Mal di schiena, punto e a capo
Ci risiamo. Letto. Riposo. E niente corsa. L’incubo che ormai credevo di essermi lasciato alle spalle è ritornato. Un po’ per sfortuna, un po’ per colpa mia. Ma non è sufficiente per riuscire ad accettarlo. E’ difficile, soprattutto dopo tanti mesi in cui ho provato a riprendere, con calma, sudando, cercando un piccolo spiraglio all’orizzonte.
Il mio errore è stato sottovalutare i segnali che la schiena stessa mi ha lanciato. Credevo solo in un piccolo indolenzimento e invece tutto si è trasformato poi in un nuovo stop. Lo scorso week-end una piccola fitta mentre giocavo con Tommaso al parco mi aveva creato un po’ di allarme, ma non avendo avuto poi nessun blocco muscolare ma solo un po’ di fastidio, non me ne sono troppo preoccupato. Anzi, in settimana ho comunque corso qualche chilometro senza problemi sia al Running Summit di Reebok, sia la sera stessa accompagnando i ragazzini dell’Atletica Gessate nei loro allenamenti. Ho ricominciato anche con le pedalate in solitaria su MyCyling di Technogym, sulle salite della Maratona delle Dolomiti. Ma poi...
Tutto sembrava andare per il verso giusto, in recupero, con il dolore che poco a poco stava diminuendo. Invece giovedì sera, qualche fitta improvvisa che non ho preso in dovuta considerazione, hanno trasformato il fastidio in qualcosa di ben più grave. I muscoli del quadrato dei lombi si sono poco a poco irrigiditi, la schiena incurvata e il dolore decisamente aumentato.
Oggi è il quarto giorno in cui mi ritrovo a riposo forzato (riposo è una parola grossa poi) ed è come essere ritornato indietro di neve mesi. Provo a ripensare come sia stato il recupero di inizio anno, me allo stesso tempo cerco di non ricordare. Era da inizio aprile che la schiena non dava più segni di squilibrio. Ricaderci è stato veramente qualcosa di inaspettato.
In tutti questi mesi ho lavorato parecchio per migliorare la sua condizione. Tutti i giorni esercizi di rinforzo al core, agli addominali, alle braccia, alle gambe. Esercizi per l’allungamento delle vertebre e per la mobilità della schiena. Minuti che sono diventate ore, giorni e settimane. Una condizione che ho visto migliorare poco a poco, con la costanza che solo un runner sa programmare. Con la pazienza di chi sa che l’allenamento quotidiano porta sempre ai risultati. E così mi era sembrato stesse succedendo.
Corse senza più problemi e condizione che poco alla volta stava migliorando. Sempre con tempi più lunghi purtroppo, dettati dall’età e da problemi di contorno che non hanno certo aiutato a ritornare sui livelli abbandonati. Ma con l’obiettivo chiaro in mente di tornare presto (o tardi) per riprovare ancora ad essere più competitivo di prima.
Ho guardato spesso gli altri correre, sognando di raggiungerli e superarli ancora, dandomi tempo, provando a leggere tra tabelle e grafici tutti quei piccoli miglioramenti che potessero darmi un pizzico di fiducia in più. E adesso dovrò nuovamente partire da capo. Non so ancora quando. L’unica consolazione è che pedalare non mi da fastidio. Un modo per provare a non riprendere nuovamente i chili faticosamente persi in questi ultimi mesi (ero ritornato a 67 kg e non mi sembrava vero), cercando di mantenere anche un tono muscolare decente nelle gambe.
In tutto questo tempo ho anche incontrato nuovi amici, come Pierangelo, afflitti dagli stessi (o simili) problemi. Ci siamo fotti gli uni con gli altri, cercando la propria strada per riuscire ad uscire da questo tunnel. Continuo a leggere di altri che cadono, cedono, rimangono intrappolati in questo vortice che non sembra poter finire, ognuno per motivi diversi, ma tutti con la stessa paura. Quella non non riuscire più a correre. E proprio questo è anche uno dei motivi che mi spinge a non mollare. Dimostrare che con la volontà, la giusta terapia, l’equilibrio, tutto si possa aggiustare. C’ero quasi riuscito, o almeno così mi era sembrato. Evidentemente quella che mi sembrava una maratona quasi al suo epilogo era invece una ultra. Probabilmente non sarà l’ultimo ostacolo, ma prima o poi quel traguardo arriverà.