Ripet. 14x200 40" rec. 1' 30" + 10 Km 4' [A2]
Quando arrivi a casa, sfinito, sudato e soddisfatto rimane solo la voglia di ricominciare tutto da capo. Dopo una pausa magari. Ma l'allenamento di ieri è stata una sfida ed è stato bello capire di potercela fare. Non avevo mai messo insieme ripetute brevi e medio a ritmo maratona. Un bel mix. E con effetti a lungo termine. Sfogliando le settimane di allenamenti fatte fino ad ora è chiaro l'obiettivo del prof. Massini: aumentare la velocità ed abituare gambe e testa a correre a ritmo maratona in condizioni di stress. Se fino ad ora avevamo lavorato solo per raggiungere il primo punto, adesso siamo passati anche al secondo. All'orizzonte vedo già l'autunno.
Giorno di ripetute, giorno di temporale. Ormai è così da un mese. Anche se poi in realtà le due gocce cadute non hanno nemmeno bagnato l'asfalto in quel di Gessate. Ma l'importante è stato avere una temperatura fresca e poco sole. Partendo da casa nel riscaldamento ho cercato subito di avere chiaro in mente lo sforzo che avrei dovuto fare. La mia preoccupazione era tutta rivolta alle gambe che solo martedì non avevano intenzione minimamente di alzarsi. E infatti mi sono quasi trascinato fino al campo sportivo. Ma già dopo il primo giro di riscaldamento la situazione è cambiata. Poco meno di dieci minuti di lento e le gambe sono state pronte ad accelerare. Quattordici ripetute da 200 m a 3' 20" con recupero di 1' 30". Riferimenti chiari in pista e sguardo fisso in avanti. Attorno squadre di bambini che si allenano a bordo pista, gruppi di atleti di lancio del peso, del disco e del giavellotto che si preparano in pedana, capannelli di genitori in attesa. La pista è tutta mia. Ho cercato di non esagerare andando troppo oltre e risparmiare le energie per la seconda parte di allenamento sul Naviglio. Le prime cinque ripetute sono volate senza problemi, poi è cominciata ad uscire la fatica e a rallentare il recupero, anche se l'ho sempre mantenuto di qualche secondo in meno per non perdere i riferimenti in pista che sono fondamentali. A quattro giri dalla fine è anche arrivata Chiara. Una boccata di ossigeno che mi serviva. Anche se non sono quasi neanche riuscito a salutarla. Count-down e poi è stato il turno del medio-maratona. Soli tre minuti di recupero e sono partito con destinazione alzaia Martesana. Non è stato difficile prendere il ritmo, ma più che altro mantenerlo. Le gambe abituate ormai allo sforzo in accelerazione all'inizio giravano anche troppo ed ho dovuto rallentarmmi. I 10 Km sono stati completamente in spinta. Per non farmi mancare nulla una spiga di frumento mi si è infilata nella tomaia della scarpa proprio sulla piega delle dita in spinta. Due chilometri di fastidiose punzecchiature. Fortunatamente il semaforo rosso di Bellinzago mi ha dato il tempo e la possibilità di toglierla. La nuova canotta Nike era già fradicia di sudore ancora prima di arrivare a metà strada. La fatica più grossa è stata quella mentale. Lo stress di rimanere sempre in spinta va allenato. Ma un chilometro alla volta anche quello è passato. Con un trucco che ho imparato ad usare per auto-ingannarmi ho ridotto la percezione della distanza, ritornando verso casa prima del solito giro di boa. Alla mente sembra di essere più vicina alla fine, anche se in realtà la distanza che manca è più lunga, allungando verso la fine della distanza che manca al complessivo. Ha funzionato. Dopo qualche attimo di crisi le gambe hanno ripreso a girare alzando il ritmo di qualche secondo. E quando ormai la fine si è avvicinata davvero non è rimasto altro che stringere i denti per gli ultimi chilometri. Alla fine 18,850 Km e un allenamento complessivo di 1h 17' 31". Un piccolo passo verso Carpi.