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Strasuisio (Suisio)

Una settimana di riposo che ci voleva. Anche perchè dopo i sali-scendi di ieri, i polpacci mi hanno ricordato che solo una settimana prima stavo correndo una maratona. Avevo voglia di correre nei giorni scorsi ma, anche se tentato, alla fine sono riuscito a resistere. Sarà nelle prossime settimane che dovrei riuscire a vivere un po' di rendita. Solitamente il secondo picco di forma arriva un mese dopo i quarantadue chilometri. Sto pensando a quali gare partecipare, che siano ventuno o dieci chilometri, ma dovrò anche sentirmi con Fulvio per capire dove andare. Come andare. Il dove voglio arrivare lo so già.

Il bello della Strasuisio fatta ieri invece è stato quello di aver passato una mattinata correndo per il solo gusto di farlo. Mente libera, gambe sciolte. Nessun ritmo da impostare, nessun obiettivo da raggiungere. Solo e semplicemente corsa. Talmente libera che quando il gruppo del Mulino Vecchio è partito alle 8.15 mi sono dovuto attardare di qualche minuto perchè mi ero dimenticato di fare partire la ricerca del segnale gps. Mi piace riguardare ed analizzare le corse nel post-gara a pc, cercando di capire cosa è andato e cosa no, ma anche solo scoprire i percorsi che facciamo. Soprattutto quando si passa nei campi o tra i boschi lungo l'Adda. Paesaggio che ieri è stato come al solito manna per gli occhi. L'autunno lombardo si assapora ad ogni passo passando lungo i sentieri che costeggiano la sponda sinistra del fiume. Archi d'alberi che disegnano lunghe gallerie da attraversare su tappeti gialli-verdi-rossi di foglie umide appena cadute. Non moltissima gente lungo i sentieri, ma qualche stop-forzato per le lunghe file che si formano lungo i single-track c'è comunque stata. Ci ho messo un chilometro per riprendere Pietro, Filippo e Paolo che erano alla testa del gruppo. Abbiamo chiacchierato un po' scaldandoci lungo la discesa che ci ha portati sulla riva dell'Adda dove poi insieme a Filippo abbiamo preso il largo. Chiara era già lungo il percorso da più di mezz'ora per il suo ennesimo lungo. Ritiro a Carpi a causa degli strascichi dell'influenza ed ora nuovo obiettivo per lei alla Maratona di Firenze. Bisogna stringere i denti. E i tempi. Anche se non avrei voluto forzare il continuo su e giù tra le collinette del Parco Adda Nord dà spinta e aumenta la velocità. Ce ne si accorge solo quando la strada spiana e i polpacci si induriscono. Non avevo mai fatto il percorso di 16 Km (quattordici secondo l'organizzazione) e la salita che ci ha riportato in quota poco prima di Bottanuco non l'avevo mai provata. Quasi un chilometro ininterrotto per recuperare il dislivello di una settantina di metri. Appena arrivato sulla strada del ritorno ho intravisto poco più avanti la maglia gialla della Martesana Corse di Iacopo in compagnia di Davide. Piccolo allungo di un altro chilometro per raggiungerli e poi qualche minuto di corsa insieme. Giusto il tempo di prendere qualche goccia di pioggia fino all'arrivo dopo 1h 14' 58". Ci voleva una corsa così. Ci voleva per riprendere famigliarità con il ritmo e per sciogliere le gambe. Ma anche per sfogare il riposo di questa settimana. Riposo costruttivo. Lo stesso che consiglio a tutti quelli che corrono una maratona. Vale più quello che anche solo un'uscita lenta (vero Simone?). Ieri poi è stato anche il giorno della maratona di Paolo, sul Lago Maggiore. Non è andata come avrebbe voluto, ma quando si deve lottare con i crampi la vita diventa dura. E io ne so qualcosa. Tutta esperienza. Come quella che si sono fatti tutti coloro che hanno partecipato alla Maratonina di Cremona (la mia prima mezza sotto l'1h 30', nda) più di tremila iscritti. Campionato Italiano Assoluti di Mezza Maratona, con i primi settanta arrivati tutti solo l'1h 10'. Allucinante. Per fortuna noi corriamo solo perchè ci piace.