Milano-Concesa... Quattro passi lungo il Naviglio Martesana
Oggi più che mai sono convinto che per correre, soprattutto certe distanze, ci si deve allenare. Sono passate quasi nove ore dal mio arrivo e le gambe sono a pezzi. Era dallo scorso anno che mi era rimasta la fissa per questa corsa e finalmente il giorno è arrivato. Sveglia alle 5.45 mentre Sara rimane a letto in attesa del mio passaggio all'altezza di Gessate. La partenza del pullman dall'arrivo a Concesa per Viale Padova a Milano è previsto per le 7. Quando parcheggio la macchina anche Vito è già arrivato e insieme ci godiamo la mezz'oretta di navetta. Lui ha un altro passo (arriverà poi secondo, ndr) e l'unico momento da passare insieme è il pre-gara. Gli faccio qualche domanda sul percorso e sull'organizzazione. Alla partenza non siamo in molti,anzi decisamente pochi...il mio numero di pettorale, 26, ne è la riprova. Alle 8 in punto, subito dopo la punzontura, si parte. Vista la mia precedente esperienza alla Milano-Pavia parto con l'intenzione di fare la prima metà di gara controllata a 5' 10" per poi eventualmente aumentare nella seconda metà. Pronti-via e subito i primi quattro chilometri sono a 4' 45". Mi rendo subito conto ce così non può andare, soprattuto in vista del caldo che dovrebbe uscire più avanti, ma il passo del gruppo mi tira. Cerco di rallentare mentre i primi già più non li vedo e lascio che quelli davanti a me facciano il loro ritmo. Alzo lo sguardo e il sole non è ancora molto alto e soprattutto, per fortuna, rimane velato da un po' di foschia.
Il paesaggio attorno ame è affascinante molto più di quello verso Pavia... mi guardo attorno e cerco di svagare la mente. Difficile credere alla sproporzione di partecipanti tra una e l'altra gara. Mentre ci allontaniamo da Milano la strada pedonale si allarga e aumentano sempre di più le persone che si incrociano e ci superano a piedi, di corsa, in bici. I primi chilometri tra Cologno, Vimodrone e Cernusco sono un susseguirsi di parchi, giardini, villette. Una pace e una tranquillità che aiutano la mente. Intanti però il sole si alza. Salto il primo ristoro, come quasi sempre, e cerco di capire se l'orario dell'appuntamento con Sara è rispettato... il passo che sto tenendo è comunque un po' più elevato rispeto le previsioni ma non dovrebbero esserci problemi. Dopo la mezza avere un sostegno che mi segue in bici sarà fondamentale.
La temperatura intanto sale insieme al sole. Le ombre si fanno più forti e più corte con la luce sempre fissa davanti a noi. Al passaggio tra Cassina e Gorgonzola dopo i primi dieci chilometri comincoi a subire un po' di stanchezza alle gambe. Cerco di mantenermi costante mentre il primo di quelli che avevo alle spalle prova a superarmi. Mi accodo e a 5 min/Km ci avviciniamo a Bellinzago. Il sole comincia a scottare e di ristori neanche l'ombra. In lontananza scorgo papà Luciano che mi aspetta sul ponte in tenuta ciclistica... la seconda parte di gara saremo in tre. Passo il cartello dei 16 Km mentre lui telefona a Sara in leggero ritardo rispetto al mio passaggio. Dopo poco si accodano mentre a piccoli passi ripercorro la strada di tanti allenamenti. Conosco le distanze e ogni piccola irregolarità del terreno, ma è comunque dura. Sono quasi le 10 di mattina e il sole comincia a scottare. Passato Inzago, verso groppello chiedo il cambio occhiali-cappello nel momento in cui comincio a sentire scottare la testa. Il sole è alto e la visiera è sufficiente a farmi ombra. Al passaggio tra i 20 e i 22 Km la crisi più dura... mi faccio passare qualche borraccia che mi rovescio in testa e addosso per raffreddarmi. Un brivido e un po' di sano refrigerio. La strada è ormai un'unica costante salita verso la vallata che porta a Lecco. Paesi e giardini hanno lasciato posto prima alle campagne poi ai boschi attorno all'Adda. Dopo Groppello anche l'asfalto termina e si passa a sterrati e ghiaioni. Le gambe faticano ad alzarsi. Mi lascio alle spalle qualcuno che ha ancora meno benzina di me e incrociando qualche controllore scopro di essere intorno alla ventesiama posizione. Un po' di fiducia, soprattutto perchè il passaggio alla Mezza deve essere stato intorno al 1h 45'. L'alzaia già percorsa alla corsa di Fara sembra non finire più. Polvere, erba alta, rumore costante delle onde. Il sole sopra alla testa si alterna all'ombra di qualche albero ad alto fusto... ma la fatica è tanta. La strada sconessa certo non aiuta il passo. Cerco di scorgere qualche cartello chilometrico arancio davanti a me mentre sempre più spesso chiedo borracce da rovesciarmi addosso più che da bere. Il sudore è finito da qualche chilometro, ma il caldo aumenta ad ogni passo. Quando intorno al ventottesimo chilometro giungiamo al ponte di Canonica non mi sembra vero... l'ultimo tratto di sterrato e poi l'arrivo. La salita che devia verso Vaprio certo non è di buon auspicio, ma il passo rimane comunque costante. Davanti a me vedo avvicinarsi uno di quelli che mi aveva superato. Un buono stimolo, ma non so se riuscirò a riprenderlo. Il cartello dei 30 Km è una visione. Mi immagino già sdraiato sull'erba appena dopo l'arrivo e mi do un po' di forza. Dietro non mi sembra di sentire nessuno. Sara e papà si alternano davanti e dietro di me tra fotografie e filmati. Cerco di valutare la distanza dall'arrivo mentre il sole ha lasciato fortunatamente posto all'ombra, ma il cartello dell'utlimo chilometro sembra non arrivare mai. Guardo anche il cronometro ma nulla. La sensazione è giusta. Quando incrocio il cartello con la scritta "32" seguìto da quello con "Ultimo chilometro" capisco che lo scherzo già tiratomi alla Milano-Pavia si ripete anche oggi... nessun avviso e un chilometro in più proprio appena dell'arrivo. E fanno 33. Ma ormai quasi al capolinea non resta che stringere i denti. Ma le sorprese non sono finite. Sara mi supera proprio quando arriviamo verso il Santuario di Concesa mentre papà è già all'arrivo. Passo il ponte in ferro che oltrepassa il Naviglio e... gli ultimi 2-300 metri sono una salita erbosa e ciottolosa con almeno un 45-50% di pendenza. Correre è impossibile, ma con passo svelto e pesandomi sulle ginocchia con le braccia supero l'unico avversario rimasto tra me e l'arrivo. Poi è finita. Non fermo nemmeno il cronometro e cerco uno spazio libero sull'erba: 2h 53' 36", cinque minuti in meno rispetto a Pavia. Non ci credo. Mi sembra di essere passato sotto ad uno schiacciasassi, eppure... I giudici di gara mi mostrano la classifica: diciannovesima posizione assoluta e secondo di categoria. Peccato premino solo i primi. Tutto sommato rimango soddisfatto, ma il prossimo anno ci sarà la rivincita.