Pesce d'aprile
Avrei potuto iniziare scrivendo che dopo la bellissima corsa di domenica alla Staffetta della Unesco Cities Marathon il prezzo da pagare è stato uno stiramento al polpaccio. O che uscendo per l'allenamento di ieri sera, nell'attraversare la provicniale sulle strisce pedonali, un'auto mi ha buttato a terra rompendomi una gamba. O meglio ancora che una nutria affamata mi ha lacerato il muscolo del polpaccio mentre corricchiavo spensierato al tramonto lungo l'alzaia della Martesana. E' il primo di aprile. Ma per me è solo il mese della maratona. Gli ultimi dieci giorni di allenamento. L'arrivo di un percorso. L'ultimo sforzo prima di presentarsi alla linea di partenza. Quel conto alla rovescia che per un maratoneta diventa l'avvento.
Non pensavo che sarebbe stato così anche questa volta. Ho sempre visto la prossima Milano Marathon come una tappa, l'inizio di un percorso, un passaggio. E invece la magia dei quarantadue chilometri (e di Milano) anche questa volta sta avendo la meglio. Probabilmente incalzata dalle buone impressioni dopo la staffetta di domenica. Era davvero da tanto tanto tempo che non mi sentivo così bene. Gambe leggere, passo sicuro, corsa naturale. Evidentemente tutti i lunghi fatti nelle scorse settimane in condizioni difficili hanno dato i loro frutti. Come pensavo. Sperando che tra dieci giorni anche il clima sia favorevole. La forma mi è sembrata esplosa tutta d'un colpo, inaspettatamente. Spero solo di portarla avanti ancora un po'.
I postumi del dopo gara li sto però sentendo in questi ultimi giorni. Affaticamento soprattutto nella zona del vasto laterale (la zona esterno-alta della coscia, per intenderci). Evidentemente domenica ho spinto molto, con una buona falcata, aiutato anche dalla facilità di corsa e dall'apporto delle Adidas Boston, calzate quasi per la prima volta, ma subito con un feeling innato. Fatica soprattutto nello scendere le scale e nei primi chilometri di corsa (lenta). Domani sarà giorno per l'ultima vera seduta di ripetute (5x2000, nda) e spero che possa servire a sciogliere definitivamente i muscoli. La cosa strana è che dopo tutti i precedenti lunghi di dolore non ne avevo avuto. Evidentemente lo sforzo muscolare non è stato lo stesso.
Ma la condizione ritrovata quasi inaspettatamente è uno stimolo irrinunciabile. Se nelle scorse settimane ero stato dubbioso nonostante tutte le sedute di qualità fossero andate sempre bene, adesso dubbi quasi non ne ho più. E il sogno di una bella maratona mi sembra quasi possibile. Cosa che solo a gennaio mi era sembrata un azzardo. Quindi, come dice Fulvio "...incrociamo le dita ed andiamo avanti". La corsa finisce dopo il traguardo, non all'ultimo chilometro.