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[M] Settimana 05 - Ripetute 14x500 [A2]

Quando ritorno a casa con il sorriso so di aver fatto bene. Quando mi sono specchiato per un attimo nella piccola telecamera del videocitofono ho visto la faccia distrutta, il sudore che riempiva ancora il viso e la divisa, il respiro ancora pesante nonostante i minuti passati per lo stretching. Ma mi sono visto soddisfatto, mi sono ri-visto spingere per tutti i sette chilometri di ripetute, mi sono ri-sentito incitare nella testa per non-mollare negli ultimi duecento metri in ogni step, ho risentito la stanchezza e la leggerezza nelle gambe contemporaneamente. E ho guardato avanti nel tempo. C'era un gonfiabile sopra di me e un pettorale sulla divisa.

Non ero molto fiducioso prima di uscire per l'allenamento, un po' per la delusione dopo l'uscita di domenica, un po' per il solito fastidio alle ginocchia. Ma carico si. Sapere cosa mi aspetta la sera e pensarci durante il giorno mi prepara mentalmente. E soprattutto so che se Fulvio mi ha preparato un allenamento è perchè crede che ce la possa fare. Visto il ritmo ho infilato le mie Mirage, un po' timoroso per la poca ammortizzazione alle ginocchia. Ma devo dire che la sensazione di leggerezza e di spinta l'ho subito sentita appena partito a correre. E cosa interessante, non ho pensato ai fastidi fin quasi a metà allenamento, quando ci ho fatto caso tutto dun tratto. In pausa pranzo, quando la giornata è diventata improvvisamente caldissima, credevo che la serata sarebbe poi stata bollente e afosa, invece a sorpresa, la temperatura è stata perfetta. Anche il sole, già verso il tramonto, non ha scaldato eccessivamente, dandomi solo un po' fastidio nel ritorno verso casa abbagliando gli occhi in qualche piccolo tratto. Poca gente lungo l'alzaia. Ma dove sono finiti tutti quelli che ci correvano due settimane fa quando il caldo era insostenibile? Mah... Ho iniziato le ripetute ed ho indovinato subito la giusta velocità da tenere. Costante di ogni serie è stato arrivare ai trecento metri e controllare la distanza. Ci avevo già fatto caso anche in altre sedute: a circa due terzi di ogni ripetuta (quale sia la distanza) entro in una fase di affaticamento-finale. E lì bisogna tener duro. Ho lavorato mentalmente, suddividendo il lavoro in due step. Andata e ritorno. Ma inserendo sei ripetute nella prima parte, insieme al riscaldamento, e otto nella seconda. E mi è sembrato di fare meno fatica. Secondo più o secondo meno, sono sempre stato nell'intorno del 1' 45" (3' 30" al chilometro) previsto per i 500 m. Qualche lieve flessione corrispondente a salitelle e incroci, ma recupero costante soprattutto nella distanza di circa trecento metri. Pensavo che 90" fossero un po' pochi per recuperare, ma dopo circa il minuto ho notato che i battiti ritornavano subito regolari. Bene direi. La cosa strana è stata sentire le gambe allo stesso tempo pesanti e leggere. Le ho sentite libere, vogliose e un attimo dopo tese dallo sforzo. Ma l'importante è stato non mollare. Soprattutto nella fase di ritorno, quando anche i chilometri hanno cominciato a pesare un po' di più. Ma mentalmente, una volta arrivati sull'ultimo rettilineo dell'alzaia, è stato solo un conto alla rovescia, anche se proprio lì ho avuto il calo maggiore. Ho dovuto fare una pausa un po' più lunga per poter attraversare il semaforo di Bellinzago, ma il successivo allungo in salita credo abbia pareggiato le cose. 13,3 Km in 56' 47". Non avrei nemmeno avuto bisogno di ricontrollare l'allenamento sul Garmin per verificare i tempi. Quando sai di aver lavorato bene lo senti. Nelle gambe. Nella testa. Nel cuore. Anche se le ginocchia fanno ancora male.