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Ciaspolada (Fondo)

Uno dei risvolti positivi della corsa è sicuramente quello di permettere di passare dei fantastici giorni fuoriporta con la scusa della gara. Il posto per me non era certo nuovo visto che per lavoro ci vado spesso, ma l'esserci stato da turista ha dato un gusto speciale... a vacanza e a corsa. Sci-discesa in Val d'Ultimo domenica. Sci-di-fondo in Val di Non lunedi. Martedì dedicato al recupero. Gara con le Ciaspole il mercoledì. Giornata di turismo giovedì a Bolzano. Il tutto condito dall'ospitalità di Davide, da pranzi tipici, da neve e freddo che ci hanno tenuto compagnia per tutto il tempo. La Val di Non credo sia atipica per il Trentino con il suo paesaggio collinare pieno di leggeri sali-scendi circondato da catene di monti che la guardano. Ed è proprio in quel centro che mercoledì mattina accompagnato da mio Zio mi sono trovato alla partenza della Ciaspolada.

Il colpo d'occhio di seimila persone alla partenza sopra ad un manto bianco è da mozzare il fiato. Davanti i top-runner, poco dietro noi. Cerco con lo sguardo di trovare anche Danny, ma non lo vedo. Dopo il passaggio dell'elicottero per le riprese TV e delle frecce-tricolori lo sparo dà il via alla gara. Sia io che mio Zio non sappiamo cosa aspettarci. Tutto sembra girare subito bene: le gambe girano come sempre, il passo è regolare seppur con le ciaspole ai piedi, il terreno pressato da spazzaneve e motoslitte è solido e poco scivoloso, il sole splende e ci riscalda. Ma dopo appena due chilometri tutto cambia. Il percorso è studiato nei suoi 7,550 Km per partire da Romeno, scivolare sulle colline fino a Fondo ed entrare per due volte zigzagando nei paesi intermediari, Cavareno e Sarnonico. Alla prima discesa la neve diventa farinosa, alta. Le gambe cominciano a sentire i due chili in più appesi alle scarpe. Il sole diventa un nemico invece che essere un alleato. Con la salita e alcuni passaggi sul ghiaccio la situazione peggiora. Il ritmo iniziale sui 5' al chilometro presto è un lontano ricordo. Poco dopo il passaggio del quarto chilometro uscendo da Sarnonico vedo Sara e Davide che ci immortalano con le macchine fotografiche. Se non mi avessero chiamato non li avrei nemmeno visti. Cerco di prendere un po' di fiato, ma la fatica è ancora molta. Non mi aspettavo di fare così fatica. Con l'entrata a Fondo capisco che la gara si sta per concludere ma l'arrivo in salita non è certo d'aiuto. Oltretutto il controllo sul passo non è più automatico e più di una volta le caviglie vengono martoriate da qualche involontario calcio della ciaspola che lascerà qualche piccolo segno. Ma una volta tagliato il traguardo il sorriso e la soddisfazione riempiono subito le labbra. Pensavo di fare molto meno che i 49' 32" finali, ma non mi aspettavo certo una corsa così faticosa. E la cornice non è stata certo da meno, con tantissima gente pronta ad applaudire ad incitare. Mi guardo intorno cercando Danny alla sua prima corsa dopo l'incidente ma non lo vedo. Lo ritrovo poco dopo negli spogliatoi, stanco ma arrivato anche se con qualche difficoltà. Ma l'importante non è arrivarfe prima o dopo, ma solo esserci. E noi ci siamo stati.