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Domenica d'Agosto

Ho preferito il caldo serale e la pianura della Martesana al freddo della mattinata in Val Pusteria. Perchè di freddo si è trattato. E Chiara lo può testimoniare. Ma soprattutto ho preferito far riposare le gambe ventiquattro ore prima di rimettere le scarpe. Visto il periodo è inutile rischiare altri stop per affaticamento ulteriore. E tutto sommato ormai agosto se ne sta andando senza lasciare pesanti torridi strascichi. Praticamente si è riusciti a correre bene per tutta estate, tolto qualche sporadisco picco di caldo. Anche il corpo si è abituato ai 26°C della pianura, diventati ormai quasi routine. Se c'è da trovare qualcosa di positivo in questi ultimi due-tre mesi è proprio questo.

La cosa che invece fatico ancora a fare è non spingere. Anche ieri più di una volta mi sono ritrovato a dover rallentare il passo che non era sciolto e in scarico, ma sempre un po' più in là, dove il respiro diventa un po' più affannato e la spinta dei polpacci si fa un po' più intensa. Lo scarico deve essere diverso. Più goduto, più sciolto. Non che il ritmo cambi di molto, ma è proprio una situazione nervosa differente. Quella sottile linea che divide rilassamento e tensione.

Forse è anche stata la conseguenza dei primi chilometri in cui le gambe non avevano la minima intenzione di seguire il resto del corpo. Come quando il cane al guinzaglio fa di tutto per non uscire di casa durante una giornata di pioggia. Sono stati soprattutto gli adduttori e i flessori ad aver sofferto. Vorrei più che altro capirne il motivo. In questi giorni dovrò fare il punto della situazione con il Prof. Massini. Una volta preso il ritmo è poi stato tutto più facile. Solo il leggero trotterellare lungo l'alzia slalomando tra ciclisti e passeggiatori domenicali appena rientrati dalle vacanze estive. Anche se quasi non sembrava nemmeno di essere ad agosto visto il clima tutto sommato mite. 10 Km che alla fine hanno scaricato per bene le gambe, ma anche le energie resdue. 44' 11" per chiudere una settimana difficile.