 anni, con il pettorale quasi illeggibile. Sta bevendo velocemente prima di ripartire subito dal ristoro in cima al Mone Poieto, centodecimo chilometro e poco più di gara – Solo un mese fa ho fatto un altro ultra trail sulle Dolomiti ma non è stata così difficile e pesante”.
Per una volta ho fatto solo da spettatore, ospite di Reda Rewoolution, che ha sostenuto la Orobie Ultra Trail anche in questa seconda edizione. Per noi il breve assaggio di qualche sentiero, con la sola possibilità di sognare di essere in gara. Vedere arrivare alla spicciolata gli atleti sempre più stanchi ma sorridenti è stato emozionante. Ho provato tanta invidia, ma senza riuscire a capire quale possa essere il vero sforzo che si nasconde dietro a così tante ore di fatica. Cosa significhi realmente. Cosa serva per poterlo fare. L'unica certezza è la voglia di provarlo. E forse un giorno ci sarà tempo anche per quello.
Il meteo è stato quasi sempre amico e alleato. Cielo azzurro e sole che ha scaldato anche la vetta delle montagne, risalendo le valli quasi ad inseguire il percorso. E dopo i primi arrivi, nella notte anche tanta pioggia, temperature rigide e vento, che hanno fatto interrompere la manifestazione per una cinquantina di minuti. Un decisione importante ma intelligente, di un’organizzazione attenta e sempre presente, per garantire l’incolumità di tutti i partecipanti.
Impressionante la percentuale dei ritiri, arrivata al 46% al termine della gara, a testimonianza dell’alta difficoltà del percorso, con il bergamasco Oliviero Bosatelli (secondo nella prima edizione dello scorso anno) trionfatore indiscusso della corsa in 24h e 08’. «Ho sofferto un po’ il caldo, ma considerato il distacco dal secondo alla fine me la sono presa comoda. In ogni caso una grande emozione. Grazie a tutti quelli che sono stati sul percorso durante queste ventiquattro ore erano ovunque e ad ogni ora e hanno dato un supporto incredibile e importantissimo a noi atleti». Bosatelli, bergamasco di 47 anni, conosce bene le sue valli ed ha comandato indisturbato per tutta la gara, prendendo la testa dal via e non lasciando mai possibilità di rimonta ai diretti avversari. Alle sue spalle altri due bergamaschi, Guido Caldara (25h 20’) e Andrea Macchi (25h 43’), entrambe distaccati di più di un’ora. La categoria femminile ha invece regalato un emozionante colpo di scena. Dopo il ritiro della favorita e vincitrice dell’edizione 2015 Lisa Borzani, costretta ad alzare bandiera bianca al Rifugio Alpe Corte, a conquistare la vittoria è stata Petra Muckova, che ha raggiunto Città Alta dopo 31h 02’ dal via, seguita da Marina Plavan (32h 23’) e Rossana Morè (35h 01’).
Reda Rewoolution Orobie Ultra Trail non è solo “OUT”, ma anche “GTO”, la Gran Trail Orobie. 70 Km e 4200 m di dislivello positivo che si sviluppano lungo la parte finale della sorella maggiore. 723 i partenti (da Carona in Alta Val Brembana) che hanno raggiunto il collegamento con la gara principale al passo dei Laghi Gemelli. Solo il 18% gli ultra-trailer che non sono poi riusciti a portare a termine le loro fatiche fin dentro le mura di Città Alta. Meno chilometri, che non son certo equivalsi a minor fatica. Vincitore il lituano Gediminas Grinius che ha concluso la gara in 8h e 35’, seguito a stretto giro da Roberto Gil Lopez (8h 50’) e Pablo Barnes (9h 03’), rispettivamente secondo e terzo classificato. Regina del podio femminile è stata Virginia Oliveri che, salita sul gradino più alto del podio con un tempo di 10h 43’, ha preceduto Sonia Escuriola Reula (11h 28’) e Moira Guerini (11h 40’). Per chi invece non ce l’ha fatta, la consapevolezza di aver comunque scritto un pezzo di storia. Orobica.