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Ripetute 10x200 discesa 3% + 8 Km rec. 3'

Un allenamento strano. Per il tipo di allenamento e per come è diventato. Non avevo mai corso delle ripetute in discesa. A pensarci bene, non ne avevo neanche mai sentito parlare. E a dire il vero le ho anche un po' sottovalutate. Oltretutto uno dei problemi più grossi è stato decidere proprio dove correrle: trovare una discesa lunga duecento metri e con dislivello al 3%. Alla fine con un po' di fortuna e chiudendo un po' un occhio, ho sfruttato la stessa dove nei mesi scorsi ho corso le ripetute brevi in salita. Invece che scendere sul lato più ripido e dritto ho optato per la ciclabile più morbida con un piccolo tornantino piano. Non sarà stata la stessa cosa che duecento metri dritti, ma siamo in Pianura Padana. E pianura lascia già intendere che tipo di percorsi trovare.

Pensavo che la prima parte di allenamento sarebbe stata veloce e indolore, ma è stato esattamente il contrario. Riscaldamento, duecento metri di ripetute, tre minuti di recupero. Alla fine i chilometri sono diventati in un attimo dieci. E mi sarei fermato qui se avessi dovuto ascoltare le sensazioni. Forse avrei fatto bene. Agosto oggi ha tirato un bello scherzetto. Di colpo 10-15°C in più, con un bel sole splendente in mezzo al cielo azzurro e aria non più fresca. Dopo la prima ripetuta avevo già la canotta completamente inzuppata di sudore. E che il clima fosse ritornato verso l'estivo lo hanno capito in molti visto che oggi l'alzaia sembrava più un formicaio che una pista ciclabile. Un susseguirsi continuo di runners, ciclisti e passeggiatori. E in mezzo a tutto il caos anche trovare l'ombra non è stato poi così semplice.

Ma tornando alla serie di ripetute, non credevo che le gambe avrebbero sofferto così tanto. Probabilmente è stato il mix globale a farmi soffrirepiù del dovuto, ma spingere in discesa non è certo come corricchiare un lento. Le gambe rotolano letteralmente sull'asfalto prendendo sempre più ritmo. Le ripetute in discesa servono ad allenare la forza eccentrica, quella che si produce in fase di atterraggio. Primo beneficio. Pensavo che il recupero di tre minuti fosse eccessivo e invece si è rivelato a volte quasi troppo breve. Le gambe recuperano l'acido lattico prodotto, si accumulano chilometri e poi c'è la risalita. Vero, lenta, ma pur sempre salita. Garantisco che non è per nulla una seduta semplice.

Credo che poi il risultato maggiore lo si raccolga nella seconda parte di allenamento, negli otto chilometri a ritmo medio abbinati. Secondo beneficio. Le gambe abituate al ritmo facilitato dalla discesa e appesantite dai chilometri fatti, allenano ritmo e resistenza simulando il finale di una gara, medio o mezza che sia. Peccato che non avessi fatto i conti con la temperatura. Come già detto sarei andato direttamente negli spogliatoi dopo l'ultimo duecento in discesa. Ma sono partito in direzione Cassina dè Pecchi. Ho indovinato subito il ritmo, ma mi è apparso ben chiaro fin da subito che sarebbe stata un duro e lungo supplizio.

Guardando il grafico del passo è incredibile vedere come il crollo sia stato costante e verticale, come se le forze si spegnessero piano piano. Sono partito a 4' al chilometro come da tabella, ma ogni mille metri il rallentamento è stato quasi lineare, dieci secondi alla volta. Mi era già successo di sentirmi così, una volta dopo le ripetute in salita e le successive in pista e una successiva, di sera, dopo le ripetute più lunghe. E' una sensazione strana, dove sembra che qualcosa succhi l'energia che poco a poco scema. Ma non ho voluto fermarmi. Ho lasciato che le gambe andassero al ritmo che riuscivano, praticamente sempre al limite. Mi sono accorto di essere scomposto e lento, di non riuscire nemmeno ad alzare le ginocchia. Il sole pesante sulla testa e nemmeno una fontanella per bere. E' stata la sofferenza maggiore nel ritorno verso il centro sportivo. Niente acqua fino all'ultimo chilometro. Ero quasi certo ci fosse una fontana lungo il percorso, ma mi sbagliavo.

Non avrei voluto che la seduta finisse così, ma per quel che posso dire è stato inevitabile. Forse correndo questa sera avrei sofferto di meno. Forse. Non so. Di certo non mi sono divertito. Troppa sofferenza. E questa è la cosa che non mi va giù. Correre non deve essere un peso, ma purtroppo ad agosto bisogna anche fare i conti con gli imprevisti. Tutto sommato però ho messo per lo meno nelle gambe altri 18 Km, anche se a ritmo decisamente alto, 1h 21' 54". Sarà bella l'estate, sarà bello il caldo e il cielo azzurro, ma quando c'è lavorare così duro molto meglio l'estautunno di ieri.