Allenamento e Pacer alla Stramilano
Ho appena spento la tv dopo aver visto in differita la Stramilano corsa questa mattina. Mi ero chiesto come avessero mai potuto pensare di inserire in calendario nello stesso giorno due gare importanti come la mezza meneghina e la maratona nella capitale. Poi ho fatto uno-più-uno. Ed è uscito 80000, runner più runner meno. Ottantamila podisti raccolti nelle due città più importanti d'Italia per una mattinata di corsa. Il pubblico delle grandi occasioni, se si parlasse di calcio o anche di musica. Ma qui non si tratta di spettatori, qui si parla di atleti, a partire dal vincitore di Milano, Thomas Lokomwa, all'ultima arrivata a Roma, la 74enne Maija Kainulainen. In mezzo tanti come noi. Quelli che la domenica mattina si alzano presto, ancora prima che in settimana, si infilano il loro paio di scarpe e cominciano a correre all'impazzata lungo gli argini dei fiumi, nei parchi delle grandi città, che piova, tiri vento o ci sia il sole.
Si ringraziano Podisti.net, Roberto Mandelli e Arturo Barbieri per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.
Lo scorso anno era stata la pioggia a rovinare gran parte della festa di Milano. Freddo e umido. Così quest'anno l'organizzazione ha pensato bene di sorprendere tutti e far spuntare un sole inaspettato proprio prima della partenza della mezza agonistica internazionale. Un sole che ha sorpreso anche la pioggia stessa che ha smesso di bagnare il percorso poco prima del via. Come ogni anno, è stato il doppio colpo di cannone dell'Esercito Italiano ad echeggiare prima in Piazza Duomo e poi davanti al Castello Sforzesco per rompere le fila. Esercito presente anche lungo il percorso con mille unità, la fanfara suonante all'arrivo dei campioni e il supporto all'organizzazione. Noi ci siamo divertiti, tra chi ha esordito nella sua prima mezza maratona, chi ha provato il suo nuovo personale, chi ha corso in compagnia, chi ha pensato solo ad un allenamento in più. Tutti, alla fine, con una medaglia al collo. La medaglia di quelli che hanno bisogno solo di una strada. E un traguardo da tagliare.
Noi, io e Chiara, siamo partiti insieme. Appena qualche metro dietro la linea di partenza per non rimanere imbottigliati ancora prima del via. Per lei, una mezza a buon ritmo in vista della Maratona di Padova di fine aprile, per me un po' di lavoro in resistenza e qualche chilometro da personal-pacer. Siamo stati insieme per i primi otto chilometri, fino a Porta Venezia, dove abbiamo tenuto un buon ritmo costante, appena sotto i 4' 10". Facile per la prima parte di gara. Un po' di vento, un po' di caldo, ma niente che potesse infastidire troppo. Nei primi chilometri sono riuscito a scambiare qualche saluto con amici e lettori del sito, fa sempre piacere. Chiara, un po' dietro e un po' al fianco come un'ombra. Speriamo di avere qualche bella foto insieme questa volta. Ci siamo dati poi appuntamento al chilometro quindici, dove, da previsione, avrei dovuto aspettarla per solo qualche minuto. Io mi sono limitato a seguire i dettami di tabella del prof. Massini: dopo i primi chilometri ho allungato per la prima serie di tremila appena sotto i 4', piccolo recupero e seconda serie, sempre di tremila, a 3' 45". I problemi grossi sono usciti nella seconda parte, dove il percorso iniziava le zone di leggero sali-scendi verso zona navigli. Ma il nemico vero è stato il vento. Contrario chiaramente. Ho spinto il possibile, ma il muro invisibile che ci siamo trovato davanti è stato davvero invalicabile. Un po' come alla Bavisela dello scorso anno. Come essere in galleria del vento. Comunque poco-male, visto quanto fossi al limite quando è suonato il terzo intertempo, direi che il mio l'ho fatto. Il tempo di rifiatare e recuperare una bottiglietta d'acqua e Chiara è arrivata come previsto. Leggermente più lenta di quando l'avessi lasciata ma ancora a buon ritmo. Ho ripreso il mio posto da pacer e siamo andati insieme fino alla fine. C'è da dire che solo un mese fa a Treviglio avevamo finito alla stessa maniera, ma di mio avevo corso solo la seconda metà gara. Con oggi invece posso considerare ritrovati anche i 21 Km della mezza. E solo due mesi e mezzo di lavoro, per lo più fatti su altri obiettivi e altre distanze. Non posso che esserne felice. In più mi son gustato la Stramilano come mai avevo fatto. Correre senza nessun assillo di cronometro è stato rilassante. Nei primi momenti vedermi superare a ritmi facili è stato un po' confusionario, ma poi ho pensato solamente a controllare il passo per Chiara ed a guardare ciò che succedeva intorno. La Milano frenetica che non ha smesso di correre (in auto) nemmeno di domenica. Ero abituato alle domeniche ecologiche negli ultimi anni e ritrovarsi con una coda di macchine nella corsia accanto è stato un po' un tuffo nel passato. Ma non mi è sembrato di vedere nessun tragico disguido. Il pubblico non è stato numeroso, ma nemmeno scarno, visto poi il bel tempo uscito in mattinata. Nei punti strategici anche gli spettatori casuali non hanno lesinato applausi, soprattutto i bambini divertiti e alla ricerca degli ormai immancabili cinque da battere. E Milano è stata la Milano di sempre. Palazzoni e viali da lasciarsi alle spalle, sapore di storia passata e moderna che si mischiano. Milano è bella, Milano è al passo. Milano è da provare, non smetterò mai di dirlo. E la riprova sono stati i cinquantamila che sono partiti da Piazza del Duomo. Il finale è stato un po' più sofferto dei primi chilometri. Abbiamo ripreso buon ritmo solo una volta entrati in Corso Sempione, col vento alle spalle. Lì il pensiero deve essere sempre solo quello di correre, senza guardare avanti. Solo correre per arrivare in fondo e iniziare l'ultimo chilometro. Mi sono un po' sorpreso sentendomi fresco e con le gambe leggere. Chiara ha seguito, cadenzando il passo e tenendo il ritmo. Pochi quelli che hanno provato a sopravanzarci e una volta arrivati in zona Arena Civica è rimasto solo il rito del giro di campo. Prima fuori, lungo il lastricato, poi dentro, sul tartan della pista. Il cronometro si è fermato a 1h 28', come volevamo. I programmi preoseguono, i risultati, quelli importanti, arriveranno poi.