Carica esaurita
E' incredibile come nell'arco di due giorni le cose possano cambiare radicalmente. E senza accorgersene. Mi ero tanto stupito per la buona riuscita delle ripetute di mercoledì sera, quanto mi sono stupito per il finale d'allenamento di ieri. Se le sedute fossero state invertite sarebbe stato un disastro. Soprattutto emotivamente. Non mi sono per niente reso conto del cambio climatico che c'è stato, mentre sarebbe importante esserne consapevole prima di partire. 27°C mercoledì, 31°C venerdì. Secco (o quasi) e umido. Come correre in due stagioni diverse, in due posti diversi, in due momenti diversi. Ed il risultato alla fine è stato l'opposto. Ed anche questo è allenante. Riuscire poi ad adattarsi automaticamente lo sarebbe ancora di più. Ma su questo devo ancora lavorare.
In realtà quando sono partito da casa la sensazione è stata tutt'altro che negativa. E anche questo non ha aiutato il finale. Le gambe giravano a meraviglia nonostante il giorno prima avessi fatto una fatica madornale. Forse il cambio di scarpa con le Saucony Jazz 17, forse la seduta di fisioterapia alla schiena del mattino, forse solo la voglia di correre. Ma ho faticato a rallentare il passo naturale che è andato ben oltre i 4' 30" previsti. Ho anche incrociato, appena partito, Franco di ritorno dal suo allenamento. Peccato non essere riusciti a correre insieme. Magari mi sarebbe potuto essere d'aiuto. Ma anche lui non sembrava fresco come una rosa.
La tabella prevedeva i primi quattro chilometri a ritmo lento e i restanti dei 12 Km di medio a 4' 00". Come il sofferto finale di giovedì. Alzaia deserta e ancora Chiara con qualche minuto di vantaggio più avanti. Quando l'ho incrociata è scoccata la mia ora-x. I primi due chilometri fino al giro di boa sono quelli più movimentati sul percorso del Naviglio ad Inzago. Saliscendi continui, stretti passaggi tra i dissuasori per scooter e bici, slalom tra le sbarre per le auto. Ma nonostante tutto il ritmo è stato pressochè perfetto. Tra l'altro non ho sofferto neanche troppo la temperatura alta creata dall'umidità. I problemi sono cominciati nell'ultimo terzo di allenamento. Esattamente dove mi era già successo qualche settimana fa. Dopo i 3' 56" dell'ottavo chilometro ho provato a rallentare un po' per non esagerare. Sentivo di fare un po' più fatica, ma ho dato la colpa esclusivamente al ritmo più alto. E invece la sensazione di fatica è cominciata a crescere passo dopo passo. Come se la lancetta della benzina segnasse la riserva e inesorabile poi continuasse a scendere in picchiata. Ho retto quasi a ritmo ancora due chilometri abbondanti, ma una volta attraversato il Naviglio e passato il semaforo la situazione è crollata rapidamente. Gambe di legno. Ginocchia che non si sono più alzate. Gola secca. Mi sono sentito senza energie. Finito. Strano essendo appena poco dopo il decimo chilometro. E da lì a casa è stato solo un lungo trascinarsi ad un ritmo sempre più lento. Come se le batterie fossero a terra. All'inizio non me ne capacitavo, ma analizzando poi la serata e sentendo anche le sensazioni di Chiara ho capito. Alla fine siamo ad agosto e può succedere. Ho dato tutto, forse troppo, ma alla fine i 50' 39" sono quello che avrei dovuto fare. L'importante adesso sarà trovare i momenti giusti per uscire.