[M] Settimana 12 - 8 Km 4' 30"
Calma prima della tempesta. Leggero venticello da est sul finire della giornata. Cielo nuvoloso e in lontananza qualche lampeggio e carichi di pioggia. Mancava solo la voce di sottofondo che proclamasse "scatenate l'inferno". E nonostante tutto ho corso bene. Temperatura fresca e secca. Le gambe hanno voglia e sembrano andare da sole. A me sembra sempre di spingere nello stesso modo ma i ritmi sono notevolmente differenti. E' incredibile come di giorno in giorno, invece che appesantirsi, stiano aumentando in scioltezza.
E che la tensione stia salendo è cosa ben chiara. Ieri, ancora piccola deviazione verso il centro commerciale come qualche settimana fa, per un piccolo inconveniente tecnico. La cosa più divertente (imabarazzante) è passare in mezzo alla gente che guarda le vetrine e spinge i carrelli della spesa vestito solo con maglietta (sudata), pantalonicni (svolazzini), booster e scarpe gialle (fluo). Cose da runner. Piccola pausa e poi ho ripreso l'allenamento come se nulla fosse. Serata ormai al tramonto e fuggi-fuggi generale dal Naviglio. Si corre bene però. Un po' freschino alla partenza, ma con il passare dei chilometri la temperatura diventa decisamente ideale. E soprattutto avere l'alzaia deserta, libera, aiuta in concentrazione ed a correre rilassati. Nessuna attenzione all'esterno, solo all'impostazione di corsa e al passo. Ed è su quello che sono rimasto concentrato, per cercare di mantenere l'impostazione giusta anche quando la fatica comincia ad uscire e braccia e gambe cominciano a muoversi in maniera più scoordinata. Facile sugli 8 Km, un po' più difficile sulle distanze più lunghe e in gara. Ritmi notevolmente cambiati rispetto alle settimane scorse, seppur nel lento. Sarà il clima, sarà lo scarico, sarà la vicinanza alla gara. Ma le gambe vanno. Il mio unico dubbio rimane sul quanto resisteranno.Ma forse è meglio evitare le domande e pensare solo a correre. 34' 00" netti per andare e tornare ad Inzago. Il vento a favore al ritorno sembra non aver influito minimamente sull'andataura, anzi. Poi, mentre fantasticavo su Carpi, ripensando al percorso, alla tattica, agli ultimi chilometri, ho avuto una scarica di adrenalina. Ho allungato nelle ultime centinaia di metri fino all'arrivo come se avessi di fronte il gonfiabile dell'arrivo. Ma così, in modo naturale. Come per vedere l'effetto che fa.