Ripetute 12x150 salita + 10 Km 3' 50" rec.2'
Quando Fulvio dice che si comincia a fare sul serio non scherza. La scorsa settimana in confronto è stata una passeggiata. Chilometri aumentati, ritmo un po' più alto, lavori più pesanti. Tutto concentrato soprattutto nel week-end. E per cominciare bene, ormai canonica serie di ripetute in salita e medio-veloce a seguire. Il sabato mattina sta diventando una giornata da temere. Fortunatamente per lo meno il tempo fino ad ora ha retto. C'è ancora spazio per magliette e pantaloncini anche se ormai dicembre è già avviato. Questa volta Chiara mi ha accompagnato, anche se poi le nostre strade si sono subito divise per compiti da svolgere troppo diversi. Per lei in discesa verso casa, per me in salita in attesa del peggio.
Ho tenuto ancora buona la salita tra Groppello e Fara, come la scorsa settimana. E' lunga esattamente 150 m, esattamente come le ripetute in salita in programma. Stafano mi ha suggerito nuove strade più vicino a casa, ma non ho ancora avuto tempo per fare un sopralluogo. Spero di riuscirci tra oggi e domani. Tuttosommato la prima parte di mattinata non è andata neanche poi così male. Le ripetute sono diventate davvero faticosa dalla seconda parte in poi, ma il ritmo è rimasto quasi sempre costante. Sui centocinquanta metri il problema diventano gli ultimi cinquanta, quando i quadricipidi sono pieni di acido lattico e la coscia pulsa, rigida, pesante. Non mi ha aiutato per nulla il terreno, asfalto completamente ricoperto di foglie bagnate e poltigliose. Ma più-fatica è uguale a più-allenamento. Certo, arrivare in cima alla salitella, girarsi col cuore a mille e scendere nuovamente a valle guardando sulla destra l'autunno vivo in mezzo alla boscaglia sulla sponda dell'Adda, dà anche un certo senso a tutta la fatica. Un cavalcavia sulla statale e una salita in mezzo al Parco dell'Adda non sono proprio la stessa cosa. Sali e scendi, sali e scendi, i litri di sudore sulla maglietta si sono allargati a macchia. Ma il pensiero più che alla salita in sè lo avevo già rivolto ai dieci chilometri sucessivi. Quelli si che mi hanno fatto paura da subito.
La scorsa settimana avevo faticato a mantenere la media sui 4' 10" e passare a 3' 50" mi è subito sembrata un'impresa titanica. Aggiungendo poi una serie di ripetute più dura. Di contro, però, sapevo già che la distanza totale di allenamento sarebbe stata di 18,6 Km. Un buon vantaggio per dosare le forze, anche se poi con un allenamento così si corre sempre a tutta. Dopo aver sofferto a dismisura gli ultimi strappi in salita e aver provato a recuperare in soli tre minuti le forze necessarie al cambio di ritmo con anche una veloce pausa-fontanella, mi sono lanciato nella seconda parte di allenamento. Fortunatamente i primi metri sono in leggero dislivello, un aiuto per le gambe al nuovo ritmo. Una fatica immane, soprattutto perchè le Nike Pegasus hanno fatto estrema fatica a trovare appiglio per la spinta. Ancora tante troppe foglie sulla ciclabile. Ma i primi chilometri sono passati bene, cronometricamente parlando. Dal punto di vista del fiato e delle gambe, invece, è stato un vero supplizio. Non volendomi male e non volendo soffrire più del dovuto, per tutti i restanti chilometri non ho più guardato gli intermedi, viaggiando esclusivamente a sensazione e basando la velocità e la spinta sul livello-fatica. Spinta al massimo che mi permettesse di andare e tornare per 10 Km. L'aver già fatto lo stesso percorso la scorsa settimana è stato nettamente d'aiuto. I ponticelli e i sottopassi mi sono sembrati un inferno. Le gambe mi sono sembrati due tronchi pesantissimi, con i quadricipiti completamente bloccati. Ho corso quasi in apnea, contando i chilometri restanti ad ogni intermedio. Gli unici momenti rilassanti sono stati quelli in cui la testa si è persa in altri mondi staccandosi per qualche attimo dall'allenamento. Ma non sono durati molto.
Riguardando gli split a posteriori ho notato che la velocità è stata inferiore a quella che sarebbe dovuta essere, diciamo attorno ai 4' 00" al chilometro tenendo conto dei piccoli intoppi. Ma non sono per nulla scontento, anzi. Dieci secondi in meno dopo una sola settimana sono già un buon cambio di passo, considerando poi tutto il resto. Certo si può fare meglio. Si deve. E le occasioni ci saranno. Quando mi sono fermato dopo 1h 22' 49" non avrei fatto un passo in più. E quando finisco così vuol dire che il mio l'ho fatto.