Camminata sul Monte Barro (Galbiate)
Il programma prevedeva un lungo di trenta chilometri con aumento di ritmo. Ma la realtà a volte è diversa. Abbiamo scelto la tapasciata a Galbiate, salita sul Monte Barro, con vista spettacolare sul Lago di Lecco e i piccoli laghetti della Brianza, di Annone e di Garlate. Un posto magico. E la giornata ci è venuta incontro dandoci sole, caldo, vento fresco e cielo azzurro. Peccato non aver fatto i conti con le salite. Avevo optato in partenza per due giri, uno da ventidue e uno da sei chilometri, per mantenere le distanze quasi invariate, tenendo conto anche delle salite. Ma ben presto ho dovuto optare per un solo ed unico lungo di 20,4 Km.
E' bastato poco per capire che sarebbe stata una lunga e dura mattinata. Fin da subito in partenza in città la strada è stata in salita e non ha mai spianato anche giunti nel primo boschetto. Quasi sette chilometri ininterrotti. Ho salutato quasi subito Chiara cominciando a superare tutti quelli che mi sono trovato davanti. Finchè la strada è stata asfaltata e larga senza nessun problema. Una volta invece diventata sterrata in single-track, qualche rallentamento e qualche coda di troppo. Lasciata Galbiate e dopo esserci immersi nel bosco fin quasi a Civate, al terzo chilometro è iniziato un lungo salitone fin quasi in cima al Monte Barro. Un continuo serpentone di camminatori e runners sparsi lungo i tornanti scoscesi della montagna. Fortunatamente, grazie all'ampiezza della carreggiata sono riuscito a mantenere sempre il ritmo impostato correndo senza dovermi mai fermare. Sguardo basso, sudore che colava da occhiali e barba come se avessi una fontanella aperta sulla testa. Quello è l'unico handicap della corsa in salita. E' stato un piacere sentire il passo di runners che hanno provato ad accodarsi in più di un'occasione ma arrendersi poco dopo. E non è stato poi così semplice sopportare il carico sui quadricipiti. Ma arrivati quasi in cima, sulla cresta che si apre tra le due valli, e vedere anche solo di sfuggita il panorama aperto da una parte sulla Brianza e dall'altra sul ramo del Lago di Lecco e Valmadrera, è stato impagabile. Come la fatica che ho letto negli occhi di molti che già camminavano. Altro che tapasciata, sembrava un vero e proprio ed impegnativo trail. Ho rimpianto parecchio non avere con me le scarpe corrette. Su certi terreni le scarpe da running sono troppo morbide ed i piedi ben presto hanno risentito del terreno fin troppo sconnesso, soprattutto quando è iniziata la parte di discesa. Se la salita era ripida, la strada sul versante opposto non è stata da meno. Veloce ma con attenzione mi sono ritrovato quasi a metà percorso senza accorgermene, ma le gambe erano ormai cotte. Il passaggio in cresta che ci ha portato sul versante opposto, verso il Lago di Garlate era un vero e proprio sentiero di montagna. Da qui è iniziata la parte di percorso più dura. Non tanto per il dislivello, ma per i continui sali-scendi ininterrotti che ci hanno prima portato fin quasi a Malgrate per poi ritornare, sempre attraverso il bosco, dall'altra parte del Monte Barro. Ho corso da solo per tutto il tempo, incrociando di tanto in tanto qualche viso conosciuto, Federico, Renzo, Antonio, Carmen, Sabrina, Antonella, Rocco. Una delle difficoltà maggiori, soprattutto nel sottobosco, è stato riuscire a superare i runners con passo più lento di volta in volta. Non sai mai se davanti ti ritrovi una persona gentile che si ferma lasciandoti strada e salutando o lo scorbutico di turno che non vuole farsi superare. Ma tra un rallenamento e l'altro, una salitella e una discesa ripida le gambe hanno decisamente incominciato ad appesantirsi. Il ritorno su asfalto negli ultimi tre-quattro chilometri è stata forse la parte più sofferente, con le ginocchia che non avevano più intenzione di alzarsi. Sicuramente un buon allenamento in vista della salita alla Monza-Resegone dopo Erve di fine mese. Ritornati a Galbiate e sfiorato l'arrivo, il percorso ci ha riportato sulle salite fatte ad inizio corsa. Qui mi sono accorto che altri sei chilometri sarebbero stati troppi per la giornata, anche se più semplici. Meglio evitare inutili infortuni. Ho quindi aumentato un po' la velocità per chiudere l'ultimo chilometro al meglio passando per i piccoli vicoli di centro paese. E il tempo finale di 2h 01' 34" rende bene l'idea sulla durezza del percorso ed i quasi 1300 m di dislivello posidivo. Durezza che va di pari passo con la bellezza dei posti scoperti. Siamo quasi all'inizio della stagione estiva ed è bene abituarsi a salite e discese.