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Strarivolta (Rivolta d'Adda)

Il Garmin segna 20,2 Km ma sono ancora convinto che fosse comunque qualcosa in più. Giornata grigia, 8°C, poca gente che ha avuto voglia di alzarsi con la pioggia che cade incessante dalla notte. Eppure poco prima di partire l'acqua smette. Sembra quasi un miracolo. I presupposti sono buoni, anche se siamo coscienti che essendo il tracciato di Rivolta completamente su campi e sterrato non sarà una corsa facile. Quasi tutti i gruppi, quando anche noi ci mettiamo in marcia, sono già partiti. In testa siamo subito io, Massimo, Filippo e mio Zio staccato appena dietro rimasto un attimo accodato in partenza. Filippo ci stacca subito di qualche centinaio di metri e ci inoltriamo tra i campi verso il cremasco. Quasi subito i percorso cambia rispetto gli altri anni per alcuni tratti, alcuni più lunghi altri più brevi.

Ho fatto bene a scegliere anche oggi le Asics visto il terreno molle, scivoloso e completamente fangoso. Pochi i cartelli dei chilometri, ma il Garmin di Massimo ci segnala ad ogni chilometro a che punto stiamo. Appena dopo il quatro riprendiamo Filippo e allunghiamo leggermente, mentre già lo Zio, che domenica sarà a Lisbona per la Mezza, aveva già un po' rallentato. Manteniamo il ritmo e quando pensa già di svoltare verso l'Adda veniamo invece inoltrati ulteriormente verso le campagne. Saltano un po' tutti i riferimenti che ho fino a quando non cominciamo a risalire la sponda sinistra verso il Parco della Preistoria. Sembra di essere sul terreno di una lunghissima gara di cross: saliscendo improvvisi e irti, fango, buche. Un vero massacro per le gambe. Rallentiamo leggermente per rifiatare, ma la media è comuqnue sempre sotto i 4' 30" al chilometro. All'altezza esatta del parco allungo un po' anche su Massimo rallentato leggermente dalla via che si stringe e da un susseguirsi di non facili sorpassi. Al ristoro in corrispondenza del bivio sui 14 Km la via si fa più larga. C'è da circumnavigare la Cava di Rivolta. Il terreno è veramente in pessime condizione, con una fanghiglia che si appiccica alle suole delle scarpe con un effetto ventosa. Sento schizzi di fango arrivarmi su gambe, schiena e testa ad ogni passo. Non conosco bene il ritmo che tengo, ma sento le gambe girare bene. Senza arrivare al limite mantengo il passo ritornando presto al bivio per l'ultimo tratto in paese. Rispetto agli altri anni mi sembra che la strada sia stata allungata, anche se tutti i riferimenti che ho sul percorso passano sempre più veloci. Il passaggio sull'asflato per gli ultimi due chilometri sono manna da cielo. Intanto comincia a piovviginare, ma ormai sono arrivato. Il ritmo passo senza che la suola continui continuamente a scivolare sul fango aumenta subito. Mi sento bene, poca stanchezza e una facilità di corsa che non credevo di poter avere nel finale. Fermo il cronometro ad 1h 30' 30" soddisfatto e fiducioso per le prossime gare. Evidentemente la preparazione sta dando i suoi frutti.