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StraMoncucco (Vernate)

Doveva essere solo un allenamento ed alla fine quello è stato. Anche se allo sparo è sempre difficile tenere i remi in barca. Ma le ripetute di sabato l'hanno vinta anche su voglia e motivazioni subito dopo pochi chilometri. Il vantaggio però c'è comunque stato. Sarebbe stata molto più dura correre in solitaria lungo il Naviglio, tra lastre di ghiaccio, aria gelata e gambe pesanti. E tutto sommato anche un po' più noioso. Per cui una domanica guadagnata, un altro allenamento andato, un altro tassello da aggiungere alla marcia vero i quarantadue chilometri. Anche perchè le condizioni non è che fossero delle migliori.

Si ringraziano Arturo Barbieri e Podisti.net per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie..

Con l'arrivo dell'inverno, la paura più grossa è quella di neve e ghiaccio. E se, tuttosommato, correre con la prima soffice neve è ancora fattibile, quando tutto si trasforma in ghiaccio le cose cambiano. Pericoloso per eventuali cadute, ma anche per infortuni non-voluti. Uscendo di casa mentre il mattino era ancora notte e le temperature sotto gli zero-centigradi, abbiamo subito capito che non sarebbe stata una mattinata facile.

La prima cosa che ho fatto appena arrivati a Moncucco è stata sfruttare i primi 5 Km lenti di tabella per verificare le condizioni del percorso. Mi sono accodato ai tapascioni andando e tornando per i primi due chilometri e mezzo. Soprattutto nei tratti di paese le strade erano quasi impraticabili. E pericolose. Lastroni di ghiaccio, accumuli di neve cristallizzati e induriti, aria freddissima dalla campagna. Ma anche il giusto tempo per entrare in clima. Fortunatamente gli organizzatori hanno subito capito la situazione ed hanno spostato la partenza di duecento metri per evitare cadute e feriti subito al primo curvone. L'inizio gara è stato quasi lanciato, con spinte e continui sorpassi per stare il più davanti possibile. Ma le centinaia di metri iniziali hanno subito fatto il vuoto tra testa e coda.

Mi sarei dovuto assestare sui 3' 55" come da tabella, ma la foga e la voglia di inzio gara mi hanno fatto spingere un po' di più. Ma la cosa non è durata molto. Leggera salitella per i primi chiometri, strade ghiacciate, vento gelido contrario hanno avuto la meglio. Ma soprattutto gli 8x1000 di sabato. Il ritmo è subito calato vistosamente fino ad assestarsi sul ritmo dovuto. Ma sempre e comunque in spinta.

Il percorso si è sviluppato interamente lungo le strette stradine di campagna che legano tra loro le cascine della zona. Asfalto dissestato e continuo sorpassare dei tapascioni in carovana lungo tutta la distanza. Girando in una direzione o nell'altra il vento gelido è diventato sempre più nemico. Non tanto per il ritmo, quanto per la sensazione che le orecchie mi sarebbero cadute di lì a breve. Ma fortunatamente il paracollo è sfruttabile in mille modi. Il resto è stato solo un lungo calvario per arrivare alla fine dei 12,2 Km, cercando sempre più difficilmente di mantenere il ritmo e l'equilibrio, provando ad evitare i continui slittamenti sulle lastre trasversali della strada. Un 48' 11" che alla fine ha rispettato quello che sarebbe dovuto essere l'allenamento. Anche se a dir la verità dopo l'arrivo avrei dovuto aggiungere altri tre chilometri per completare i venti di tabella. Ma dopo poche centinaia di metri ho desistito, sentendo un nuovo fastidio tra adduttore e base degli addominali. Probabilmente l'equilibrio instabile ha fatto lavorare i muscoli diversamente e più del solito.

Sicuramente molto meglio per Chiara che ha invece portato a casa l'ultimo podio dell'anno, con un buonissimo secondo posto femminile assoluto. Una domenica per uno. Sperando che la prossima sia un buon inizio per entrambe.