TomTom Cardio vs Polar M400
Ho avuto la curiosità di provare il TomTom Cardio fin da quando ne avevo sentito parlare, ancora prima che uscisse. Per chi come me soffre lo stretto abbraccio della fascia-cardio tradizionale, l'innovazione del rilevamento cardiaco da polso è un'idea di notevole successo. Mi capita e mi è capitato di correre (ci avevo fatto anche la mia prima maratona, nda) con la fascia legata al torace, ma soprattutto nelle corse con più chilometraggio e in quelle più di qualità (come ad esempio nelle sessioni di ripetute), dove il cardio sarebbe forse ancora più importante da controllare, ne ho sempre fatto a meno. Troppo il fastidio per poter portare a casa un buon allenamento o portare a termine una gara senza deconcentrarsi o avere problemi di scomodità. Per questo la possibilità di provare sulla pelle (del polso) il nuovo gps-cardio di TomTom mi è sembrata un'opportunità da non farsi cappare. Con l'occasione ho anche contemporaneamente confrontato prestazioni e risultati con Polar M400 e la sua fascia (in dotazione). E i risultati, in certi casi, sono stati una sorpresa.
TomTom Cardio e Polar M400 a confronto. Nelle immagini 2 e 4 il rispettivo segnale (stesso allenamento) sui portali TomTom MySport e PolarFlow. Nell'immagine 5 il confronto su Strava del tracciato del passo (azzurro per Polar e verde per TomTom) e della traccia cardio (viola per TomTom e rossa per Polar).
Premetto che ho usato entrambe i (chiamamoli così per semplicità) gps, esclusivamente in allenamenti medio-lenti. Primo, come già detto per evitare possiili fastidi in sedute più importanti di qualità, ma anche e soprattutto per avere tempo e testa per concentrarmi sul loro comportamento in tempo reale. Oltre che nell'analisi post-allenamento. Col vantaggio ulteriore di non avere grossi sbalzi e cambiamenti sia di passo che di cardio. E la cosa che più mi è balzata all'occhio è l'estrema differenza tra parametri differenti che esiste tra un dispositivo e l'altro. Ho sempre utilizzato funzioni basilari e semplici, senza andare a caricare allenamenti preimpostati o ad utilizzare funzioni particolari.
Il primo fattore che ho analizzato è stata l'acquisizione a riposo del cardio non appena indossato fascia (Polar M400) o orologio (TomTom Cardio). Entrambe sono molto rapide, se non quasi istantaneee. Forse leggermente più veloce la fascia. Sicuramente più precisa. Anche se TomTom Cardio non sballa di molto (in positivo), soprattutto se seduti. Appena fuoriusciti dalle mura domestiche (a volte mi è capitato ancora all'interno), l'acquisizione del segnale gps è praticamente istantanea in entrambi, con qualche punto a favore questa volta per TomTom. Ma appena partiti, la storia cambia. Se sul segnale gps (lunghezza dei chilometri e vibrazione sui lap) è ancora il TomTom Cardio ad avere la meglio (Polar M400 ha il chilometro leggermente più corto di qualche metro, secondo i miei parametri abituali confrontati anche con Garmin Forerunner 10), parlando di segnale cardio in movimento non c'è confronto. Polar M400 continua nell'alta qualità del segnale, costante, istantanea e precisa. Quasi mai una sbavatura, anche spostando accidentalmente la fascia col movimento del corpo. Per TomTom Cardio invece grossi problemi.
Ho provato varie soluzioni: braccio destro, braccio sinistro, allacciatura stretta, allacciatura larga, posizionamento vicino al polso, posizionamento sull'avambraccio, pelle asciutta, pelle bagnata. Il risultato non è cambiato di molto. La configurazione migliore sicuramente è quella su braccio destro, asciutto, non troppo stretto. I problemi principali sulla ricezione del segnale cardiaco si vedono soprattutto nell'alto valore di risposta del dispositivo, con circa 20 bpm in più rispetto a quelli rilevati da Polar M400. E, come anche segnalato nella guida-rapida in allegato, un lasso di tempo che va dai cinque ai quindici minuti di riscaldamento, prima che il segnale si stabilizzi (giusto o sbagliato che sia). Segnale nemmeno troppo lineare e soprattutto mai in linea con quello di confronto.
Sul post-allenamento nuovo disallineamento. Entrambe le case hanno un portale proprio per la gestione delle sessioni di allenamenti e gare. Più social per Polar, più semplice per TomTom. Questione di gusti. E in entrambe i casi è possibile esportare il tracciato in diversi formati per condividerlo su altri portali (es. Strava). Ma mentre TomTom è completamente integrato (anzi esporta automaticamente e direttamente su Strava l'allenamento), per Polar è necessario esportare dal PolarFlow la sessione e ricaricarla manualmente (con l'inevitabile reinterpretazione degli algoritmi).
Ultimo accenno a quello che meno interessa l'aspetto podistico. Il design è particolare in etrambe i casi, rivolto più al lato sportivo per TomTom Cardio (anche se il multi-tasto quadrato non è comodo all'utilizzo soprattutto in corsa) e molto più fashion per il Polar M400. Entrambi sono accoppiabili tramite bluethooth con uno smartphone. Ma in Polar offre in più qualche opzione-extra integrata (tra le altre) come l'activity tracker giornaliero o la notifica dei messaggi smartwatch.