Campionato Brianzolo di Cross (Briosco)
Buona la prima. Non sapevo cosa aspettarmi ma ero fiducioso e la fiducia è stata ripagata. Spero di riuscire a completare tutto il Campionato Brianzolo di Cross di questo inverno per vedere come andrà a finire fino in fondo. Oggi prima corsa e primo nuovo personale. Correre per soli 6 Km (5,750 Km in realtà) sembrerà una stupidata in confronto ad una maratona, ma non è propriamente così. All'arrivo sei stremato, anche se il recupero poi è quasi istantaneo. E correre in un campo, infangato, con strappi di salita e discesa non è certo come correre su una lunga striscia di asfalto. Sempre di corsa si tratta, ma sono due cose completamente diverse.
Arrivo un po' tardi rispetto al solito, poco meno di un'ora alla partenza. Vorrei fare un giro di percorso, ma non c'è tempo. Trovo Riccardo, il Cune, unico mio compagno di giornata, al punto di ritrovo del suo gruppo. Facciamo quattro chicchere mentre mi spiega un po' la fisionomia di gara e del sentiero. Tre giri pieni zeppi di salite, discese, curve a "U", buche, percorsi a "esse". La temperatura sembra ideale intorno ai 9°C, ma in realtà alla partenza della nostra batteria il termometro scende già a 4°. Mentre ci stiamo per preparare alla gara con sorpresa vediamo arrivare Massimo, in tenuta borghese, col quale lo scorso anno avevo esordito proprio nel cross. Sarà lui l'unico nostro tifoso e fotografo personale. Mentre ci scaldiamo a bordo pista, comincio a intravedere le teste di serie come Colnaghi e Casagrande. La nostra batteria è come sempre quella più difficile e competitiva, con anche nazionali e gente da primi posti in gare più tradizionali. Mi sento un po' fuori dal giro guardandomi attorno. Ci posizioniamo in seconda-terza fila e allo sparo si va. Cerco di non strafare, memore delle gare dello scorso anno. Mi sembra di tenere un buon passo poco prima della metà del nostro gruppo. Pago da subito i continui cambi di ritmo e le salitelle impervie. Il terreno tutto sommato è buono con i tacchetti che prendono bene il terreno. Dopo le prime "esse", salitella e seconda serie. Affannato riesco a superare qualcuno che già dopo i primi mille metri comincia a dare segni di cedimento. Recupero una manciata di posizioni scalndo la fila indiana che si espande a vista d'occhio. Avanti intravedo i primi che si allontanano a passo veloce. C'è anche Roberto, fotoreporter sempre presente a tutte le gare più importanti e che non vedevo da un po'. Al primo giro passo a 7' 20" spaccati i quasi due chilometri totali. Non male. Nel secondo cerco di recuperare un po' di forze per lo sprint finale ma senza perdere posizioni. Dietro non sento passi vicini e allora punto il piccolo gruppetto di cinque che mi sta avanti di qualche decina di metri e verso i tremila li raggiungo. Mi accodo per un po' e poi comincio a sopravanzare le fila. Le gambe diventano un po' pesanti e il fiato corto. Secondo giro in 7' 30". Nell'ultima tornata dò quanto mi resta. Recupero ancora due posizioni, ma la fatica comincia a farsi sentire seriamente.
Le gambe non si alzano più bene e le salite sembrano delle imprese. Ma sono solo sensazioni, mentre so che il tempo di gara è buono. Provo a raggiungere la maglia bianca che mi rimane ad una decina di metri. Allungo e allungo fino allo sprint finale, ma resto dietro di due-tre secondi, ma farmo il cronometro a 22' 07", 39° posizione e 11° di categoria. Ottima prestazine date le difficoltà e il tempo che non facevo una distanza simile in gara. E' sempre bello correre, correre una gara ancora di più. Ma l'agonismo di una anche se pur breve corsa campestre è impareggiabile. La tattica deve essere precisa e corretta, il minimo sbaglio può costare parecchio. Come un giro sparato troppo forte. Per oggi va bene così. Ma settimana prossima è già ora di Cantù.