Campionato Brianzolo di Cross (Cantù)
L'ho aspettata un po' come si aspettano gli esami. Voglia, timore, ansia, consapevolezza. Perchè sapevo a cosa stavo andando incontro, ma allo stesso tempo non avevo la certezza di sapere come sarebbe andata. La prima dello scorso anno al Campionato Brianzolo di Corsa Campestre era un'incognita completa. Questa volta no. Conoscevo già la sofferenza, la fatica ed ero anche cosciente del mio stato di forma non del tutto perfetto. Però è stato anche l'inizio della nuova stagione, la competizione allo stato brado, l'allenamento in più che darà i frutti più avanti. E alla fine, comunque sia andata, è stato bello.
Quando siamo arrivati è stato un deja vu. Stesso campo dello scorso anno, stessi stand delle squadre, stesso freddo, tanti visi conosciuti. Piccola coda per ritirare il pettorale, il chip e la brutta scoperta che Chiara non può correre per il non-avvenuto tesseramento della società. Intanto ci studiamo un po' il percorso e la qualità degli altri. Alla partenza della batteria precedente alla mia (MM35) scopro che alcuni dei più forti dello scorso anno hanno cambiato categoria. Nel 2014 toccherà a me. Comunque alla partenza siamo in tanti, un centinaio circa. Il percorso è leggermente diverso rispetto ad un anno fa: subito un andarivieni di quasi un chilometro nella spianata davanti alla partenza, poi la piccola risalita verso il boschetto, qualche curva tra gli alberi e il ritorno. Poco meno di due chilometri, 5,850 Km suddivisi in tre giri. Lo sparo ci prende quasi alla sprovvista mentre sto chiacchierando con qualche avversario sulla linea di partenza. L'obiettivo è partire piano e vedere come sono messo. Cerco di non rimanere comunque arretrato, per non dover scalare posizioni successivamente. Una cosa che ho imparato nel cross è che comunque è meglio partire davanti, se poi sei più lento il problema è di chi ti deve superare, non tuo. Non si regala niente a nessuno. Mi intrufolo nella prima parte di gruppo e le prime due curve verso destra sono un delirio tra spallate e piedi che si intrecciano. Poi i due lunghi rettilinei che si incontrano in senso inverso aiutano il gruppone ad allungarsi e la situazione migliora. Quando curviamo verso il boschetto il cronometro dice 3' 36" al primo chilometro. Strano perchè non mi sento così veloce e soprattutto non credevo di poter reggere un ritmo così alto in un campo morbido, pieno di buche e piccoli cespuglietti d'erba. Le mani intirizzite dicono che fa freddo, ma ancora per poco. La seconda parte di percorso è completamente diversa dalla prima, decisamente tecnica. Terreno secco, salite e discese, curve tra gli alberi. Una nuova discesa nel campo successivo e il ritorno sul sentiero pieno di radici e sassi. Le scarpe chiodate fanno male all'avampiede non riuscendo ad entrare nel terreno. Ma sono manna nei tratti in curva ritornando verso la partenza. Il primo giro è andato e al secondo chilometro il cronometro segna 4' 01". L'ideale sarebbe mantenere i 3' 50" di media riuscendo a trovare il passo. Qualcuno comincia a superarmi ma in vista del secondo giro in cui vorrei trattenermi lo lascio andare. Chiara, Lorenzo , Tito, Francesca, Massimo e Marco sono a bordo percorso ad incitarmi ed a fare foto. Li sento ma non ho la forza per ricambiare saluti e sorrisi. Il terzo chilometro è perfetto con un 3' 49" che spacca il secondo, ma ripago ancora una volta la seconda parte di giro. E comincia la fatica. Mi lascio superare, conscio che molti di quelli più giovani nemmeno sono della mia categoria. Ma alzando lo sguardo vedo che i primi sono veramente lontani. Ma non mi scoraggio. All'inizio del terzo giro qualcuno comincia a pagare l'irruenza dei primi due e scoppia. Io per lo meno mi sento in forze e i metri sembrano passare un po' più in fretta. Forse avrei potuto dare qualcosa in più, ma per la prima va bene così. Ripasso lo slalom di inizio percorso, buche e terreno fangoso, risalgo il boschetto e quando scatta l'ultimo chilometro allungo un po' il passo puntando al piccolo gruppetto davanti a me. Dietro sono abbastanza distanti e non credo possano riprendermi. Sono almeno quindici (se non di più) gli anni che mi dividono da chi mi precede, ma recupero i metri che mi bastano per essergli addosso all'ultima curva. Penso al colpo gobbo, ma appena giriamo verso il rettilineo finale al mio scatto risponde con il suo lasciando praticamente invariata la distanza che ci separa. Passo sotto l'arrivo in 22' 46" boccheggiando. La temperatura è scesa ad 1°C ma in maglietta e pantaloncini non sento il benchè minimo freddo. Tutto sommato non sono scontento della prova. Pensavo peggio, anche se avrei potuto fare meglio. Tredicesimo di categoria e quarantanovesimo di batteria. Rispetto al debutto dello scorso anno quaranta secondi in più. Un minuto più lento se confrontato con la stessa gara, ma con un percorso meno veloce. Se rimanesse la peggior prestazione di tutto il circuito andrebbe bene come prova. Almeno adesso so da dove ricominciare.