Felice di correre

A questo ho pensato quando sono arrivato sulla Martesana. Corro e sono contento di farlo. Nessun tempo, nessun cronometro, nessuna pretesa. Solo corsa, quello che davvero conta. Esserci e farlo, sotto il cielo azzurro e il sole appena tiepido. Sentire l'aria sulle gambe e le braccia, il sudore che poco a poco riga le guance e la fronte. Sentire il respiro affannato e l'odore invernale di fango nei campi appena arati. Sono quasi stato risvegliato per due volte dal bip chilometrico del gps che è suonato all'improvviso. Ero assorto nei miei pensieri. Scivolato in un mondo parallelo.

Era quello che sognavo due-tre mesi fa quando non lo potevo fare. Semplicemente correre. Ed è bello ricordarselo ora. Perchè anche se è difficile ritorvare i ritmi di una volta, non bisogna dimenticarsi di quello che davvero conta. Ok gli obiettivi. Ok gli stimoli. Ma prima di tutto divertirsi. E quando si corre bene, senza fare caso al ritmo, ognuno con il suo, allora il primo obiettivo è giunto. Poi viene il resto, che sia andare più veloci, che sia correre più chilometri, che sia perdere peso. Ho corso facile e ne sono felice. Anche perchè la fatica poi non è tardata ad arrivare. Il tempo di sorpassare il giro di boa dei 12 Km appena dopo Inzago e ritornare verso casa. Cambio di ritmo da 4' 30" a 4' 20" e il bip amico è diventato quasi un avversario. Ho corso più concentrato ma anche più stanco. Mi sento pesante, gonfio e la cosa mi dà fastidio. Stamattina 69,1 Kg [kgr] e li sento tutti. Soprattutto perchè sono meno muscoli e più grasso. Ho cercato di sviare i pensieri e ritornare più positivo come nel tratto di andata, ma con poco successo. E' lunga recuperare dopo uno stop di qualche mese. Come diventano lunghi dodici chilometri di lento che prima erano la quotidianità. 52' 38" di cui ne ho goduti solo la metà. L'obiettivo sarà goderseli tutti.