Last in New York
Ho ascoltato i consigli di Paolo e Gianluca per l'ultima corsa USA. Nuovo giro a Central Park, cercando di ricoprire tutto il percorso nell'anello esterno del parco. Anello per modo di dire visto che ci sono curve e controcurve a non finire. In pianta sembra facile, ma basta sbagliare una direzione per ritrovarsi in tutt'altra parte dei percorsi e non è semplice le prime volte. Ma affascinante lo rimane comunque. Ed è stato triste allo stesso tempo, sapendo che sarebbe stata la corsa di addio a tutta la nostra vacanza. Non sono stati tantissimi i chilometri macinati con le scarpe da running, ma se sommassimo tutti quelli calpestati durante il giorno, ne uscirebbe un grande allenamento. Tutte le cose belle finiscono, rimangono i ricordi e la voglia di ritornare.
La temperatura è decisamente calata negli ultimi due giorni sfiorando gli zero gradi, nonostante il sole. Alla prima maglietta e pantaloncini corti. Questa volta maglia tecnica, t-shirt, giacca antivento a maniche lunghe, ciclisti e paracollo. E sono stato bene devo dire. Il vento sembrava volerci tagliare in due. Di corsa molta meno gente di quella già incontrata. Solo i primi passi sono stati gli stessi di mercoledì. Seguendo il vialone centrale mi sono spostato subito sul lato sinistro del parco cercando di rimanere sempre il più esterno possibile. Passo libero. Giusto il tempo di scaldarmi. Come al solito la quantità di donne incrociate è stata nettamente superiore a quella degli uomini. L'orientamente non è stato semplice, seguendo più che altro il profilo degli alti palazzi che circondano il parco. Ma più mi sono spostato a nord, più i palazzi si sono abbassati, più il numero di gente incontrata è diminuito. Pensandoci bene è normale, visto che il centro è esattamente dalla parte opposta. E devo dire che anche il percorso è leggermente peggiorato, come manutenzione e come dimensione.
Che non fosse alta stagione nel parco lo hanno dimostrato i campi recintati di baseball tutti praticamente vuoti. Silenziosi. Un po' tristi. Malinconici. In più di un'occasione mi sono ritrovato solo per qualche tratto, circondato da alberi e foglie. Ma basta seguire la strada per ritrovarsi prima o poi ad un qualche bivio. Ho riconosciuto da lontano il tratto che viene mostrato più frquentemente nei film girati a Central Park, il sentiero ghiaioso che circonda il laghetto di Jaqueline Kennedy. Quello dove si intravedono la ringhiera alta e le panchine attorniate dai cespugli. Non ci ho corso rimanendo sul mio percorso, ma ho notato che è più frequentato di altre zone. Ritornando verso sud la strada è molto più lineare. E sembra anche più breve. A tratti un po' più scorrevole e veloce. Con riferimento ai grattacieli da cui siamo partiti ho chiuso poi la parte finale dei 10,2 Km incrociando il percorso ad otto e riprendendo il lato finale a sud-ovest, strada dell'arrivo della maratona. Ma in senso inverso. Forse la parte più larga di tutti i viali del parco. Solo 43' 29". Chiara mi stava già aspettando per correre subito insieme al caldo verso la subway.