Ripetute 19x100 salita + 12x200 40" rec. 2'
Non credevo sarebbe stata così dura. Aspettavo le ripetute brevi salita-pista dalla scorsa settimana e già prima di metà allenamento le ho maledette. Non che non le abbia fatte secondo i ritmi previsti, anzi. Tutto è proceduto per il meglio. Ma la freschezza (se così si può chiamare) di sette giorni fa non l'ho sentita. Ormai le distanze erano rodate per cui non ho dovuto verificare tempi e recuperi ma mi sono subito buttato a capofitto nell'allenamento. E i quadricipiti si sono subito arrabbiati. In effetti nelle ultime settimane sto lavorando parecchio (bi-settimanalmente) sul potenziamento. Per questo sono estremamente curioso di vedere quali sono i frutti che potranno portare. A breve ed a lungo termine.
Visto che settimana scorsa il garmin aveva riempito la memoria lap prima della fine dell'allenamento ho optato per salvare gli step delle serie in salita senza suddivider spinta e recupero. Tanto so di aver spinto al massimo e per analizzare la seduta è sufficiente il grafico di Strava. La cosa che invece non mi sarei aspettato è stata la fatica uscita subito dopo le prime salite. Quadricipiti duri e pesanti. Frutto dei lavori alla Bavisela e di settimana scorsa. Fatica che spero si trasformerà poi in velocità quando sarà il momento. Ma oggi ad un certo punto ho pensato che forse avrei faticato a portare a termine l'allenamento completo per come mi sentivo. Mi sarei potuto benissimo fermare dopo le prime serie sapendo di aver comunque fatto un ottimo lavoro. 49' di saliscendi continuo, immerso nel verde e con un'aria fresca, perfetta per correre. L'unico inconveniente sono stati le centinaia di pollini tra cui ho dovuto slalomeggiare durante il recupero. E la salita in più che mi sono fatto avendo sbagliato a contarle. Ma meglio una in più che una in meno.
Arrivato in pista ho solo fatto un grosso respiro e mi sono subito buttato sul tartan rosso. La sensazione folle è stata quella di subire meno i 200 m in piano rispetto ai 100 m in salita. Ho inanellato una serie costante a 37" recuperando con un giro completo dopo ogni allungo. Molto bene fino alla sesta ripetuta quando la fatica è poi uscita repentinamente. Ma aver passato la metà mi ha dato quel senso di discesa fino all'arrivo che è servita a non cedere. Ho immaginato di essere ogni volta nel finale di gara e di dover dare tutto prima del traguardo. Un allenamento per la testa a non mollare. Cosa che, ho visto, mi era già servita nel finale della Corritrieste. Ed aveva funzionato. Alla fine sono stati 18,2 Km totali in 1h 18' 06". Una seduta importante visti i ritmi. E il bello è che non è ancora finita.