Trofeo Monga (Treviglio)
Le gare di cross si svolgono a batterie, decise in base al numero dei partecipanti. Quindi non un'unica corsa, ma una successione di gare. Quando all'alba delle otto con Zio e Massimo arriviamo a Treviglio scopriamo di non essere insieme, ma in categorie separate: prima Massimo (H) poi io (G) e mio Zio (I). Siamo tra i primi, ma non conoscendo bene il funzionamento della mattinata siamo stati previdenti e non abbiamo voluto rischiare nulla. La temperatura è rigidissima, soprattutto perchè siamo in aperta campagna. Quando sondiamo il terreno, già completamente tracciato, è ancora ghiacciato ed interamente brinato. Fa freddo, mani e pieni si congelano presto. Da programma a partire dalle 9.30 prima la gara femminile, poi le categorie F e H, poi G e I. Confidiamo nel sole che avvicinandosi mezzogiorno sarà più alto e più caldo. Il circuito consiste (per le nostre categorie) in due giri completi da circa 3300 m che si snodano all'interno di un campo. Il terreno varia da prato a terreno agricolo appena arato, da campo di mais a piccoli tratti lungo i fossi. Praticamente nessun dislivello. Il ritmo dovrebbe essere veloce e i cambi dovuti solo a repentine curve a "u". Il primo a partire è Massimo. Io e mio Zio non riusciamo ad incitarlo troppo dato che dobbiamo pensare al nostro riscaldamento. Lo seguiamo in alcuni tratti da bordo strada verso metà gara e lo rivediamo solo nel finale, quando arriva con un buonissimo tempo. Poi è il nostro turno, entrambi alla prima prova. Dopo qualche breve allungo e qualche fotografia di rito ci piazziamo alla partenza. Non voglio rischiare di rimanere troppo indietro per non restare imbottigliato dopo le prime curve quando la strada si restringe. Allo sparo è subito battaglia. Ritmo alto, ma mi accorgo presto che la maggior parte di chi mi sta davanti è partita troppo forte. Io non ho riferimenti. Il terreno si è ormai scaldato grazie ai passaggi delle gare precedenti e al sole ormai caldo. Ho corso in pantaloncini e con solo due maglie, senza guanti e cappello. Cerco di mantenere il ritmo almeno fino al primo intermedio faticando nel passaggio nei vari tratti di terreno completamente diversi tra loro. Al primo chilometro il cronometro segna 3' 50". Sono un po' sorpreso, ma prendo fiducia. In alcuni tratti è praticamente impossibile superare se non rischiando di farsi male. I chiodi delle scarpe affondano bene nel terreno molle, mentre danno fastidio quando calcano tratti di terreno duro e pieni di sassi. Nel primo tratto di percorso dove il tracciato si snoda intersecandosi in tutte le direzioni in più punti incrocio quelli davanti a me e mi accorgo bene presto di essere in buona posizione. Siamo partiti in 164 e mi sembra di essere tra la ventesima e la trentesima posizione. Cerco di mantenere il ritmo e studio il percorso per sfruttarlo al meglio nel secondo giro. Secondo chilometro un po' più lento a 3' 55" ma col terzo recupero a sotto i 3' 50". Il passaggio vicino alla strada dove c'è buona parte del pubblico che si fa sentire da una buona scarica di adrenalina. Nel quatro chilometro rallento un attimo, complice il passaggio lungo il tratto arato dove si affonda nel fango e passo a poco meno di 4'. Poi mi do forza per gli ultimi due chilometri. Riesco a superare ancora due o tre atleti davanti a me che hanno finito le cartucce e prendo fiducia. Cerco di non sprecare tutto in vista degli ultimi cinquecento metri. Punto una maglia gialla davanti a me e prima dell'inizio dell'ultima curva lo passo all'interno ma all'uscita del rettilineo finale sento arrivare dal dietro dei passi. In due o tre mi superano negli ultimi metri, ma non ne avevo proprio più. Fermo il cronometro a 26' 06" (32° posizione), che vuol dire poco meno di 4' al chilometro. Obiettivo raggiunto. Poco più dietro a due minuti di distanza arriva anche mio Zio. Siamo stravolti. Fiato lungo e gambe alla frutta ma... che divertimento! Questa era solo una prova in vista della Cinque Mulini tra due settimane, ma il prossimo anno mi devo organizzare per provare a seguire un intero campionato di cross.