Sportinsieme (Cervignano)
C’è ancora qualcosa che non va. O la somma di più cose che danno risultati altalenanti. La maratona è ancora nelle gambe e gli strascichi del virus anche. Ormai sono dieci giorni. Guardo e leggo di gente che corre una maratona ogni due-tre settimane e non riesco a capire come possa essere possibile, senza recupero, sempre in spinta. Ho fatto qualche settimana a pieno regime lo scorso anno senza riposare il giusto e il risultato sono stati poi due mesi di stop. Forse è solo ancora il periodo di ripresa, ma rimango comuqnue molto perplesso e sbalordito a vedere come ci siano due modi opposti di reazione al medesimo sforzo.
Questo week-end è stato anche il fine settimana della mia prima tapasciata friulana. O meglio dire marcia, come sono chiamate lontane dalla provincia di Milano. Ero curioso di vederne organizzazione e percorsi, soprattutto anche in vista del lavoro con/per Runner's World. Tante piccole differenze, tanti piccoli punti in comune. Di sicuro la cosa che mi ha lasciato più perplessa di tutte è l'orario di partenza, tra le 9.00 e le 10.00. Tenendo conto che, soprattutto nella bergamasca, alle 8.00 del mattino c'è già gente (un po' troppo fuori dal comune) che ha finito il suo giro, sembra di essere in due mondi diversi. Ma in una giornata come quella di ieri, partire dopo le 10.00, equivale ad un suicidio. Sole caldo appena alzato, temperatura in crescita. Già poco prima delle 9.00 quando noi siamo partiti i gradi erano 13°C. Ora che sembra essere arrivata la primavera, le prime ore del mattino sono quelle da sfruttare. La partecipazione è andata in crescendo man mano che i minuti sono passati. Non più di una cinquantina di macchine al nostro arrivo, molte di più quando ce ne siamo andati quasi a mezzogiorno. Ma sempre nulla a che vedere con i numeri di certe corse in Lombardia. Le code per l'iscrizione e quelle ai bagni invece sono una costante sempre e ovunque. Il percorso tutto immerso nel verde delle campagne tra Gorizia ed Udine. Siamo partiti costeggiando il fiume Ausa, sull'argine di sinistra. Percorso pesante, dovuto all'erba tagliata in occasione della corsa per segnare il sentiero e al terreno molle per le piogge dei giorni scorsi. Sentieri sconnessi, con piccoli sali-scendi, curve, buche e piccoli acquitrini. Sono partito con un buon passo, intorno ai 4' 10" ma anche facendo abbastanza fatica nonostante mi sentissi bene. Non ho superato moltissimi runners, forse una decina. Solo qualche piccolo gruppetto di camminatori. Il grosso è partito molto dopo di noi. In realtà non mi sono goduto molto il paesaggio sentendomi subito in affanno. Soprattutto dopo il primo ristoro al 5 Km. Ero partito con l'idea di fare il giro da 12 Km (alla fine in realtà 10,5 Km), come da tabella, e di valutare strada facendo se proseguire per quella dei 21 Km. Ma al bivio non ho avuto dubbi e sono ritornato verso la partenza. Ho avuto anche un leggero giramento di testa per l'abbassamento della pressione nel momento in cui mi sono fermato al ristoro per bere un bicchiere d'acqua. Caldo e fatica non vanno molto d'accordo. Però la scelta è stata premiata nel momento in cui ho ripreso a correre e a cinquanta metri davanti a me è passato un branco di dieci cerbiatti in corsa che hanno attraversato la campagna saltellando tra le zolle dei terreni rivoltati. Non credo che vicino a casa potrà mai capitarmi. Poi ho pensato solo a trascinarmi fino all'arrivo. A poco più di un chilometro dalla fine ho visto Chiara davanti a me di qualche centinaio di metri intenta nel suo lunghissimo, e avrei voluto provare a raggiungerla, ma una fitta tra stomaco e intestino mi ha fatto desistere. Quando mi sono fermato dopo 46' 09" mi sembrava di essere reduce dal più faticoso dei trail. La cosa che più mi ha dato fastidio è stato non riuscire a godermi la giornata, col primo sole e posti nuovi da conoscere. E sono rimasto ulteriormente sbalordito da quanti ancora fossero alla partenza e mi guardassero stupiti a loro volta vedendomi sudato e stanco già di ritorno dalla mia corsa. Ma si sa... paese che vai, usanze che trovi.