[M] Sett. 11 - Rip. 2x3000 + 2x1000 [A2]
Dopo le ultime uscite temevo un po' quest'allenamento. Esattamento lo stesso della scorsa settimana. Ripetute veloci sui tremila e i mille con recupero breve. Un bellissimo e buonissimo allenamento. Quando si sta bene. Quando si sentono le gambe forti, quando si ha la testa. Le ripetute non sono mai uno scherzo. Sai di averle fatte davvero bene solo quando le finisci e non ti reggi in piedi. Quando senti di essere vicino al limite mentre spingi le gambe ogni metro più in là con lo sforzo che sai ti porterà poi fino al traguardo. Avevo in mente solo la Maratona di Carpi della prossima settimana mentre correvo. Una maratona lunga tre mesi. E ieri ho passato il quarantesimo chilometro.
Ho seguito i consigli di Fulvio. "Corri a sensazione. Controlla il tempo solo alla fine." Mi sono fidato, un po' timoroso. Non è facile prendere il ritmo giusto controllando il cronometro, figuriamoci a sensazione. Soprattutto sulle distanze più lunghe. In ogni caso anche se avessi corso più piano non sarebbe stato un problema. Le gambe devono riprendersi entro la prossima settimana, quindi è inutile stancarle oltremodo. Sono arrivato sull'alzaia con le gambe già a buon ritmo, decisamente più veloce rispetto agli altri giorni. Le ho lasciate andare. Ho visualizzato il punto di arrivo, in cima alla salitella del ponte di Inzago. E' come correre in gara: al massimo della velocità per la distanza da percorrere. Ed ho spinto. Ho resisito alla sensazione di guardare il cronometro ad ogni intermedio. Poco prima della fine del primo chilometro ho superato due ragazzi in bicicletta che poi hanno voluto riprendersi il loro vantaggio. Sono rimasti qualche metro più avanti girandosi di tanto in tanto per guardare dove fossi ma non li ho mollati mai, fino al primo incrocio di Inzago dove loro hanno preso la loro strada e io ho continuato dritto lungo la mia per gli ultimi cinquecento metri. I primi tre minuti di pausa sono stati inebrianti. Le gambe indolenzite, il cuore a mille. Ma sono stati più che sufficienti per recuperare totalmente le forze. Il seguente chilometro mi è sembrata una passeggiata, anche se ad un ritmo più alto. In effetti poi mi sono accorto di aver corso circa alla stessa velocità sia alcuni tratti delle ripetute lunghe che quelle brevi. E arrivato al giro di boa dei 13,6 Km tutto diventa più semplice. In teoria. In pratica invece la fatica raddoppia e le forze si dimezzano. Ma già nei primi metri del secondo tremila ho sentito le gambe girare, leggere. La sensazione in realtà era di essere più lento, ma è andata invece più che bene. Una cosa hanno avuto in comune le due serie lunghe: qualche secondo di troppo nel tratto attorno al ponticello (media sui 3' 40"). La salita e i seguenti (o precedenti, dipende da che parte si arriva) tre-quattrocento metri non permettono di mantenere il ritmo costante per colpa del dislivello e dello slalom tra gli ostacoli sulla ciclabile. E più il ritmo si alza più la differenza si sente. Ed esattamente in quel punto in entrambe le serie ho perso qualche secondo. Nulla di trascendentale. Ma almeno ho dato una spiegazione al calo di ritmo. Quello che invece mi ha più stupìto sono stati i due mille a 3' 35", soprattutto il secondo, a fine allenamento, spinto fino all'ultimo metro (56' 32")e portato a casa come trofeo di un allenamento pressochè perfetto. Basta poco per arrivare con un sorriso. Lo stesso col quale vorrei tagliare il traguardo di Carpi.