Tutto il mondo è paese
Un fiume. Un'alzaia. Una ciclabile. Un paio di scarpe. Poi basta correre. Mi è quasi sembrato di essere a casa nonostante i chilometri di distanza fossero duecentocinquanta. Alla fine è sufficiente la voglia di uscire. Dove non è importante. E' stata la prima volta in quel di Padova (o meglio, la seconda dopo la mezza di questa primavera, nda) ma è stata facile. Soprattutto perchè appena partito sono stato affiancato da un runner appena incrociato che, nonostante il fiatone, mi ha indicato la strada da seguire, prima di rallentare e staccarsi. Indicazioni importanti, per evitare incroci pericolosi, non perdere il passo e seguire la strada che ha continuato a cambiare sembianze e direzione.
Ma invece del Naviglio Martesana ho seguito lo scorrere del Fiume Bacchiglione. Purtroppo, data l'ora tarda, non ho potuto godere del paesaggio, ma ho imparato a conoscere il percorso in base a tipologia e illuminazione. Prima un chilometro di ciclabile asfaltata e ben illuminata che ben presto si è trasformata in un monocarreggiata poco frequentata. Poi, appena attraversato il fiume sulla sponda opposta, una ciclabile ghiaiosa illuminata dai lampioni della strada parallela che scorreva tre metri più sotto. Un tratto di sterrato di campagna completamente al buio, in mezzo ai continui richiami degli uccelli nascosti tra le fronde degli alberi, e il giro di boa in una zona industriale enorme, capace di contenere migliaia di runners nei suoi larghissimi vialoni.
Il ritorno è stato semplice e scandito dalla ricerca dei vari passaggi col passo che è progressivamente aumentato fino alla fine. Ancora un allenamento a sensazione, senza la distrazione continua del cronometro. Un unico fastidio al polpaccio destro, forse un po' affaticato dopo i 12 Km in 50' 33" e il viaggio di giornata. Allenamento che sarebbe potuto essere fatto in un qualsiasi altro posto, al fianco di un qualsiasi altro corso d'acqua. Può cambiare la strada ma la corsa rimane sempre la stessa.