Roncobello-Laghi Gemelli
Non l'avevo sognata così ed infatti così non è stata. Non so se è un segno del destino o cos'altro, ma la corsa che aspettavo da due anni non ha per nulla rispecchiato le attese. Ci voglio leggere qualcosa di più forse io, non lo so. Non parlo solo della parte sportiva, ma anche di tutto il contorno, quella che forse l'avrebbe resa ancora più importante. Sveglia alle 5 e forse arriviamo fin troppo presto a destinazione. Il cielo è una distesa grigia e più ci avviciniamo alle montagne più le nuvole si fanno dense e basse.
Non piove per lo meno per strada e la temperatura è più che accettabile. In giro quasi nessuno, complice il periodo d'agosto. Quando arriviamo c'è ancora poca gente, ma all'alba delle 8.30, alla partenza siamo in quasi duecento. Poco prima della partenza ci comunicano che causa mal tempo la distanza è stata ridotta a 14 Km invece dei ventidue previsti, senza quindi il passaggio al Passo di Mezzeno e il giro di boa ai Laghi Gemelli. Parto dietro al primo gruppo da solo, lasciando alle spalle Iacopo, Riccardo, Vito, Simone e Plinio. Mantengo il passo mentre saliamo lungo le strade che attraversano Roncobello fino ad arrivare prima a Capovalle e poi all'inizio dei sentieri che attraversano la serie dei tornanti prima di Mezzeno. Non mi ricordavo che la salita fosse così dura, soprattutto dopo le corse fatte nelle ultime settimane. Faccio fatica a spezzare il fiato e nonostante abbia solo la maglia smanicata del Gazzetta Runners Club sudo tantissimo per l'umidità. Lungo i sentieri è praticamente impossibile correre. Le Salomon, che uso per la prima volta in gara, rispondono bene aiutandomi nella salita. Perdo qualche posizione e ogni tanto ne recupero qualcuna. Prima di arrivare alla partenza dei sentieri di Mezzeno la prima donna mi supera e facciamo qualche centinaio di metri insieme. Al ristoro passo in 37' e qualche manciata di secondi, come lo scorso anno, con la differenza d'essere partito più in basso con uno svantaggio di circa quattro minuti. Inizia poi il vero tratto di montagna, immersi nel verde. Peccato che la giornata sia bruttissima dal punto di vista visivo. Invece di seguire i sentieri più dolci la colonna di corridori davanti a me vedo che taglia per quelli più impervi, impegnativi e con pendenza elevata. Io seguo a ruota, non senza fatica. Il fango e i piccoli uscelli che si formano sui sentieri non aiutano certo a salire facilmente. Raggiungo il bivio dei Tre Pizzi in 48', perdendo qualcosina, ma sempre in vantaggio rispetto ad un anno fa. Alterno, nei piccoli tratti che lo permettono un po' di corsa. Poco prima del giro di boa incrocio i primi che già stanno scendendo. Non so come facciano ad andare a quella velocità in discesa, quasi fossero degli stambecchi. Alla baita ritorno sui miei passi a mia volta dopo 1h precisa di salita. La discesa non è certo più facile della salita. Soprattutto nei tratti di fango e di erba bagnata in più di un'occasione rischio di scivolare. Qualcuno dalle retrovie più abituato di me a certi percorsi mi supera in agilità. Incrocio uno ad uno i miei compagni e mi accorgo anche di avere una buona posizione. Cerco di fare il meglio che riesco per non perdere secondi prezioni e soprattutto non farmi male. Ritornato ai sentieri tra i tornanti mi accorgo di averne un po' di più rispetto a quanti mi stanno davanti, soprattutto lungo i pezzi asfaltati dove recupero qualche posizione. A Capovalle trovo i miei unici tifosi, Matteo e la moglie Sara, che vedendomi arrivare mi incitano. Una scarica di adrenalina che mi permette di recuperare ancora qualche runner che mi sta davanti. Quando sento le voci del microfono all'arrivo do quanto mi resta. Lo speaker dice il mio nome poco prima del traguardo e con uno scatto riesco a mantenere per una questione di centimetri la mia posizione con chi mi stava quasi per superare alle spalle. Fermo il cronometro in 1h 33' 16" e 64° posizione generale. Facendo due calcoli, probabilmente avrei fatto il tempo previsto anche sul percorso tradizionale. Non so se sarà la prima e ultima volta di questa gara. So solo che non sarebbe dovuta essere così.