Ripetute 21x100 salita + 3x200 40" rec. 2'
Ad ascoltare il proprio corpo non si sbaglia mai. Oggi ne ho avuta la riprova. Da quando ho ripreso a correre costantemente, a febbraio dopo l'infortunio, è stata la prima volta in cui ho sentito le gambe cedere. Dopo tutto sono quasi cinque mesi di allenamenti non-stop, con ritmi sempre più alti e sedute sempre più impegnative. Scarichi ne ho fatti in occasione di ogni gara, almeno una o due volte al mese. Ma la sensazione di dover recuperare le forze che ho avuto nei giorni scorsi è proprio frutto della stanchezza che ormai si sta accumulando. E a questo punto credo che anche i problemi alla schiena derivino da quello. Ho sentito Fulvio che mi ha consigliato di recuperare per qualche giorno riposando. Coglierò l'occasione quindi di correre anche con Chiara domenica mattina alla Marcia delle Pecore di Melzo visto che la MoMot si avvicina e i motori si stanno già scaldando.
Oggi, tra l'altro, primo caldo in occasione delle ripetute. La prima parte con le serie in salita è andata un po' meglio vista l'ombra fresca presente tra gli alberi lungo il Naviglio. Ha mitigato un po' il caldo opprimente del sole facendomi almeno finire la prima parte di allenamento. Gambe stanche fin da subito con le ripetute che non sembravano finire mai. Mi sono sentito un criceto scendendo e risalendo in continuo dalla piccola salita che supera la metropolitana. E c'è chi si è anche soffermato a vedere incredulo quello che stessi facendo. Avanti e indietro, avanti e indietro fino all'ultima salita, che come la scorsa settimana è stata una in più di quelle previste. Non ho ancora ben capito come ho fatto a sbagliare i conti. Ma non è certo stata quella a farmi crollare nella seconda parte di allenamento.
La prima cosa che avrei dovuto fare prima di cominciare a girare in pista sarebbe dovuto essere bere. Col sole di oggi sarebbe stata buona cosa. Ma non avendo incontrato comode postazioni lungo il percorso appena entrato in pista ho iniziato a girare. Ma due cose le ho subito capite, caldo pesante e fiato corto. Caldo che saliva dal basso del tartan oltre che arrivare dall'abbraccio del sole. Il caldo soffocante dell'estate, che nella penombra dell'alzaia non era riuscito a farsi spazio. E il fiato corto, non tanto nel tratto dei duecento metri di spinta, quanto nel giro di recupero. Gambe che hanno cominciato a formicolare e a rallentare piano piano il passo. Ho resistito tre giri e poi ho preferito fermarmi. Inutile sforzare e poi pentirsene amaramente dopo.
Lo avevo detto giusto nel post di ieri che era forse arrivato il momento di cominciare a valutare se correre ancora gli allenamenti di qualità in pausa-pranzo o se passare al dopo-lavoro. Oggi la risposta me la sono data da solo. 13,75 Km che sono costati tanto sudore. Quando ho tolto la canotta Nike dopo 1h 03' 52" era totalmente fradicia come ancora non era stata. Dovrò forse passare a qualche strana danza della pioggia per riprovarci. Ma nel frattempo è meglio pensare a recuperare un po' di condizione. Mica mi fermo qui.