Allenamento alla Brescia Art Marathon
No, non è stato un ritiro vero e proprio quello di oggi al 26 Km della Brescia Art Marathon, ma un allenamento pianificato. Non vorrei però che la situazione climatica sia un presagio di quello che ci aspetterà poi a Milano il 12 aprile. Fortunatamente il freddo e la pioggia previsti ad inizio settimana non ci sono stati. Non avrei voluto correre un'altro lungo come alle Terre Verdiane, dove arrivare al traguardo è stato un supplizio. Ma il vento che ci ha accompagnato per tutta la gara non è stato certo d'aiuto. Vento che in alcuni tratti è stato veramente fastidioso, facendo ridurre il ritmo anche di dieci/quindici secondi al chilometro. Quando mi sono fermato non avrei voluto trovarmi poi nei panni di chi se lo sarebbe poi ritrovato nemico poco più avanti, negli ultimi chilometri della maratona. Ma nonostante tutto una giornata perfetta per correre. Soprattutto per chi alla fine ci è arrivato davvero, contento per un nuovo traguardo raggiunto. E di sorrisi, magari anche solo abbozzati, ne ho visti tanti.
Uno, sicuramente, quello di Chiara che nonostante fosse solo in allenamento (io non ho mai corso una maratona intera per allenamento, nda) si è portata a casa un 3° posto femminile assoluto e un buon 3h 11' 02" in vista della Maratona di Padova. Gara nel complesso andata molto bene. La giornata ecologia è sempre un elemento importante, se non decisivo, per garantire sicurezza e tranquillità a chi corre. Ma tutta l'organizzazione mi è sembrata buona. A partire dalla logistica pre-gara, con la partenza in un'area facilmente raggiungibile sia con i mezzi che con le auto per chi viene da fuori (la coda per il ritiro del pettorale e le taglie delle magliette finite le prendo come elemento ormai assodato alla maggior parte delle gare, nda), a quella del post-gara, con arrivo e area-ristoro disposti in due bellissime piazze (adiacenti) in centro storico. Peccato aver perso la premiazione di Chiara perchè nessuno ci ha saputo dire per tempo dove si svolgesse, ma un po' di colpa è stata anche nostra per la distrazione.
Parlando di corsa vera, invece, è andato tutto secondo i piani, anche se le gambe a fine allenamento erano un po' in disaccordo col voler continuare a camminare. Sapendo di tenere un ritmo un po' più lento del solito e non dovendo correre per il traguardo, sono partito un po' più arretrato del solito, in mezzo al gruppo. Cosa che non ha minimamente influito sul ritmo iniziale nonostante la grande massa che si è allungata piano piano a fatica durante i primi chilometri. Il mille iniziale a 3' 46" è stato comunque fuori controllo, ma poco importa. Mi sono subito riportato a ritmo che sarebbe dovuto essere sui 4' 10" costanti. Passo che però fino al decimo chilometro non ho minimamente mai raggiunto. Nonostante solo due giorni fa avessi fatto una delle serie di ripetute più pesanti e ieri nello scarico le gambe fossero ancora due pezzi di legno, ho seguito la massa rimanendo costante tra i 4' 00" e i 4' 05". Fosse stata la mia vera maratona non lo avrei mai fatto. Sapevo che poi l'avrei pagata. Ma visto la facilità di passo ho provato a manetenerlo il più possibile. Poco prima del terzo chilometro sono stato raggiunto da Alberto e fino al bivio dei diecimila abbiamo corso praticamente insieme (tra l'altro complimenti per il suo pb sotto i 40', nda). Anche perchè correre da soli per i primi sei chilometri è stato quasi impossbile.
Bello passare per le strade della città invece di essere subito mandati in periferia. Ma forse in qualche tratto le vie erano un po' troppo strette per scaricare bene l'afflusso dei quattromila presenti. Tante curve, ma forse anche l'unico tratto in cui il vento si è sentito meno, un po' riparati dalle case e un po' riparati dal flusso continuo in movimento. Leggera salita fin quasi al quinto chilometro, ma quasi impercettibile vista la freschezza delle gambe. Prima salita impegnativa invece al decimo chilometro. Ed infatti cronometro per la prima volta è andato in doppia cifra. Ma tutto poi recuperato nella successiva discesa, dove abbiamo abbandonato il centro di Brescia in direzione Cellatica. Fila allungate ma sempre folte per la presenza dei mezzi-maratoneti. E tutto sommato utile, visto che in molti tratti ho sfruttato la scia per ripararmi dall'aria. Vento che ha cominciato a dare veramente fastidio intorno al dodicesimo-tredicesimo chilometro. Lunghi viali periferici aperti che non ci hanno dato via di scampo. Ma ritmo ancora perfetto attorno ai 4' 05", nonostante le gambe un po' di fatica la cominciassero a sentire, più per l'aria che per il chilometraggio.
Ma soprattutto quello che mi ha dato qualche problema è l'ormai solito fastidio addominale che negli utlimi giorni sembrava sparito e che invece è ritornato prepotentemente da ieri mattina appena sveglio. Non so se le ripetute di venerdì possano aver inciso, ma da ieri la sensazione di malessere è sempre rimasta. Ed ho imparato a conviverci. Col passare dei chilometri il fastidio è aumentato, ma quando la la stanchezza è uscita la testa ha dovuto decidere su quale sensazione concentrarsi maggiormente. E la fatica non è stata da sottovalutare.
Il passo probabilmente è anche stato leggero perchè la prima parte di percorso è in leggera discesa fin quasi 14 Km, dove poi riprende quota piano piano. Poi una tranquilla salita riavvicinandosi al centro città fino al nuovo bivio per il percorso della mezza maratona. E qui, improvvisamente, mi sono ritrovato completamente solo. Il piccolo gruppo in mezzo al quale mi trovavo ha svoltato a sinistra ed io solo ho ripiegato a destra, trovandomi davanti uno di quei sottopassaggi che non si augurerebbero neanche al peggior rivale. Duecento metri più avanti il primo maratoneta a vista. Per gli ultimi dieci chilometri ho capito di dover fare da solo. E tutto sommato non è neanche andata troppo male, visto che il ritmo non è calato. La pesantezza alle gambe piano piano è aumentata, un po' di fastidio alla caviglia destra come la scorsa domenica, un po' di dolore in più agli addominali, ma tutto sotto controllo. D'altonde l'età ormai è quella che è. Pensavo che il mio unico nemico ormai fosse la distanza, ma non avevo ancora fatto i conti col vento, quello vero.
Appena svoltati a destra in località Chiesanuova, poco prima del passaggio alla mezza (1h 24' 54"), è come se avessi cominciato una nuova gara. Quella contro l'aria. Folate a destra, folate a sinistra, folate dal davanti. Pensando a quanto avessi memorizzato del percorso ho capito che fino al ventiseiesimo chilometro non avrei avuto tregua. Ed è stata davvero dura. Ammiro chi è arrivato in fondo a questa gara, perchè in questa parte centrale non è stato assolutamente semplice, soprattutto correndo da soli e isolati. Il peggio è arrivato tra il ventiduesimo e il ventitreesimo chilometro, che è infatti stato il primo intermedio oltre i 4' 10" di tutta la mia corsa. Complice anche un passaggio ondulato e zigzagante in un piccolo parchetto vicino all'autostrada. Recupero nel chilometro successivo in leggero favore di vento e poi l'ultimo (per me) tratto di due chilometri e mezzo di rettilineo. Un'infinità. Ad ogni incrocio le folate sono diventate sempre più forti. Polvere negli occhi e scatoloni che sono rotolati in mezzo alla strada. I pochi appalusi di chi si è trovato involontariamente immischiato nella corsa non sono bastati a dare un po' di forza alle gambe. Il ritmo è calato vertiginosamente. E ritrovarsi di fronte l'ennesimo sottopasso al venticinquesimo chilometro è stato un colpo basso. Forse un po' meno per me visto che sapevo che sarebbe poi stato l'ultimo verso sforzo di giornata. Non mi sono risparmiato il ristoro posizionato proprio al culmine tra discesa e risalita ed ho poi solo aspettato il bip del gps per dare un po' di sollievo alle gambe. 1h 46' 06". Finita.
E' stato un sospiro di sollievo. E' vero che alla fine ho mantenuto un ritmo un po' troppo alto rispetto a quello previsto dal prof. Massini, ma il crollo finale è stato un po' troppo repentino. Bisognarebbe capire se sia dovuto solo davvero al vento fastidioso o se anche la mia condizione sia peggiorata di colpo. Per chiudere i quarantadue chilometri oggi avrei dovuto decisamente tenere un ritmo minore, soprattutto all'inizio. Ma non era quello l'obiettivo. Di sicuro so che se anche le sensazioni saranno buone, per la prima parte di gara alla Milano Marathon dovrò andare al risparmio. Un contro è arrivare al trentesimo chilometro e cominciare a sentire la stanchezza, altra cosa è subirla prima. Tante cose che col tempo e la disabitudine alle distanze più lunghe si dimenticano. Ma gli allenamenti servono anche a questo.