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Diadora N6100-1

Ho dovuto aspettare un mese, ma finalmente il pacco Diadora vinto al Concorso foto-testuale della Bavisela è arrivato. Scarpe N6100-1, maglia tecnica coordinata e svolazzini. Praticamente un nuovo completo da sfoggiare. Ed è resistito solo un giorno intonso, il tempo di infilarmi le scarpe questa sera ed uscire. Prima le ho solo tastate, annusate, studiate, calzate, confrontate per vedere cosa ci fosse di diverso e di nuovo. Un prodotto made in italy, un marchio che ha fatto la storia negli anni ottanta e novanta. La buona impressione che avevo avuto guardando gli stand a Trieste e provando qualche maglia è stata solo confermata. Materiali tecnici di ottima qualità, leggerezza e traspirabilità, ricercatezza del dettaglio. Quel mix che va al di là della moda del momento, con caratteristiche magari ancora radicate nel classico o nel passato. Infilate le maniche e allacciate le scarpe sono partito.


Diadora N6100-1

Avevo paura che le scarpe fossero un po' troppo grandi. Ho provato a confrontarle con le attuale Saucony Jazz 17 che sto usando, ma mi sono sembrate troppo diverse anche solo per verificarne la giusta lunghezza. Forse, comunque, un mezzo numero in meno mi sarebbe andato meglio. Ma non ne ho la riprova. Potrebbe darsi che la pianta anche solo leggermente più stretta poi non sarebbe andata bene. Le sensazioni istantanee sono state due: rigidità sull'avampiede e ammortizzazione sul tallone. Il drop di 12 mm tra tacco e punta ha probabilmente accentuato le due caratteristiche. Ormai abituato a quattro millimetri in meno, in appoggio e spinta i movimenti sono stati leggermente diversi. Ma naturali.

Nonostante l'apparenza ingombrante, soprattutto per l'altezza di suola e intersuola, il peso è decisamente basso. Solo 275 grammi, paragonabile a molte A3 di altre marche. Leggerezza dovuta agli incavi che permettono al Net Breathing System di Geox di dare estrema traspirabilità al piede. A scapito forse dell'impermeabilizzazione, ma questo non ho potuto sperimentarlo. Forse questa caratteristica le rende un po' meno adatte alla corsa su sterrati molto sconnessi, dove rocce o legni potrebbero rovinare il materiale.

La calzabilità è stretta. Per rendere l'idea molto dimile ad Asics. Il piede si sente fasciato, soprattutto nella parte centrale. La zona dell'avampiede mi è sembrata più larga, ma dovrei avere la controprova di un mezzo numero in meno per confrmare la sensazione. La struttura contiene bene il piede che si sente sicuro, fermo, protetto. Sorretto. La spinta è buona, pur essendo una scarpa d'allenamento, grazie anche al Axeler Wi-5 Propulsion che la rende reattiva. Non so se anche atleti pesanti la possano usare, certo mi è sembrata una buona scarpa soprattutto per allenamenti medio-lunghi. Questo non vuol dire che non la proverò anche su distanze più veloci. Tomaia, stringhe e linguetta non presentano particolari novità. L'allacciatura è salda e il piede fermo. Restano solo chilometri da macinare.

Il mio allenamento in compenso non ha avuto grossi problemi. L'attenzione soprattutto ai piedi e il clima ormai rinfrescato hanno lasciato girare le gambe a loro piacimento. 12 Km semplici, senza particolari problemi. Un po' stanco forse, ma è il periodo. Piuttosto ho trovato tantissima gente lungo il Naviglio, ma proprio tanta. Ogni cento metri qualcuno da salutare. Cosa che non mi capitava da un po'. 51' 19" praticamente corsi in compagnia.