Maratonina Città di Treviglio (Treviglio)
Pioggia e freddo. E' il destino delle ultime competitive, che fossero maratone o mezze. Ma non è l'unica cosa che hanno in comune. In ogni gara ho abbassato il mio personale andando oltre le più rosee aspettative. E così è stato anche oggi. Alla faccia della malattia che mi ha rallentato nella preparazione. Ma come sempre non bisogna mollare, crederci, provarci, soffrire e... vincere. Se ripenso a Cremona ed alla gara di oggi potrei riviverle parallelamente. Controllo fino al quindicesimo chilometro e poi allungo finale. Ho imparato a dosare forze e mente, a mantenermi costante nel ritmo, a raggiungere gli obiettivi poco alla volta. Non posso che essere soddisfatto dalla corsa di questa mattina, perchè ci speravo e ci credevo, ma non pensavo in un così buon risultato.
Alle 9.00 in pantaloni corti, maglia tecnica a maniche lunghe e maglia societaria a maniche corte insieme a mio Zio ho iniziato il riscaldamento. Uscendo dal caldo della palestra i 4/5°C si sono fatti subito sentire, ma tutto sommato dopo qualche minuto di corsa il corpo si è acclimatato. Come sempre Treviglio richiama un buon gruppo di corridori, quasi settecento alla partenza. Ci scaldiamo fino a pochi minuti dal via quando ci intrufoliamo poi nelle prime file. Veniamo colti quasi di sorpresa dallo sparo e mi ritrovo a correre quasi senza accorgermene seguendo la massa. Cerco di non farmi trascinare dalla foga del primo chilometro per non sprecare preziose energie e al primo intermedio scopro di essere comunque più veloce dei 4' 10" che voglio fare nella prima parte di gara. Rallento leggermente mentre il divario con il gruppo che mi sta davanti si allunga leggermente. Usciamo da Treviglio dopo il terzo chilometro per inoltrarci verso Badalasco e Fara poi, come due settimane fa nella corsa amatoriale di Pontirolo. Stesse strade, stesse curve. Ho riferimenti ovunque e spacco il cronometro al secondo ad ogni intermedio. Fino al decimo chilometro, 41' 15", le gambe girano senza problemi. Fiato ne ho, la temperatura è fresca ma non dà particolari problemi. I gruppetti si assottigliano e anche io comincio a fare gara da me, allungando sui quattro o cinque che mi si sono accodati per la prima parte di gara. Dopo il giro di boa comincio recuperare terreno sui primi che rallentano. Il passaggio da Fara verso Pontirolo tra il dodicesimo e il tredicesimo chilometro è quello che soffro un po' di più: leggero falsopiano, debole vento contrario. Quando però svoltiamo a destra per ritornare verso Treviglio la testa cambia marcia per prima. Mi trattengo ancora per un chilometro mentre ricominciano le salitelle tutte curve e poi mi lascio a andare. Dal 15 Km vado più a sensazione e piazzo subito, seppur in salita, il primo chilometro a 4'. Anche i seguenti non superano mai i 4' 05", con la testa che percorre appena prima dei piedi strade e curve che si susseguono. L'aria però diventa fredda e comincia a piovviginare più forte. Sento il freddo in faccia, sulle dita delle mani, sulle gambe. Sento gli schizzi risalirmi fin sulla schiena ad ogni passo, con le gambe che girano bene. Recupero posizioni indisturbato. Quando lascio la Geromina e trovo il cartello del diciannovesimo chilometro so che il personale dei 21 Km è al sicuro. Due rapidi calcoli e capisco di potr fermare il cronometro con il "6" nell cifra dei minuti. Aumento il passo attendo a non consumarmi prima dello sprint finale. Pago leggermente il piccolo sottopasso appena prima dell'ultimo chilometro ma poi è un unico allungo fino all'arrivo. Passo più di una decina di corridori negli ultimi cinquecento metri, mentre dalle macchine in coda ai semafori molti spettatori improvvisati ci guardano distratti. Negli ultimi cento metri le gambe vanno da sole, rinforzate dall'adrenalina. Sento qualcuno che prova una rimonta dalle retrovie incitato dal suo pubblico, ma oggi non ce n'era. Apro le braccia mentre passo sotto il traguardo e Mandelli mi incornicia in una delle sue foto. Guardavo il cronometro di gara che scorreva inesorabile negli ultimi metri, ma riesco a fermarlo una decina di secondi prima delle mie previsioni dei giorni scorsi: 1h 26' 47". Cento-ottantesima posizione assoluta su quasi settecento arrivati, ventiquattresimo di categoria. E pensare che solo un anno fa ci avevo impiegato nove minuti in più, con un personale che mi sembrava ineguagliabile. Ma nulla è impossibile, basta volerlo.
Dopo poco più di un minuto, mentre aspetto mio Zio, vedo arrivare Marco distrutto, congelato forse ancora più di me, ma con un miglioramento incredibile. Poi di seguito tante maglie della Martesana Corse, da mio Zio a Tiziano, da Carmen a Simonetta, da mia mamma a Ivana e Lucia. Manca solo Massimo, fermo ai box per controlli, ma comunque con noi alla partenza e all'arrivo. Oggi eravamo in 25 della nostra società, un record. Un pugno giallo in mezzo a tanti colori. Bello sentirsi parte di una squadra, che si vada più piano o più forte non conta. Conta esserci, come sempre. E complimenti a chi è riuscito ad arrivare sul podio di categoria: mamma, Simonetta e Carmen. Ora non resta che migliorarsi.
Altra sorpresa inaspettata, poi, quando dopo essermi cambiato mi sono sentito chiamare. Incontro un mio vecchio compagno di classe delle superiori, Cagliani Federico, che non vedo da un po' di anni, quando tutti e due giocavamo ancora a pallacanestro. Che sorpresa sapere che è diventato un semiprofessionista proprio nella corsa. Mi ricordo le sfide a scuola, aigiochi della gioventù, ma quelli erano altri tempi. Oggi lui corre ad altri livelli e proprio a Treviglio si è piazzato quinto assoluto, primo italiano con un fantastico (per me) tempo di 1h 10'. Lo guardo al fianco di Rivo, fotografo per l'occasione, mentre gli consegnano la coppa. Si può tutto nella vita, basta volerlo.
Pettorale: 55
Posizione: 180 (su circa 700 partecipanti)
Posizone di categoria: 24
Tempo "di gara" finale: 1h 26' 55"
Media finale: 4' 07"