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Otto chilometri al gps

C'è una cosa che mi è rimasta in mente da qualche giorno alla quale ho pensato oggi mentre correvo. Ne avevo già parlato velocemente qualche settimana fa perchè la ritenevo una cosa ormai superata. Ma invece ascoltando o leggendo certi discorsi in questo fine settimana mi sono stupito di quanto ancora il discorso non sia chiaro ai più. Mi riferisco al chilometraggio dei GPS. Sempre qualcuno che si lamenta che il proprio fido compagno da polso indichi una distanza differente da quella ufficiale dichiarata degli organizzatori. Ma mai una parola sul fatto che ogni gps indichi una distanza differenta dal quello di un altro. E se si può chiudere un occhio riguardo ai commenti riferiti alle tapasciate, mi chiedo come ci sia ancora gente che non capisca come i percorsi certificati siano misurati a rotella e non dal satellite.

Mi son cadute le... ginocchia quando ho sentito considerare da alcuni runners non il tempo di gara, non il real-time, ma il proprio tempo di cronometro, considerando i 21,095 metri registrati dal gps. Quando ho iniziato a correre erano poche le persone che si erano attrezzate di misuratori. Qualcuno col contapassi, ma nulla più. Ma da quando tutti hanno al polso il proprio strumento del potere non c'è più stata una corsa che sia stata della giusta distanza. Volete una riprova di quanto questa cosa sia ridicola? Basta uscire di casa in bici (come io ho fatto quando ho iniziato a correre), segnare il cronometraggio dato dal conta-chilometri e ritornare poi a ricoprire la stessa distanza a piedi. Mai (mai) la distanza sarà la stessa. E più curve ci saranno, più palazzi saranno presenti, più inversioni verranno fatte, meno la corrispondenza sarà precisa. E facendolo con due gps differenti, si avrà lo stesso risultato. Basta sentire quanti biiip si sentono dai cinquanta metri prima ai cinquanta metri dopo ogni intermedio di una qualsiasi gara ogni domenica. Se ci si volesse avvicinare il più possibile alla misurazione degli ufficiali di gara basterebbe prendere due sole precauzioni: seguire la linea ideale di percorrenza (segnata a terra nella maggior parte delle grandi maratone, nda) e segnare gli intermedi a mano ad ogni chilometro, scoprendo così quale sia l'errore percentuale del proprio orologio.

Questi i pensieri che hanno scandito i miei 8 Km di defaticamento lungo il Naviglio. E le gambe ne avevano bisogno. Alla fine pur non avendo fatto troppa fatica domenica i muscoli non erano ancora abituati alla distanza dopo soli due mesi di allenamento. 35' 38" di lento con un po' di fastidio al solito polpaccio sinistro. Forse un po' di infiammazione da far passare nei prossimi giorni. Il tempo intanto è ritornato ad essere quello stagionale, tra i 10°C e i 14°C. Si corre bene, anche se l'aria da neve che arriva dalle montagne inizialmente rimane un po' fastidiosa. E se fosse così anche domenica alla Staffetta della Maratona dell'Unesco, potrebbe essere una gran giornata. Ma prima meglio pensare alle ripetute di domani.