Trotterellando con Mughini
Sono rimasto indeciso se scrivere qualcosa in risposta all'articolo accusatorio del sig(h) Mughini (leggilo qui). Su Facebook e Twitter ho espresso subito la mia opinione a riguardo usando i suoi stessi toni. E vocaboli. Ma ho anche pensato che fosse inutile scrivere qualcosa che comunque lui non avrebbe letto. Soprattutto a rispondergli ci hanno pensato i quasi centomila (tra cui moltissimi turisti stranieri) che hanno partecipato domenica mattina a maratona e stracittadina nella capitale. Andrebbero poi aggiunti qualche altro milione di runners sparsi per il resto del paese. E qualche altra decina di milioni sparsi per il globo. Forse, se ci avesse pensato, il sig(h) Mughini avrebbe anche fatto a meno di scrivere demenzialità.
Leggendo bene tra le righe, se la prende un po' con tutti. Ma in realtà quelli con cui dovrebbe prendersela sono (e parlo al plurale, non solo di Roma) quelle amministrazioni comunali che invece di pensare e regolare l'organizzazione di una città, lasciano che tutto scorra (e finisca il prima possibile) nel bene e nel male. Nel disagio di chi vorrebbe solo il (giusto) diritto di muoversi per la propria città e nella (altrettanto giusta) richiesta di partecipare a delle manifestazioni sportive che sono solo promotrici di messaggi positivi. Oltre che momenti ludico-salutar-sociali per chi ne fa parte. Che si parli di corsa, rugby, ciclismo o calcio, la cosa non cambia.
Così sia ieri che oggi ho portato con me (virtualmente) il sig(h) Mughini, facendogli vedere quello che si è perso domenica mattina. Perchè la corsa in realtà non si riduce solo (!) ad una sporadica maratona dove "far trotterellare in pantaloncini corti e cappellino qualche giovanotto e qualche italiano stagionato che non vuole arrendersi". Diventa qualcosa di più. Qualcosa di cui è difficile fare meno. Perchè ti fa stare bene. Ti fa vivere bene. Meglio. E' qualcosa che rivoluziona il tuo modo d'essere, non un capriccio. Non un pretesto. Non un evento.
Gambe pesanti nella sgambata di scarico di ieri mattina dopo il lunghissimo tra le campagne emiliane di domenica. Gli ormai canonici duecento metri a 3' 30" con un chilometro di recupero sotto i 4' 00". Il sig(h) Mughini si è accomodato sulla panchina nella pineta attorno alla quale gira l'anello del centro sportivo. Ed è stato in silenzio a guardare mentre finivo il mio dovere/piacere quotidiano. Silenzioso, quasi incredulo, una gamba accavallata sull'altra, appoggiato con un braccio allo schienale di legno, le dita perplesse davanti alla bocca.
Oggi mi ha ccompagnato per un tratto lungo la Martesana, fermandosi poi sotto l'ombrello ad osservare i lavori in corso per Expo 2015 sul Naviglio. Per gli anziani, si sa, ogni cantiere è sempre una buona scusa. Io ho proseguito per il il mio scarico lento di 8 Km. Ha ragione Fulvio quando dice che devo stare attento a non esagerare. Qualche settimana di lavoro e poi almeno una di recupero sono necessarie perchè i miei muscoli si riprendano, ed oggi ne ho avuto la conferma. Un po' come per i lavori in corso, piano piano si ri-costruisce tutto. Vento fresco e ancora un po' di pioggia, come sembra sarà ancora domani. Il sig(h) Mughini ha scosso la testa rivedendomi sudato e infradiciato. Domani non ci sarà, però forse in questi ultimi due giorni ha capito che non siamo solo dei "corridori della domenica".