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Pasqua bagnata, maratona assolata

Spero si ripetano le sequenze delle scorse settimane. Allenamento pesante, gara leggera. Anche prima della Unesco Cities Marathon non mi sentivo reattivo, ma poi i risultati sono ugualmente venuti. Durante le ultime ripetute che l'hanno anticipata mi sembrava un'impresa tiitanica da portare a termine, ma lo scarico settimanale ha fatto il miracolo (o meglio, il suo dovere). Così spero succeda con la prossima settimana. Oggi è stata l'ultima vera seduta d'allenamento. I prossimi sette giorni saranno solo un lento approcciarsi alla maratona con un piccolo richiamo di velocità in pista per mercoledì sera. E visto che le gambe oggi avevano voglia più di colomba che di correre, confido nel ripresentarsi degli eventi e in una nuova unesco.

E a quanto pare anche ultimo giorno di pioggia prima del caldo in crescendo dei prossimi giorni. Devo essere onesto, appena alzato i 9°C e l'acqua non mi hanno per nulla invogliato ad uscire. Ma magari fosse così anche tra sette giorni. Sarebbe manna per le gambe, anche se so che ne pagherebbe le conseguenze lo spettacolo. Una bella giornata di sole rende tutto più colorato, più festoso, più invitante. E se la pioggia sapevo non sarebbe stata più un grosso problema appena scaldato ed arrivato sul Naviglio, il contrario è stato per le gambe. Tanta fatica, anche se la prima metà di allenamento è stata abbastanza veloce. Forse anche un po' troppo rispetto al dovuto.

Il bello di correre la mattina di Pasqua è trovare poca gente in giro, sia in macchina che a piedi. Non come a Natale, dove tutto sembra ancora più addormentato, ma quasi. Uscire di corsa è come fare qualcosa di vietato. Ma la coscienza ha bisogno di sapere che il dovere è stato fatto prima di rimpinzarsi con le gambe sotto al tavolo. Ci fosse stata una tapasciata sarebbe stato un grande aiuto, ma tutte sono praticamente state spostate a domani. Così mi sono arrangiato. Ho reinfilato le Nike Elite 7 per l'ultima volta. Solo 300 Km e già da buttare. Tanto mi erano sembrate belle all'inizio, quanto mi hanno deluso alla fine. Tra l'altro i difetti che avevo riscontrato si sono confermato sempre di più. Fortunatamente oggi avevo un allenamento veloce, per cui l'appoggio è stato un po' più spostato sull'avampiede, perchè il cedimento interno-posteriore della suola è diventato inaccettabile.

Buono il ritmo iniziale, con un po' di venticello a favore, ma una volta invertita la rotta a Cassano d'Adda è stata dura. Gambe pesanti, rigide. Stessa fatica di settimana scorsa. Ho ripensato al percorso tra Cividale e Palmanova e mi è sembrato impossibile avere un passo così diverso. Sensazioni così contrapposte. Corsa così differente. Ma è anche la gara a cambiare le cose. Intorno al sesto chilometro ho anche incrociato Chiara, ma differentemente da ieri non abbiamo finito l'allenamento insieme. Ho continuato a spingere proiettandomi mentalmente sugli utlimi chilometri della maratona, dal trentaseiesimo al traguardo. Non sarà sicuramente la stessa cosa, ma sempre un allenamento rimane. E poi chissà, magari sarà più facile tra sette giorni.

Dovevo chiudere i 16 Km in poco più di un'ora e così è stato. Dopo 1h 03' 50" ho finalmente chiuso l'ultima vera seduta di questa #roadtomilanomarathon. Non mi sembra nemmeno vero. Non ci volevo nemmeno provare ad un certo punto. E invece siamo solo a sette giorni. Quello che dovevo fare l'ho fatto, ma il grosso deve ancora venire. Sette giorni. Sette.