Quater pass inturen a Chignol (Chignolo d'Isola)
Scegliendo d'andare a Chignolo, ai piedi dei monti della bergamasca, sapevamo che saremmo andati incontro ad un percorso con qualche salita. La neve di venerdì poi certo non poteva non farci presagire anche la presenza di fango. Partiamo quando la temperatura rasenta ancora gli zero gradi. I sole sta facendo capolino ma le strade di campagna sono ancora completamente ghiacciate. Non male, vista la massiccia presenza di terra e pozzanghere. In tabella ho in previsione due ore e un quarto di corsa in progressione. Lascio che all'inizio sia mio Zio a fare il passo e rimaniamo per buona parte della prima metà intorno ai 5 min/Km. Lasciamo Chignolo e passiamo per Terno, Calusco, Mapello. Il percorso stranamente e abbastanza pianeggiante alternando un susseguirsi di falsipiani, ma nulla di impegnativo. Il sole dopo quasi un'ora ci scalda e si sta divinamente. Sopra di noi, a poche centinaia di metri, sprazzi di neve riempiono gli scorci in ombra tra le vallate. Chiaccheriamo stupendoci del percorso abbastanza agevole, del buon ritmo, del terreno. Non l'avessimo mai detto...
La strada comincia ad inerpicarsi dopo Mapello e in poco tempo entriamo a Sotto il Monte. La neve che prima vedavamo in lontananza comincia ad avvicinarsi. Lungo le strade non c'è praticamente nessuno. Mio Zio allunga piano piano come ogni volta in salita. In alcuni tratti si fa veramente fatica a correre per quanto sia forte la pendenza. Il silenzio è opprimente. Il ritmo viene scandito dai passi stessi. Salgo regolare. Il retro delle cosce mi da qualche segno di appesantimento con l'insorgere dei crampi. Cerco di vedere dove finisce la salita, ma il susseguirsi di tornanti sembra non avere termine. Fortunatamente siamo su asfalto e non c'è presenza di sterrato. Quando dopo quasi 4 Km arrivo in cima al colle il panorama sulla pianura è da mozzare il fiato. Cielo terso, aria limpida. Qualche decina di metri sotto di me ci sono i campi coperti di neve che avevo prima visto dal basso. Abbandono la strada asfaltata prendendo un sentiero panoramico lastricato con pietre. Peccato non potermi godere il momento vista la massiccia presenza di ghiaccio e neve mantenuti dall'ombra. Non vedo più mio Zio, ma l'inizio della discesa mi permette di raggiungerlo in poco meno di dieci minuti. Lo trovo in compagnia di Simone e ROberto che erano partiti qualche minuto prima di noi. Siamo poco dopo la metà dei 24 Km previsti e qui abbiamola sorpresa più brutta. Lo scollinamento ci porta a scendere dai boschi dietro Sotto il Monte, all'ombra. Neve, terra, passaggio di altri corridori, foglie e umidità rendono il terreno scivolosissimo. Ci imbrattiamo subito di fango e non riesco ad approfittare del percorso in discesa per recuperare il solito tempo perso durante la salita. Le gambe si affaticano molto per la necessità di rallentare e di rimanere in equilibrio. Quando finalmente ritorniamo sull'asfalto e ritroviamo il piano vari dolori mi assalgono. Cerco di fare correre le gambe per scioglierle ma mi rimane un fastidio all'inguine sinistro, frutto del continuo appoggio in discesa. Per altre strade ripercorriamo i paesi già fatti all'andata passando per campi e scendendo sulla riva di torrenti. Quando so di essere in prossimità dell'arrivo e sento che la stanchezza sta per avere il sopravvento cerco di spingere un po' di più per non perdere il ritmo e lascio dietro di me mio Zio e Roberto. Con sorpresa fermo il cronometro dopo 2h 11' 55", quando credevo di essere invece attorno alle due ore e mezza. Come da tabella.